Ogni anno in Nuova Zelanda viene eletta attraverso una votazione online la specie di uccello dell'anno. Un po' a sorpresa, questa volta, è stato il piccolo scricciolo di South Island ad aggiudicarsi il titolo di Bird of The Year 2022, sbaragliando specie molto più carismatiche e favorite nei sondaggi, come il pappagallo kea o il pinguino minore. Come tradizione ormai, anche quest'anno è stata una competizione abbastanza controversa e che ha scatenato non poche polemiche, arrivando persino a coinvolgere leader politici di ogni schieramento, compresa la prima ministra Jacinda Ardern.
Il concorso per eleggere l’uccello dell'anno è diventato infatti un evento piuttosto popolare in Nuova Zelanda, tanto da entrare in maniera prepotente al centro del dibattito pubblico, generando polemiche, ironia, schieramenti, discussioni e vere e proprie tifoserie. Una sorta di Sanremo, ma in salsa pennuta. Proteste molto feroci si erano infatti già sollevate durante la scorsa edizione, quando è stato permesso di partecipare (e addirittura vincere) a una specie minacciata di… pipistrello, il Chalinolobus tuberculatus.
Negli anni precedenti, invece, sono stati più volte smascherati numerosi tentativi di brogli a favore di alcune specie, come accaduto nel 2020, quando furono scoperti ben 1500 voti per il kiwi macchiato minore (Apteryx owenii) provenienti da account fake riconducibili allo stesso indirizzo IP. La cosa fece molto scandalo, ma anche quest’anno non sono mancate le polemiche.
Tra gli uccelli neozelandesi più carismatici e popolari c'è senza dubbio il kakapo, un buffo pappagallo notturno completamente inabile al volo e seriamente minacciato di estinzione. Al mondo ne restano poco più di 200 esemplari, quasi tutti conosciuti uno a uno dai ricercatori che lavorano per scongiurarne l'estinzione. Il kakapo è piuttosto noto anche fuori dei confini neozelandesi e si è già aggiudicato per ben due volte il titolo di uccello dell'anno, pertanto quest'anno gli è stato impedito di gareggiare per poter dare una possibilità anche ad altre specie.
La cosa non è andata giù ai fan del pappagallo e la varie tifoserie hanno dato il via a una vera e propria campagna elettorale per portare voti al proprio pennuto preferito. A quindici giorni dall'annuncio del vincitore, i fan dello scricciolo di South Island (Xenicus gilviventris), attraverso le pagine social dedicate alla specie, hanno realizzato numerosi meme per aiutare l'outsider a scalare le classifiche ed è stato proprio grazie a questa iniziativa che è riuscito a vincere proprio all'ultimo respiro contro il pinguino minore (Eudyptula minor).
Il sistema elettorale per decretare l’uccello dell’anno, tra l’altro, è tra i più complessi in circolazione. Non basta accumulare un maggior numero di voti – come comunque è riuscito a fare il pinguino minore quest’anno – perché il voto alternativo a preferenza multipla permette anche ai candidati con meno preferenze di vincere ugualmente. Si tratta di un sistema elettorale molto diffuso nei Paesi con cultura anglosassone.
Giocando col termine underdog (recentemente rispolverato anche dalla neo premier Giorgia Meloni), il vincitore a sorpresa è stato definito l'underbird diventato finalmente wonderbird. Lo scricciolo non gode infatti della stessa popolarità di specie più grosse o appariscenti, ma come molte altre rischia seriamente l'estinzione. Conosciuto anche come scricciolo delle rocce, si tratta di una specie che vola poco e male, che preferisce invece camminare o saltellare.
Vive in alta quota tutta l’anno, ha un aspetto buffo e tozzo per via della coda cortissima e possiede piedi enormi come racchettoni perfettamente adattati per camminare sulle rocce e sulla neve. Questa particolare abitudine lo rende però estremamente vulnerabile ai predatori alloctoni introdotti dall'uomo, come ratti e mustelidi, tra le minacce principali per il piccolo scricciolo assieme alla perdita di habitat e al riscaldamento globale.
I suoi fan sperano quindi che la vittoria possa servire ad attirare maggiore attenzione sul suo stato di conservazione, che è esattamente l'obiettivo principale di Forest and Bird, l’ONG conservazionista che organizza e gestisce il contest dal 2005. Ma come accade ormai da qualche anno, anche i principali leader politici del Paese sono stati coinvolti nell'accesissima competizione per eleggere l'uccello dell'anno.
Attraverso Twitter, il leader dell'opposizione Christopher Luxon, si era infatti schierato apertamente al fianco del beccotorto (Anarhynchus frontalis), un bizzarro limicolo dal becco curvo e asimmetrico che vive lungo i fiumi. Mentre la deputata Chlöe Swarbrick, ha sperato fino all’ultimo vincesse il piccolo pinguino minore, conosciuto come kororā in lingua Māori.
Anche alla premier Jacinda Ardern è stato chiesto esplicitamente se avesse già deciso per quale specie votare. Sorridendo, aveva inizialmente affermato che era molto difficile per lei rispondere a una domanda tanto controversa senza un po' di preavviso, ma ha poi fatto sapere che lei dal 2018 è rimasta sempre fedele al petrello di Parkinson (Procellaria parkinsoni), un uccello marino simile alle nostre berte e che si riproduce solo in un’area molto ristretta della Nuova Zelanda.
Tra il serio e l’ironico (ma fino a un certo punto), l'elezione dell'uccello dell'anno è diventato un appuntamento immancabile per i neozelandesi, ma è allo stesso anche uno strumento particolarmente efficace per promuovere la biodiversità del Paese, accrescere la consapevolezza sul proprio patrimonio naturalistico, parlare di crisi climatica e attirare l'attenzione nei confronti delle specie che rischiano seriamente di sparire per sempre.
Tutti gli uccelli che hanno accesso il dibattito, ispirato meme e che hanno fatto “litigare” i personaggi noti, sono seriamente minacciati di estinzione dalle attività umane, alcuni anche in modo critico. Senza questa competizione tanto popolare e seguita, in pochi avrebbero saputo dell'esistenza dello scricciolo di South Island, del beccostorto o del petrello di Parkinson, anche fuori dai confini neozelandesi.
In Nuova Zelanda si sono inventati un sistema nuovo e vincente per parlare di cambiamenti climatici, estinzioni e ornitologia a quasi tutti i livelli della società. Ed è sicuramente questo il risultato più importante a favore della meravigliosa e minacciata biodiversità neozelandese.