La Provincia di Verbano-Cusio-Ossola non ha un centro di recupero per gli animali selvatici e corre ai ripari con una manifestazione di interesse. Sul sito istituzionale della Provincia è stato pubblicato qualche giorno fa l’annuncio con cui si apre ad associazioni interessate a dare vita alla struttura che poi si dovrà occupare dell’accoglienza, la cura e la riabilitazione di fauna selvatica con lo scopo, poi, di arrivare alla liberazione una volta completato il percorso di recupero. Oppure, nel caso le condizioni dell’animale non consentano un ritorno in natura, il centro dovrà essere organizzato anche per l’eventuale permanenza in struttura.
«La Provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha da sempre un occhio di riguardo nei confronti della "natura" nel senso più lato e, quindi, anche nei confronti di tutte le specie animali che a qualsiasi titolo si trovano sul proprio territorio – così si legge sul sito istituzionale dell’Ente – a tale scopo si è ritenuto opportuno rivolgersi al pubblico, al fine di ottenere manifestazioni di interesse rivolte ad attivare il servizio di centro di recupero, cura, riabilitazione e reintroduzione di animali selvatici, in particolare quelli appartenenti a specie protette (CRAS) avviando un procedimento di indagine del mercato, attraverso apposito avviso esplorativo».
La Provincia cerca, come ovvio, un soggetto che sia in possesso dei requisiti sia di idoneità professionale sia di organizzazione dotando la futura struttura di personale e mezzi.
Le candidature si possono inviare in modalità cartacea o via mail, come dicato sul sito della Provincia di Verbano-Cusio-Ossola, entro le 12 del prossimo 15 settembre: una “call” che la Provincia spera dia i risultati sperati, perché la presenza dei cosiddetti “CRAS”, i centri di recupero per animali selvatici, è diventata ormai fondamentale per soccorrere e gestire la fauna selvatica, dai volpi ai lupi passando per i rapaci.
È ai CRAS che esemplari feriti o malati, ritrovati in strada, nei boschi o in altri contesti, vengono portati per essere sottoposti a visite, eventuali cure e percorsi di riabilitazione, e senza un riferimento territoriale è difficile intervenire adeguatamente e in maniera rapida e salvare loro la vita.