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4 Giugno 2024
10:09

In questa piccola specie di ragno essere mamme apprensive e premurose allunga la vita

Nel ragno Toxeus magnus le femmine non solo "allattano" i propri piccoli, ma li accudiscono anche oltre lo svezzamento. E le mamma che si impegnano di più nel prendersi cura dei propri ragnetti vivono più a lungo sia dei maschi che delle femmine che non lo fanno.

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Ragno salticide simile a Toxeus magnus

Nella maggior parte degli animali essere mamme è senza dubbio molto più impegnativo che fare i papà. In tante specie, infatti, le femmine investono molte più energie e impegno nelle riproduzione rispetto ai maschi, il cui contributo si limita spesso nel mettere semplicemente a disposizione il proprio seme. Eppure, soprattutto tra gli animali in cui le mamme investono tanto tempo ed energie per prendersi cura dei loro figli, le femmine vivono quasi sempre molto più a lungo dei maschi.

Accade lo stesso anche nel piccolo ragno salticide Toxeus magnus, una specie di aracnide quasi unica al mondo, non solo perché nell'aspetto somiglia a una formica. Si tratta infatti di uno dei pochi ragni sociali conosciuti e dove le femmine producono una sostanza nutritiva simile al latte, ricca di zuccheri, grassi e proteine, per "allattare" i propri ragnetti. Ma c'è di più, un nuovo studio ha dimostrato che le mamme più protettive e che investono molto più tempo nelle cure dei propri piccoli, vivono più lungo non solo dei maschi, ma anche delle femmine che invece si impegnano meno nelle cure parentali.

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Grafica che riassume i principali risultati dello studio. Immagine da Chu Jiang et al., 2024

Nelle prime settimane di vita, le femmine di Toxeus magnus si dedicano completamente alla cura dei loro piccoli, fornendo loro nutrimento e protezione. Questo comportamento unico tra i ragni, non è solo vitale per la sopravvivenza dei piccoli, ma ha anche un impatto positivo significativo sulla longevità delle madri. Lo studio, condotto dai ricercatori del Xishuangbanna Tropical Botanical Garden dell’Accademia Cinese delle Scienze, ha infatti dimostrato che le femmine che si prendono maggiormente cura dei loro piccoli vivono significativamente più a lungo di quelle che non lo fanno.

Il team di studiosi ha confrontato la longevità delle femmine che adottano comportamenti riproduttivi differenti. Ci sono quelle che non si accoppiano mai, quelle che lo fanno tante volte, quelle che si limitano a fornire il "latte" e poi le più premurose e "affezionate" di tutte, le madri che proteggono e accudiscono i loro piccoli anche dopo lo svezzamento e quando i ragnetti sono ormai indipendenti. I risultati hanno mostrato che le femmine che dedicano più tempo nelle cure èarentai, vivono in media 95 giorni in più rispetto ai maschi, praticamente più del doppio.

Ma soprattutto, queste mamme vivono molto più a lungo anche delle femmine che non si riproducono affatto e di quelle che si limitano ad "allattare" i propri ragnetti. Questa longevità prolungata non è influenzata dal numero di figli prodotti, ma è tuttavia direttamente collegata alla quantità e alla qualità delle cure fornite. Essere mamme molto apprensive ti fa vivere molto più lungo, nonostante tutto ciò rappresenti una sorta di paradosso in biologia. Investire nella produzione di uova e nel nutrimento e nelle cure parentali, è infatti energicamente molto più impegnativo e usurante.

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Maschio di Toxeus magnus. Foto da Wikimedia Commons

Anche semplicemente tenendo in considerazione il numero di bocche da sfamare tutte insieme oltre alla propria, si tratta di un investimento biologico senza dubbio molto impegnativo e costoso. E infatti, anche nelle femmine di Toxeus magnus, "allattare" i ragnetti riduce significativamente la longevità riproduttiva delle femmine, che tuttavia si allunga nuovamente quando le cure parentali proseguono anche oltre lo svezzamento. Al contrario, invece, nei maschi che si accoppiano una o più volte o che non si riproducono affatto, la durata media della vita rimane sempre la stessa.

Questo studio suggerisce quindi che questa differenza di ruoli nella riproduzione (con i maschi che si dedicano solo all'accoppiamento, mentre le femmine producono e accudiscono le uova e la prole) potrebbero essere la forza evolutiva trainante dietro le enormi differenze nella longevità degli adulti, nonostante il maggior investimento di energie e tempo delle mamme. Tutto ciò rappresenta un passo in avanti notevole nella comprensione dei benefici delle cure parentali e suggerisce che il ruolo della femmina nella riproduzione e nella cura dei piccoli sia un fattore chiave della maggiore longevità.

Le cure parentali prolungate, quindi, non solo aumentano le possibilità di sopravvivenza dei propri piccoli, ma favoriscono anche una vita più lunga e sana per le stesse madri, dimostrando che l'enorme investimento e il maggior impegno delle femmine porta benefici non solo ai piccoli, ma "premia" anche la mamma.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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