«Non tutto ciò che vola è ben gradito all’oasi del Nervia»: a parlare sono i gestori e custodi della piccola oasi ligure, un fazzoletto di terra di appena 5 ettari in provincia di Imperia fondamentale per la biodiversità della zona. È, infatti, l'unica foce in ambiente naturale e non cementificata della provincia di Imperia, e una delle pochissime di tutta la Liguria, il che significa che attira ogni anno moltissime specie di uccelli migratori, soprattutto in primavera e in autunno. Peccato che non tutti la rispettino.
Nei giorni scorsi i gestori dell’oasi, che include il tratto finale del torrente Nervia ed è situata tra i Comuni di Ventimiglia e Camporosso, hanno notato la presenza di una persona impegnata a fare parapendio, in aperta violazione dei divieti imposti in quella che è considerata una zona speciale di conservazione per la biodiversità. Proprio per tutelarla è stato istituito il divieto di sorvolarla a bassa quota con droni, kyte-surf o parapendio appunto: il rischio è che le specie animali che la popolano, in particolare gli uccelli migratori, siano disturbati dall’attività umana e decidano di lasciarla. Con conseguenze devastanti sull’ecosistema.
«L’oasi del Nervia è una zona di riposo e occorre quindi mantenerla tale – spiegano i gestori – In altre situazioni, mezzi volanti a motore sono stati usati per guidare i primi voli di uccelli cresciuti in cattività e reintrodotti in natura. È ormai qualche settimana che questi parapendii a motore si divertono a fare evoluzioni a bassissima quota proprio al di sopra dell'area protetta, mettendo in fuga gli animali. Ma non è questo il caso».
La piccola oasi ha una vegetazione molto varia, che facilita la sosta di molte specie animali differenti. A oggi sono almeno 240 quelle di uccelli selvatici registrate nell’area, facilmente individuabili proprio per le ridotte dimensioni: «A inizio primavera è facile vedere i piccoli rallidi migratori come Schiribilla e Voltolino e più raramente anche la Schiribilla Grigiata, oltre a tutte le specie di aironi, di anatre selvatiche e di limicoli migratori – confermano i gestori – Purtroppo c'è ancora molto lavoro da svolgere per arrivare a una corretta tutela dell'area, e al momento il disturbo antropico è molto elevato, anche a causa della recente costruzione del ponte ciclopedonale».
A inizio maggio il Comune di Camporosso ha installato dei cartelli lungo la sponda del Nervia che rientra nel territorio comunale con l’obiettivo di rendere palesi i divieti in vigore in zona da ottobre a giugno compresi: vietato dare da mangiare agli animali, introdurre animali domestici, sorvolare l’area con qualsiasi mezzo e produrre rumori molesti, restrizioni «indispensabili per la tutela della fauna selvatica in un'area piccolissima come quella della nostra oasi», ma che, come dimostrato dal video condiviso nei giorni scorsi, non sempre vengono rispettate nonostante il rischio di multe salate.