Gli elefanti dell'Elephant Nature Park della città tailandese di Chiang Mai sono stati travolti dal tifone Yagi che insieme alle piogge monsoniche stagionali ha colpito tutta la parte settentrionale del Paese creando danni alle persone e anche agli animali.
L'Elephant Nature Park non è un santuario come gli altri: si tratta della prima struttura etica del genere realizzata nel paese e al momento dell'inondazione ospitava oltre 100 elefanti sottratti da condizioni di sfruttamento, anziani, con deficit fisici oppure orfani. Animali con un vissuto traumatico o con esigenze particolari che si sono trovati sommersi dall'acqua senza possibilità di fuga. Almeno due di loro, due femmine, sono morte annegate, mentre per tutti gli altri è stato predisposto un piano di evacuazione unico al mondo.
Gli elefanti portati via dal santuario tailandese sono, al momento, circa 125. Per loro gli attivisti per i diritti degli animali si sono impegnati in una lunga operazione di soccorso che prosegue tutt'ora. Anche se il tifone ha placato la sua potenza e le acque del fiume
Le operazioni di soccorso per gli elefanti
A raccontare le operazioni di soccorso giorno per giorno sono gli attivisti tailandesi come Saengduean Chailert, fondatrice del santuario di Chiang Mai e tra le più autorevoli voci dell’animalismo a livello internazionale.
Chailert in un lungo post ha aggiornato gli utenti circa i momenti più duri dell'emergenza: «Mi dispiace non dare notizie da giorni, ma dall'inizio dell'alluvione abbiamo fatto moltissime missioni per gli animali rimasti nel nostro centro e per seguire gli elefanti, le mucche, i bufali e gli altri rimasti indietro. Tutta la zona è in allarme».
Come si vede nel video diffuso dall'attivista, i soccorritori a bordo di gommoni e altre imbarcazioni hanno cercato di guidare gli elefanti verso la salvezza seguendo il percorso tracciato da una corda. L'obiettivo era recuperare gli elefanti per portarli in zona sopraelevate, lontane dalla furia del tifone e delle acque del vicino fiume Ping. Un'operazione lunga e complessa che ha coinvolto non solo i pachidermi ma anche molte altre specie, tutte parte della famiglia allargata dell'Elephant Nature Park.
Superata la tempesta, resta la paura, e il timore di Chailert è che gli eventi meteorologici estremi come questo possano diventare sempre più numerosi e distruttivi: «Le inondazioni che si verificheranno saranno più gravi e non permetteremo che accada di nuovo alle nostre famiglie».
Sono state uccise dalla furia delle acque due elefanti: Faa Sai e Ploy Thong. Faa Sai era nata nel 2002 e prima di arrivare al santuario era usata come attrazione durante gli spettacoli tradizionali, durante la cattività aveva sviluppato un'infezione agli occhi e problemi a una zampa. Ploy Thong invece era arrivata al santuario nel 2018. Anche lei proveniva da una situazione di sfruttamento: era usata come mezzo di trasporto per i turisti.
Questi casi, insieme ai molti altri all'interno del santuario tailandese, non devono stupire considerata la situazione degli animali nel paese.
Che elefanti ci sono in Thailandia
Le operazioni di soccorso di centinaia di elefanti è stata complicata dalla grande mole di questi animali. L'elefante asiatico (Elephas maximus) è un grande mammifero appartenente alla famiglia degli Elefantidae. Può raggiungere un'altezza di circa 3 metri e un peso di 5 tonnellate.
Si distingue dall'elefante africano (Loxodonta africana) per le dimensioni più contenute. Anche le orecchie sono nettamente più piccole nell'asiatico rispetto alla controparte africana. A un esame più attento anche la pelle presenta alcune differenze: quella dell'asiatico è più liscia e senza peli. La proboscide, infine, termina con una sola appendice, mentre la specie africana ne ha due.
L'elefante asiatico vive in una vasta gamma di habitat distribuiti in 13 paesi del Sud e del Sud-Est asiatico, tra cui India, Sri Lanka, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Myanmar, Laos, Cambogia, Vietnam, Indonesia, Malesia, e ovviamente la Thailandia.
Proprio la Thailandia ospita una delle popolazioni più numerose dopo quella indiana. Nonostante ciò secondo gli ultimi dati forniti dal Center of Elephant and Wildlife della facoltà di Veterinaria dell'Università di Chiang Mai, nel paese il numero di elefanti sta diminuendo a una velocità allarmante, con un ritmo superiore rispetto a quello degli elefanti africani. Le causa principale è lo sfruttamento da parte dell'uomo e la frammentazione dell'habitat.