Da qualche anno a questa parte, ogni primavera o estate, arrivano puntualissimi titoli e articoli sensazionalistici che parlano dell'arrivo in Italia del pericolosissimo "calabrone killer", "calabrone gigante asiatico", "calabrone giapponese" o delle famigerate Vespa velutina e Vespa mandarinia. Non si riesce nemmeno a capire quanti e quali calabroni ci siano, spesso si fa anche riferimento alla letalità delle sue punture e alla minaccia che rappresenterebbe per uomo, api e biodiversità. Nella maggior quasi totalità dei casi sono persino sbagliate le foto a corredo. Ma quanto c'è di vero dietro queste notizie virali? Proviamo a fare chiarezza una volta per tutte su quali calabroni sono presenti in Italia e sulla loro pericolosità per uomo, api e biodiversità.
Calabroni killer in Italia: facciamo chiarezza
Partiamo subito col dire che, con tutti questi nomi a effetto, ci si riferisce il più delle volte, e in maniera molto confusa, a due specie di vespe ben distinte, entrambe di origine asiatica, ma dalle caratteristiche, distribuzione, dimensione e pericolosità molto differenti tra loro: la Vespa velutina e la Vespa mandarinia. La prima, V. velutina, è conosciuta anche come calabrone asiatico o dalle zampe gialle, può essere lunga circa 2 centimentri, è originaria del Sud-est asiatico ma dal 2004 ha iniziato a diffondersi anche in Europa, fino ad arrivare in alcune zone dell'Italia a partire dal 2012 in Liguria. La seconda invece, la V. mandarinia, è la specie di calabrone più grossa del mondo (oltre 5 centimetri), ed è diffusa in diversi paesi asiatici. Recentemente (2019) è arrivata anche in USA, ma non esiste alcun avvistamento accertato per l'Italia, né tantomeno per l'Europa.
Nel nostro paese, fortunatamente, la Vespa mandarinia non è arrivata (almeno non ancora) ma ci sono alcune zone dove invece Vespa velutina c'è e si sta diffondendo rapidamente. Al momento la maggior parte delle segnalazioni sono registrate soprattutto in Liguria, Piemonte e nelle Regioni vicine, e sono comunque limitate al nord Italia. Sono ancora piuttosto sporadiche e localizzate, ma trattandosi appunto di una specie aliena introdotta dall'uomo, la sua diffusione è costantemente mappata e monitorata con l'obiettivo, si spera, di eradicarla o perlomeno di contenerne la diffusione. La vespa è comparsa in Francia nel 2004, probabilmente introdotta con merci di origine cinese, e si è poi allargata velocemente in tutti i paesi vicini. Si tratta di una vespa molto simile al nostro calabrone, Vespa crabro, ma è più piccola e più scura. Ma è davvero così pericolosa come si dice?
Quali sono le differenze tra api, vespe e calabroni?
Quanto sono pericolosi i calabroni killer?
Diversamente da quanto circola in rete la Vespa velutina non è più aggressiva né più pericolosa di altre vespe o calabroni comunemente presenti in Italia. Il veleno di tutti gli imenotteri dipende dalla quantità e dalle dimensioni delle specie, e solo in soggetti allergici o particolarmente sensibili le conseguenze possono essere molto gravi o addirittura letali. Ma è esattamente quello che succede per tutti i calabroni, le api o le altre vespe italiane, per cui non vengono fatte campagne tanto allarmistiche e sensazionalistiche.
L'unico pericolo effettivo rappresentato da questa e altre specie è legato solamente all'invasività e ai danni che può causare alle api o agli ecosistemi locali. Le specie aliene o alloctone, che portate dall'uomo in nuovo territorio si naturalizzano e iniziano a riprodursi, sono uno dei pericoli maggiori per la biodiversità e gli ecosistemi autoctoni. Possono entrare in competizione con specie simili o danneggiare e impattare su vegetazione e animali, portandoli in molti casi addirittura all'estinzione. Sta succedendo con tantissime specie, come per esempio il gambero rosso della Louisiana.
Inoltre la Vespa velutina, come il nostro calabrone comune, può attaccare gli alveari di api da miele per catturare larve e adulti, nutrimento principale per le proprie larve. Le preoccupazioni principali sono quindi legati anche all'impatto che questa specie può avere sull'apicoltura e l'economia a essa legata.
Ciclo vitale e pericolosità per le api
Come molti altri imenotteri la Vespa velutina vive in colonie composte da una regina, pochi maschi e un grande numero di operaie sterili. Ogni regina fonda la propria colonia in primavera, iniziando a produrre sempre più operaie fino all'estate. In autunno il nido e la comunità raggiungono le dimensioni massime ed è in questo momento che vengono prodotti i maschi. Le giovani regine, una volta fecondate, cercano un riparo dove passare l'inverno per poi fondare un nuovo nido la primavera successiva e far ripartire il ciclo. L'intero arco di vita di un nido e dell'intera colonia dura in tutto un anno. Le regine costruiscono i nidi soprattutto sugli alberi, in cespugli o arbusti, ma anche attaccati a grondaie e tettoie in prossimità delle zone urbane. In molti casi per proteggere meglio il nido, preferiscono costruirlo in luoghi molto alti, al riparo da potenziali pericoli.
Gli adulti mangiano soprattutto frutta, ma quando devono nutrire le proprie larve, gli apiari possono diventare una fonte molto importante di cibo, visto che contengono una gran quantità di api. In Francia è stato notato che negli ambienti urbani, dove la concentrazione di arnie è elevata, la dieta della Vespa velutina può essere costituita per quasi il 70% da api sia domestiche che selvatiche. Il pericolo quindi riguarda non solo le api da miele, ma anche tutte le altre specie autoctone di api impollinatrici, come bombi, osmie e altri imenotteri. Non è ancora del tutto chiaro quanto questo impatto su apicoltura e biodiversità sia grande, ma come per ogni specie aliena sarà fondamentale contrastarne la diffusione ed eradicarla prima che sia troppo tardi.
Calabroni killer: le specie presenti in Italia
Occorre quindi monitorare, stare attenti e segnalare, appena possibile, tutti i nuovi avvistamenti, ma bisogna fare molta attenzione. Come detto in Italia sono presenti anche altre specie molto simili alla Vespa velutina e nella quasi totalità dei casi sono queste a essere avvistate. La prima è Vespa crabro, il comunissimo calabrone europeo. È presente in tutta la penisola ed è più grande di V. velutina. Le operaie sono lunghe circa 2,5 centimetri, mentre le regine possono arrivare anche a 3,5. La sua aggressività è molto sovrastimata e attacca solamente quando si disturba il nido o in situazione di pericolo evidente. Essendo una specie autoctona è importante per gli ecosistemi e il controllo dei parassiti, e non bisogna creare allarmismo intorno alla sua presenza o diffusione. La seconda specie più comune è Vespa orientalis, che a prescindere dal nome è una specie autoctona. È presente solamente nelle zone più calde dell'Italia meridionale e può arrivare fino a 3 centimetri di lunghezza. Anche lei preda le api con tenacia e aggressività, ma non è invasiva come V. velutina né più pericolosa di altre vespe.
Sono soprattutto queste due le specie che vengono quindi erroneamente scambiate per calabroni killer e puntualmente segnalate in giro per l'Italia. Fate attenzione quindi a non generare allarmismi né diffondere fake news. Per riconoscere la Vespa velutina, la sua diffusione in Italia e capire se e come segnalare la sua presenza affidatevi alla rete Stop Vespa Velutina, un progetto finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dall'Unione Europea che continua a monitorare e informare sulla presenza di questa specie in Italia.