Per quanto entrambi appartenenti alla famiglia dei felidi, gatti e leoni sono due specie molto diverse tra di loro, che presentano alcune somiglianze ma anche e soprattutto numerose differenze. In virtù di ciò gli scienziati, già a partire dagli studi linneani di metà Settecento, hanno scelto di inserire questi due animali in due generi diversi, Felis per i gatti e Panthera per il leone.
Tolte la somiglianze superficiali, infatti, questi animali sono così tanto lontani filogeneticamente (cioè dal punto di vista evolutivo) che anche volendo – a differenza dell'incrocio fra cani e lupi – è impossibile che nasca un ibrido gatto-leone, poiché le due specie non sono interfeconde fra di loro.
Ciò che hanno in comune è prevalentemente lo stile e il comportamento predatorio, che si affida soprattutto agli agguati e molto meno alla corsa o nei salti, come avviene per esempio nei ghepardi o nelle tigri. Tuttavia, per quanto riguarda habitat, ecologia, strutture sociali, prede e dimensioni sono animali evidentemente molto lontani tra loro.
Per esempio, i gatti selvatici prediligono di gran lunga una vita solitaria, mentre nei leoni solo alcuni maschi sub-adulti vivono questa condizione. I gatti selvatici vivono principalmente nel cuore delle foreste continentali euroasiatiche o delle praterie particolarmente erbose, mentre i leoni vivono esclusivamente in ambienti di savana, deserto e tutt'al più nelle foreste semiaperte centroafricane o indiane. Sono però molte altre le caratteristiche che li contraddistinguono ed è bene sapere quali sono, in modo da capire perché solo i gatti sono riusciti a subire il processo di domesticazione da parte dell'uomo.
Differenze morfologiche fra gatto e leone
Le dimensioni delle diverse varietà di gatto non possono mai raggiungere quelle di un leone. Quest'ultimo, infatti, può arrivare anche i 2,2 metri di lunghezza per 190 chili di peso, mentre un gatto domestico misura in media 50 cm di lunghezza per pochi chili di peso.
Anche il colore della pelliccia risulta essere molto differente. Il leone ha infatti un manto giallo senape molto intenso, che può diventare bruno in alcune parti del corpo, come la criniera dei leoni maschi. Al massimo, i leoni presentano qualche ciuffo di pelo rosso o nero sulla punta della coda e in sporadiche parti del corpo.
I gatti selvatici, invece, presentano un manto con diverse tonalità di colore grigio brunastre, mentre i gatti domestici presentano una pelliccia che dipende dalle scelte estetiche dell'uomo, con l'eccezione di alcune razze che non presentano mantello come lo Sphynx, il cui colore deriva dalla pigmentazione diretta dell'epidermide.
I gatti, inoltre, non hanno mai una criniera e hanno a disposizione la possibilità di sviluppare iridi dal colore particolare, come l'azzurro o il grigio chiaro. I leoni invece hanno quasi sempre le iridi giallo senape. Ricordiamo poi che le pupille dei gatti presentano delle forme particolari, quasi ellittiche, mentre i leoni possiedono una pupilla circolare, per via della differenti condizioni di luminosità a cui questi animali sono sottoposti.
Anche a livello dei denti e degli artigli queste due specie presentano dimensioni diverse. Mentre i gatti possono infatti catturare prede tutt'al più grandi quando un piccolo coniglio, i leoni possono in casi estremi cercare anche di abbattere in gruppo prede delle dimensioni di un piccolo elefante o di un bufalo africano. Dunque, quest'ultimi hanno evoluto delle armi offensive più adatte ad affrontare prede di tali dimensioni.
Infine, anche gli organi di senso, come gli occhi e le orecchie, presentano in questi animali delle forme specifiche che adempiano allo scopo di catturare il maggior numero di prede possibili, ma in contesti ecologici differenti.
