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1 Ottobre 2024
17:11

In Spagna è entrato in vigore il divieto di vendere animali nei negozi

È entrato ufficialmente in vigore in Spagna il divieto di acquistare cani, gatti e furetti all'interno dei negozi. La vendita sarà appannaggio dei soli allevatori autorizzati, mentre i negozi hanno avuto un anno di tempo per riconvertire le proprie attività.

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È entrato ufficialmente in vigore in Spagna il divieto di acquistare cani, gatti e furetti nei negozi. Questo però non significa che la vendita sarà vietata del tutto, potrà proseguire tramite allevatori registrati. Questo è il contenuto della Legge per la Protezione dei Diritti e del Benessere degli Animali approvata nel 2023.

La normativa è entrata infatti in vigore già nel settembre dell'anno scorso, tuttavia ha concesso agli esercizi commerciali che vendevano animali un anno di tempo per adattarsi alle nuove regole. La pena per la mancata osservanza del divieto, a partire dal 29 settembre 2024 è infatti una multa salata che va dai 50 mila ai 200 mila euro. La gravità delle sanzioni dipenderà anche da fattori come il grado di colpevolezza, l’intenzionalità, la prudenza o la negligenza, la rilevanza sociale, lo scopo di lucro, la continuità o la persistenza della condotta illecita.

Il motivo del divieto è favorire la tracciabilità degli animali: una richiesta arrivata ai singoli paesi dalle istituzioni europee con una serie di provvedimenti e direttive culminati poi col Regolamento relativo al benessere di cani e gatti. Anche la Spagna in questi anni ha lavorato in tal senso e si è adeguata agli standard dei vicini prevedendo un Registro degli animali domestici al quale ogni animale deve essere iscritto entro tre giorni lavorativi dall'acquisto.

La legge non vuole vietare la vendita, ma restringere il numero degli enti autorizzati e regolare un settore che prima poteva contare su libertà molto ampie e soprattutto eterogenee. Le comunità autonome e le città infatti nel corso degli anni hanno elaborato un insieme molto variegato di normative relative alla vendita e anche al benessere degli animali, da qui la necessità di un intervento statale con regole omogenee sul territorio nazionale e che riguarda milioni di individui.

Secondo i dati diffusi dall'ANFAAC, l'Asociación Nacional de Fabricantes de Alimentos para Animales de Compañía, in tutto il Paese vivono complessivamente 15 milioni di animali domestici e, solo negli ultimi anni, il numero di cani registrati è aumentato del 38%.

A fronte di questi numeri, il governo spagnolo ha scelto di regolare il settore per restringere il settore delle vendite che adesso sarà appannaggio dei soli allevamenti riconosciuti come tali. Un passo avanti anche se pensiamo alle regole vigenti in questo momento in Italia, dove secondo l'ultimo Rapporto Assalco-Zoomark sono presenti quasi 20 milioni di cani e gatti, che non prevede alcuna licenza per la vendita di animali.

Anche se esiste un divieto di esposizione in vetrina, ogni esercizio commerciale semplicemente adeguando i propri locali, può vendere animali, senza alcun tipo di licenza. Questa situazione, come spiegato nella video inchiesta di Kodami sul traffico di cuccioli dall'Est Europa apre le porte a un commercio illecito che affonda le sue radici nello sfruttamento di cani provenienti dalle Puppy Mills di Ungheria e Repubblica Ceca.

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Un problema con il quale anche la Spagna in questi anni ha dovuto fare i conti e che in questo modo potrà essere arginato. Mentre prima le organizzazioni criminali dovevano superare solo l'ostalo dei controlli alla frontiera e su strada,  adesso i varchi interni saranno molti di più: ogni animale dovrà avere una storia ben documentata in un allevamento riconosciuto. Un'attività che si basa solo sulla vendita di cani avrà molto più da perdere di un negozio in cui la vendita di animali è solo un business collaterale. Un argine, quindi, ma non una soluzione definitiva.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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