I pozzi aperti sono un problema antico. Rappresentano la salvezza per molte comunità rurali perché offrono la possibilità di avere a disposizione l’acqua che vi si raccoglie ma, contemporaneamente, si trasformano in trappole mortali per i tanti selvatici che inavvertitamente ci precipitano dentro. Secondo un rapporto pubblicato dal quotidiano indiano Hindustan Times fino al 2017 circa 1.500 animali avevano perso la vita a causa dei pozzi aperti: zibetti, sciacalli, pitoni ma anche serpenti comuni e cobra, iene, cervi sambar, nilgai e orsi e bradipi sono i selvatici che, anno dopo anno, sono stati ritrovati, e a volte salvati, dal profondo di questi serbatori di acqua. Fra loro anche più di quaranta leopardi, animale iconico e mai abbastanza protetto. Per questo Wildlife Sos, nato nel 1995 come piccolo centro di soccorso per animali in difficoltà fondato da Kartick Satyanarayan e Geeta Seshamani in un garage di Delhi, ha allargato le sue attività con il progetto Open Wells che si prefigge di coprire i pozzi aperti nel Maharashtra per salvare i leopardi e altri animali che vi cadevano accidentalmente.
Con la sua capitale Mumbai, oltre 22 milioni di abitanti, la sua Bollywood cinematografica e un’infinità di templi indù, la vasta regione del Maharashtra soffre da sempre di questo problema. «Wildlife SOS ha lanciato l'Open Wells Conservation Project, una massiccia iniziativa per coprire i pozzi aperti del Maharashtra, nel tentativo di trasformare lo stato in un rifugio sicuro per i leopardi e altre specie – spiega a Kodami Mahendra Balu Dhore, project manager dell’organizzazione per questa iniziativa. – Dopo anni di ricerca sul campo, questo enorme progetto è stato finalmente avviato nel 2022. Il nostro obiettivo principale è attualmente quello di coprire il maggior numero possibile di pozzi aperti nel Maharashtra. Salviamo attivamente animali dai pozzi aperti di questo territorio da oltre 15 anni, il che ci ha fornito dei risultati di inestimabili ricerche sul campo ed di grande esperienza nella regione».
Dal suo avvio nel 2022, il progetto ha coperto con successo 14 pozzi nel Maharashtra. Per il 2024, l’organizzazione è determinata a mantenerlo e ad aumentare i lavori di copertura dei pozzi. «Abbiamo cominciato nel 2022 con l'obiettivo di coprire i pozzi aperti nel Maharashtra per salvare i leopardi e altri animali che vi cadevano accidentalmente – continua il project manager. – Questi pozzi di terra non rivestiti, che forniscono l'accesso alle acque sotterranee, rappresentavano un pericolo per la fauna selvatica poiché mancavano di coperchi o barriere per impedire agli animali di cadere. Ma poiché molti di questi pozzi lo sono fonti d'acqua essenziali per le comunità i cui mezzi di sostentamento sono basati sull'agricoltura, riempirli non era un’opzione praticabile. Il progetto invece prevede l'identificazione e la copertura di questi pozzi per garantire la sicurezza di entrambi: gli animali selvatici e i pozzi come fonti d'acqua».
Nel 2024, quindi, oltre a continuare nella sua missione di ridurre la mortalità della fauna selvatica causata dalla presenza dei pozzi aperti, il progetto mira a migliorare la progettazione e a testare nuovi materiali da utilizzare per le coperture dei pozzi per aumentarne l’efficacia e ottimizzarne il rapporto costo-efficacia. «Vogliamo favorire la collaborazione con ingegneri per perfezionare un progetto che non si limiti solo a prevenire incidenti ma affronti anche altri aspetti cruciali. Per esempio, un design migliorato che miri a combattere l'evaporazione dell'acqua, oltre a salvaguardare il pozzo dai detriti, preservando così la qualità dell'acqua. Implementando tali soluzioni, miriamo a garantire che questi pozzi storici, parte integrante del patrimonio indiano, possano prosperare "bene" nel futuro».
Negli anni sono moltissimi i salvataggi che hanno avuto grande risonanza soprattutto per le difficoltà riscontrare nelle operazioni di recupero. «C'è stata un'operazione di salvataggio in cui Wildlife SOS in collaborazione con il Dipartimento forestale hanno salvato un cobra dagli occhiali e uno sciacallo dorato che erano rimasti intrappolati insieme in un pozzo asciutto profondo 25 piedi» racconta Mahendra Balu Dhore. Sono proprio le aree cuscinetto intorno alle foreste, che segnano il passaggio tra le aree forestali e l'insediamento umano, quelle maggiormente disseminate di pozzi scoperti. Gli animali si avvicinano sempre di più perché sempre di più si trovano a competere tra di loro per la diminuzione di prede, del territorio e delle fonti d'acqua, trovandosi così costretti ad avventurarsi negli insediamenti umani, il che li mette a rischio di cadere nei pozzi scoperti. Nel 2020 i volontari di Wildlife SOS si sono dovuti ingegnare per salvare un leopardo che era caduto in un pozzo pieno d’acqua e profondo quasi 14 metri. L’animale, stremato dalle ore trascorse nuotando nell’acqua per tenersi a galla, alla fine si è convinto ad entrare in una cassa che è stata calata dai volontari dall’alto e grazie alla quale è stato trasportato fuori da pozzo e messo in salvo.
«Diversi salvataggi sono stati effettuati anche nello stato indiano dell'Uttar Pradesh – spiega Mahendra Balu Dhore che sottolinea che il problema dei pozzi aperti persiste in altri stati di tutta l’India. – Estendere questo progetto ad altre parti dell’India è certamente un obiettivo, ma ci sono sfide da superare. Una delle principali sfide è la mancanza di risorse, sia in termini di risorse umane che finanziarie. Tuttavia, ovunque i pozzi aperti rappresentano una minaccia per la fauna selvatica e gli ecosistemi, esiste la possibilità di espandere i nostri sforzi per mitigare questo problema e proteggerlo animali. Perché alla fine il motivo per cui Wildlife SOS ha lanciato questa iniziativa è rendere gli habitat più sicuri per i leopardi e per le altre specie».