I dati parlano chiaro, e sono allarmanti: in Italia si spiaggiano in media 150-160 cetacei all’anno e il 30% delle morti è legato direttamente all’attività umana, numeri confermati dalla ricerca pubblicata da Greenpeace in occasione del “Mayday SOS Plastica”. Sotto accusa, inevitabilmente, finisce anche l’attività della pesca e le conseguenze che l’abbandono indiscriminato dell’attrezzatura in mare e sulle spiagge possono avere sugli animali che popolano i nostri mari.
Il tema è particolarmente sentito in Liguria, regione in cui si sviluppa gran parte del Santuario Pelagos, un’area marina protetta di 87.500 chilometri quadrati che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per tutelare i mammiferi marini che lo frequentano. Un’oasi di biodiversità che ospita decine di specie, dalla rara balenottera minore, avvistata a metà maggio al largo di Imperia, al più “comune” delfino passando per capodogli, stenelle, grampi, zifi. E reti, lenze e altra attrezzatura da pesca, per loro, rischiano di essere un nemico potenzialmente letale. Le reti, infatti, possono avvolgere la coda dei cetacei provocando lesioni e, inoltre, limitando i movimenti dell’animale rischiano di comprometterne la mobilità durante l’immersione. Tra le conseguenze peggiori, l’impossibilità di nutrirsi e gli spiaggiamenti.
Proprio per questo nelle ultime settimane l’attenzione degli attori dell’accordo Pelagos, sottoscritto nel 1999 per promuovere azioni congiunte tra i tre Paesi firmatari per la protezione dei cetacei e dei loro habitat, è stata focalizzata sulla formazione del personale che tutti i giorni solca il Mar Ligure per scopo di ricerca o di controllo.
In vista dell’estate l’accordo Pelagos, insieme all’International Whaling Commission e alla direzione marittima della Guardia Costiera di Genova, ha organizzato un corso di formazione per la diffusione delle pratiche di soccorso ai mammiferi marini rimasti impigliati in attrezzi da pesca. Destinatarie, le unità operative dei Paesi legati dall’accordo stesso e coinvolti nel piano di azione 2022-2027, cui è stato illustrato nel dettaglio il protocollo operativo da seguire in caso di avvistamento di un cetaceo in difficoltà.
Il corso si è tenuto a Genova ed è stato affidato al dottor David Mattila e al dottor Bob Lynch dell’IWC Global Whale Entaglement Response Network (rete internazionale che ha formato circa 1.300 operatori in 36 Paesi), ed è stato incentrato prima sulla presentazione delle popolazioni di cetacei interessate dalla problematica e poi sulle modalità di intervento, con approfondimenti sia teorici che pratici come manovre di avvicinamento, utilizzo degli strumenti e rimozione delle reti. L’accordo prevede, inoltre, anche la distribuzione di un kit di attrezzature specifiche da utilizzare sul campo.
Si tratta di una delle molte iniziative organizzate in Liguria per formare al meglio gli operatori che si occupano di tutela dei cetacei del Santuario. A Imperia, per esempio, si è svolto un altro corso di formazione, dedicato al primo soccorso di cetacei spiaggiati e curato dal Centro di Referenza Nazionale per le Indagini Diagnostiche sui Mammiferi marini spiaggiati (C.Re.Di.Ma) dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che da anni si occupa di intervenire e coordinare gli Enti coinvolti direttamente o indirettamente in eventi di spiaggiamento.
Alla due giorni di incontri hanno partecipato Angelo Ferrari, direttore generale IZSPLV, l’ammiraglio Sergio Liardo, direttore marittimo della Liguria, e Giuseppe Fossati, assessore all’Ambiente del Comune di Imperia. Le sessioni teoriche e pratiche sono state curate da Carla Gratarola e Cristina Casalone del IZSPLV, e da Sandro Mazzariol del dipartimento Sanità Pubblica, Patologia Comparata e Igiene Veterinaria dell’Università di Padova. Tra i temi trattati: descrizione della biologia dei cetacei del Mar Ligure, sicurezza e questioni legislative, fasi dell’intervento, progettazione e creazione di una rete di intervento. Poi spazio alle dimostrazioni pratiche, con l’intervento della squadra e primo soccorso sull’animale spiaggiato, procedure mediche, liberazione e monitoraggio.