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18 Marzo 2021
15:21

In partenza il progetto IsoMed per lo studio delle migrazioni marine

Partirà a breve il progetto di ricerca IsoMed, per studiare i movimenti e altre caratteristiche ecologiche degli organismi marini che vivono nel Mar Mediterraneo. A parlarcene è Sarah Magozzi, a capo del progetto e postdoc presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia Biotecnologie Marine (SZN)

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Intervista a Dott.ssa Sarah Magozzi
Postdoc presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia Biotecnologie Marine (SZN)
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Partirà a breve il progetto di ricerca IsoMed per studiare, mediante l’utilizzo di traccianti chimici naturali, le migrazioni, la dieta e altre caratteristiche ecologiche degli organismi marini nel Mar Mediterraneo. Il progetto è condotto da Sarah Magozzi, postdoc presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia Biotecnologie Marine (SZN) con sede al Fano Marine Center (FMC). Il progetto è il primo tra i cinque che verranno supportati da Enel Foundation, multinazionale italiana dell'energia elettrica e del gas, e Extreme E, competizione internazionale di SUV elettrici che si svolge negli angoli più remoti del pianeta interessati dai cambiamenti climatici.

La ricerca si svolgerà sulla nave St.Helena durante il suo lungo viaggio dall'Arabia Saudita al Senegal che ha lo scopo di collegare due tappe della competizione automobilistica X Prix. Durante la "crociera" verranno raccolti campioni di plancton, ossia di quei piccoli organismi marini trasportati passivamente dalla corrente, per analizzare poi i traccianti chimici naturali presenti e costruire delle mappe spaziali, definite isoscapes, che permettono di avere importanti informazioni ecologiche anche su altri animali che direttamente o indirettamente si cibano di plancton. Per conoscere meglio il progetto, Kodami ha intervistato Sarah Magozzi, a capo del programma di ricerca.

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Dott.ssa Sarah Magozzi

In cosa consiste il progetto IsoMed?

«Abbiamo fatto richiesta per essere ospitati sulla nave St.Helena al fine di raccogliere campioni di plancton durante il viaggio attraverso il Mar Mediterraneo. La ricerca rappresenta una parte del mio progetto di post-dottorato il cui obiettivo è quello di costruire delle mappe della distribuzione spaziale dei traccianti chimici naturali, ossia degli isotopi stabili di azoto e carbonio, presenti nel plancton.»

Perché è importante campionare il plancton?

«Rappresenta la base della catena alimentare di molti organismi marini ed i valori degli isotopi del plancton vengono trasferiti lungo tutta la catena alimentare, passando dagli organismi che si cibano direttamente del plancton fino ai predatori. Questo concetto è ben rappresentato dal detto "noi siamo quel che mangiamo" ossia il plancton fornisce il segnale di base che viene riflesso in tutti i livelli della catena alimentare. Siccome questo segnale varia nello spazio, confrontando gli isotopi misurati nei predatori con quelli nel plancton possiamo riuscire a capire dove i predatori mangiano e di conseguenza dove e come si spostano.»

In che modo è possibile ricavare informazioni sui predatori dal plancton?

«Per esempio, se i valori di un predatore sono simili a quelli del plancton campionato vicino a Malta è possibile che quel predatore abbia mangiato in quell’area. Inoltre non sarà l'unica ricerca che si svolgerà a bordo della St.Helena, infatti verranno con me anche Eric Diaz Delgado, dottorando della SZN  che si occupa di elasmobranchi, ossia squali e razze, e Giuseppe Suaria, collega ricercatore presso l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del Consiglio Italiano delle Ricerche (CNR) esperto di inquinamento da plastica .  Giuseppe Suaria si occuperà di raccogliere microplastiche e di monitorare le macroplastiche per stimare in maniera più accurata la distribuzione e quantità di questo materiale in mare, soprattutto nel bacino levantino.»

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