Dopo avere riconosciuto che gli animali sono «esseri viventi con una sensibilità fisica e mentale», la Spagna fa un altro importante passo avanti nella tutela animale e lo fa riconoscendo la correlazione tra maltrattamento e pericolosità sociale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Vanguardia e altri media spagnoli, le nuove regole del Codice Civile catalano stabiliranno che chi è responsabile di maltrattamento animale non possa ottenere l’affidamento dei figli in caso di separazione o divorzio. Le novità dovrebbero diventare ufficiali a ottobre, con l’approvazione di una nuova riforma del codice civile da parte del Consiglio esecutivo della Catalogna e la successiva elaborazione parlamentare.
La riforma prevede che i giudici non potranno concedere l’affidamento di figli minori a genitori che sono stati condannati in via definitiva per reati contro gli animali, e che potranno revocare l'affidamento condiviso dei bambini ai genitori che hanno minacciato o maltrattato animali domestici.
Il link tra maltrattamento animale e violenza di genere
Se la riforma dovesse essere approvata, la Spagna sarebbe il primo Paese a riconoscere il cosiddetto “link”, ovvero il legame tra maltrattamento animale e pericolosità sociale. In Italia a occuparsene ormai da anni è Francesca Sorcinelli, fondatrice e presidente proprio del Progetto Link, che si occupa di divulgazione e sensibilizzazione sul tema appunto del maltrattamento animale correlato alla violenza, in particolare a quella di genere.
La stessa Sorcinelli a Kodami aveva spiegato che «la violenza e la crudeltà verso gli animali sono tratti specifici di pericolosità sociale. Inserite in un contesto domestico, se è il partner a esercitare questa violenza, è un campanello d’allarme per le donne e anche per minori. Il progetto Link Italia approfondisce proprio questo “link”, appunto, e cioè la crudeltà contro gli animali come indice di pericolosità sociale e di condotte come violenza domestica e stalking. Centinaia di casi che abbiamo trattato hanno dimostrato che in ambito domestico, in presenza di partner abusante, quest’ultimo spesso minaccia di ferire e uccidere, o ferisce e uccide, l’animale per instaurare un clima di terrore verso la donna o il minore di cui sta abusando».
Minacciare di ferire o uccidere gli animali domestici, o di mettere in pratica i propositi violenti, è una strategia predatoria molto efficace. Sempre Sorcinelli ha spiegato che «spesso le donne non se ne vanno di casa per non lasciare l’animale in balia del partner abusante: il dato italiano è del 70%, e non tiene conto di un sommerso enorme. In Italia in particolare per le donne abusate è difficile raccontare anche questo aspetto delle violenze, ovvero il trauma e la devastazione psicologica derivanti dal vedere il proprio cane, gatto o animale domestico sottoposto a violenze o di saperlo a rischio di tortura o uccisione».
La decisione di inserire nel codice civile una norma che vieti a uomini che hanno manifestato intenti o comportamenti violenti riconosce proprio queste casistiche, e punta l’attenzione non soltanto sulla necessità di tutelare gli animali, ma anche di mettere in relazione un comportamento pericoloso e crudele come il maltrattamento animale con la violenza di genere: «Una persona violenta abusa degli animali, abusa dei coniugi e abusa dei bambini – ha sottolineato l’avvocatessa Lourdes Ciurò, consigliera della Giustizia del governo della Catalogna – La violenza sugli animali non è innocua, chi maltratta un animale è un candidato al maltrattamento. Ed è per questo motivo che vogliamo equiparare il Codice Civile Catalano a quelli più moderni e proteggere gli animali da ciò che accade alle famiglie».
La nuova legge sulla tutela animale: alimenti e affido condiviso o esclusivo anche per gli animali
Il governo catalano sta inoltre lavorando a una nuova legge sulla tutela degli animali che tenga conto delle loro necessità in caso di separazione o divorzio. A oggi infatti non vi esiste una legge che stabilisca come comportarsi sull’affidamento, un vuoto giuridico in cui il benessere dell’animale era stabilito a discrezione dei giudici, magari con l’affidamento a chi ne detiene la proprietà, attestata con il microchip, ma che di fatto non è in grado di prendersene cura.
La nuova legge sulla tutela animale cui sta lavorando il governo catalano cercherà di sanare anche questo vuoto, prendendo che i giudici tengano conto non soltanto dei bisogni dei minori, ma anche di quelli degli animali, stabilendo che l’animale resterà con «la persona con lui ha un legame emotivo più stretto» e anche regole per l’affido condiviso e il pagamento di alimenti per sostenere le cure e le spese necessarie.