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22 Novembre 2023
13:19

In Russia fa così caldo che gli orsi non riescono a entrare in letargo

Gli orsi in Russia stanno subendo un vero e proprio caso di insonnia, provocato dalle alte temperature, che non gli consente di addormentarsi e di entrare in letargo.

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orso

Per colpa di un costante aumento e abbassamento delle temperature, fra le ultime vittime del surriscaldamento climatico ora si annoverano anche gli orsi dell'estremo oriente russo, sottoposti da giorni a un clima anomalo che gli impedisce di andare in letargo dopo un inizio d'autunno molto caldo.

Osservando infatti i trend metereologici della Siberia o della regione russa dell'Amur nelle ultime settimane, si può notare come le temperature di queste regioni siano risalite un po' dappertutto di molti gradi a partire dalla fine di ottobre, provocando fastidio ai mammiferi che si erano preparati nei mesi precedenti per entrare in ibernazione con l'arrivo delle nevi.

Per quanto in alcune aree la temperatura sia scesa (anche di parecchio) sotto zero,  ciò non toglie però che durante il giorno le foreste siberiane, come le grandi distese alluvionali, stiano soffrendo per il caldo con una temperatura tra 1,5 e i 2,5 gradi sopra la norma stagionale.

A lanciare l'allarme è stata la Autorità per la conservazione della fauna selvatica della regione russa dell'Amur, la cui nota è stata poi ripresa da uno dei principali giornali russi, il Moscow Times, che nel corso degli ultimi anni si è spesso interessato degli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi russi.

Secondo quanto viene riportato dalla rivista, gli orsi a causa del caldo non riescono a sprofondare nel dormiveglia e spesso escono dalle loro tane, confusi e affamati, credendo che sia giunta la primavera. Alcuni cacciatori locali li hanno persino visti girovagare vicino le loro tane, in uno stato simile al sonnambulismo o di "mezzo sonno" che non non era stato mai osservato a questi livelli finora in natura. Sono infatti centinaia gli animali trovati in questo stato e visto che gli uomini in queste regioni sono pochi rispetto alla grandezza del territorio, probabilmente il numero di orsi ancora svegli è molto più grande rispetto a quello che è stato fornito.

Fortunatamente, spiegano i biologi russi dell'Autorità per la conservazione della fauna selvatica, sembra che le femmine incinte o con cuccioli non subiscano questo cambiamento e che quindi a soffrire siano principalmente i maschi o le femmine troppo giovani per avere dei figli.

La situazione però non consente agli scienziati di tirare un sospiro di sollievo. Non si sa infatti quando le temperature scenderanno di quei 2-3 gradi necessari per consentire agli orsi di fare sonni tranquilli né si crede che nei prossimi anni la condizione sarà migliore. Seppur infatti il 2023 sia stato infatti proclamato l'anno più caldo finora riscontrato dai meteorologi, il futuro non garantisce che i prossimi inverni siano abbastanza freddi da permettere a questi animali e a tutti gli altri organismi che vanno in letargo di vivere serenamente questa parte dell'anno.

Finora gli orsi bruni e gli orsi bruni siberiani (Ursus arctos collaris) si sono preparati al freddo inverno russo cacciando le loro prede – fra cui molti pesci e il salmone taimen – fra la fine di agosto e la prima metà di ottobre. Qualora però il clima dovesse cambiare definitivamente, gli zoologi non hanno ancora chiaro quali potrebbero essere le conseguenze ecologiche di questo cambiamento. Si prospetta persino la possibilità che alcune popolazioni meridionali, già soggetti da tempo ad autunni caldi e a inverni brevi e poco nevosi, possano adattarsi a questo clima, scegliendo di non entrare più in letargo, come accade per esempio all'interno delle popolazioni statunitensi di orsi neri (Ursus americanus).

Ciò che è certo è che attualmente gli orsi stanno soffrendo per una condizione impostagli dall'uomo e che nelle prossime settimane c'è il rischio molti animali non siano metabolicamente pronti per l'arrivo delle prime vere forti nevicate.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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