Si è trasferita in Kenya dove ha votato la sua vita alla tutela della natura. Dopo un tentato omicidio da cui si salvò 4 anni fa, hanno riprovato ad ucciderla. Protagonista di quest’episodio è l’ambientalista d’origine veneta Kuki Gallmann. La donna è stata colpita sotto il ginocchio da un proiettile, nella riserva naturale di Laikipia. Trasportata all’ospedale Aga Khan di Nairobi, è rimasta lì ricoverata anche a seguito delle complicazioni dopo un intervento chirurgico.
La Gallmann aveva sorpreso un gruppo di 40 predoni armati che stavano attraversando l’area protetta. Due ore dopo avevano rubato 265 capi di bestiame dalla vicina comunità di Samburu. La situazione è particolarmente complessa nella zona: i residenti delle comunità vicine da tempo sono vittime di incursioni settimanali di banditi armati per rubare bestiame. Negli ultimi cinque mesi, a nord di Laikipia, ne sono stati portati via 15.000 capi.
Kuki Gallmann è figlia dell’alpinista Cino Boccazzi. Nel 1972 si è trasferita in Kenya insieme al secondo marito, Paolo, e al figlio Emanuele. Avevano acquisito il ranch di Laikipia, di 400 chilometri quadrati, nella Great Rift Valley. Per ricordare entrambi, morti negli anni Ottanta a causa di due incidenti, ha fondato la Gallmann Memorial Foundation, un’organizzazione che si occupa della tutela dell’ambiente e della biodiversità.
Il 23 aprile del 2017 venne ferita allo stomaco da un colpo d’arma da fuoco mentre pattugliava la riserva naturale di Laikipia, altopiano che ospita elefanti, rinoceronti, giraffe, zebre, antilopi. Quello spazio è al centro di una lotta tra i proprietari terrieri e i pastori semi-nomadi. Nella prima metà del XX secolo, prima dell’indipendenza dello Stato, i coloni bianchi vennero lì per coltivare grano e allevare bestiame. Per lei quelle terre, come ha raccontato in “I dreamed of Africa”, sono la zona di una «strana sensazione del déjà vu», come se fosse stata già lì in precedenza. Un amore, dunque, che ci sarebbe sempre stato e che mai si è concluso.