Differenze comportamentali tra gatto e leone
Mentre i gatti vivono prevalentemente da soli e vanno raramente a caccia in gruppo, i leoni invece fondano l'intero loro successo ecologico sulla socialità e nella istituzione di branchi, molto numerosi, in grado di coordinarsi fra di loro. Tali gruppi, inoltre, raramente accettano degli esemplari appartenenti ad altre famiglie, mentre nelle colonie di gatti inselvatichiti e in quelli domestici i gruppi sono formati spesso da esemplari non imparentati fra di loro.
Anche poi a livello riproduttivo questi due felini presentano delle caratteristiche specifiche. Mentre i gatti non formano delle vere e proprie famiglie e i maschi girovagano all'interno di un territorio per "sedurre" il maggior numero di femmine, i leoni maschi combattono fra di loro per ottenere il controllo di un harem. Questo è formato da diverse femmine imparentate che convivono insieme per aiutarsi a vicenda nella caccia e nella crescita dei piccoli.
Rispetto inoltre all'accoppiamento dei gatti, quello dei leoni può essere considerato meno doloroso per le femmine rispetto ai felini domestici. I gatti maschi infatti possiedono un pene con una forma peculiare, che serve a raschiare le pareti vaginali della femmina nel tentativo di eliminare lo sperma di altri maschi e di assicurarsi la nascita della propria progenie.
Per quanto riguarda invece le diverse tipologie di comunicazione, i leoni proteggono il loro territorio insieme al resto del gruppo, comunicando al branco l'eventuale arrivo di invasori. Per farlo utilizzano varie tipologie di vocalizzazioni, che hanno la funzione di segnalare il pericolo come anche di intimorire gli intrusi.
I gatti invece, essendo particolarmente restii a condividere il proprio territorio, ne comunicano agli estranei i confini soprattutto tramite segnali odorosi, limitandosi a miagolare e a vocalizzare solo quando si trovano a pochi metri da un invasore. Questo comportamento, che può sembrare poco efficiente, tuttavia in realtà presenta numerosi vantaggi, in quanto garantisce all'animale di risparmiare risorse e di poter controllare indirettamente territori molto estesi, con il minimo sforzo.
Differenze di habitat
Prendendo in considerazione solo le popolazioni selvatiche, i gatti e i leoni abitano due tipologie di ambienti e di climi molto distanti fra di loro.
Mentre i leoni abitano attualmente gran parte della savana africana e le zone aride di Asia e Africa, come il deserto del Kalahari e alcune regioni dell'India, i gatti selvatici abitano soprattutto le foreste europee e centro-asiatiche, spingendosi verso sud solo raramente, con alcune ridotte popolazioni che abitano le praterie che fungono da confine a questi grandi territori.
In passato, in verità, il leone abitava anche parte dell'Europa (la penisola balcanica) e del Sahel, essendo questa specie in grado di adattarsi anche ad ambienti cespugliosi e di foreste decidue. Tuttavia, per via della caccia perpetrata fin dall'epoca di greci, fenici e romani, questi animali subirono un pesante crollo demografico, che li portò all'estinzione in alcune zone dell'Africa e in Europa già prima della caduta dell'Impero Romano d'Occidente.
I leoni che abitavano l'Europa e parte dell'Africa settentrionale, tuttavia, non facevano parte della stessa sottospecie dei leoni africani attuali ed è per questa ragione che vengono considerati tra le prime vittime dell'antropizzazione selvaggia dell'ambiente Mediterraneo. Inoltre, bisogna anche annottare che l'attuale gatto domestico deriva quasi certamente da una popolazione nordafricana di gatto selvatico, che oltre a vivere nei piccoli boschi dell'Atlante era già stata domesticata dall'uomo, poco prima dell'avvento dei primissimi faraoni egizi.
La presenza comunque delle antiche popolazioni di leoni e gatti ci permette di capire come sin dall'origine questi animali convivessero raramente, essendo queste infatti adattate a ecosistemi con condizioni di umidità e risorse completamente differenti.