Crescono le specie protette in Cina: diventano 980 gli animali che sono passati sotto la protezione dello Stato. E’ questo uno degli effetti delle campagne governative nella lotta alla Covid-19 e che passa attraverso lo stop al commercio degli animali selvatici e alla distruzione degli habitat. Alla ribalta internazionale, nel gennaio 2020, era finito l’ormai famoso mercato del pesce di Wuhan, noto per vendere specie animali esotiche. Sarebbe partito da lì Sars-Cov-2, il virus che causa la Covid-19, che avrebbe fatto il salto di specie dai pipistrelli all’uomo attraverso una specie intermedia. Si pensa che il passaggio sia avvenuto con i pangolini.
I Ministeri delle foreste e dell’agricoltura di Pechino hanno sottolineato come l’adeguamento dell’elenco delle specie protette fosse ormai «estremamente urgente» ed ecco perché ne sono state aggiunte 517 in più rispetto alla versione originale che risaliva a più di 30 anni fa. Tra gli animali che sono stati aggiunti nell’elenco della fauna protetta anche lo zibetto a grandi macchie (ora in via di estinzione), gatti leopardo, procioni e diverse specie di uccelli.
Tra le specie ora considerate protette, anche il lupo (che ottiene una protezione statale di "secondo livello") dopo essere stato considerato per lungo tempo solo come un pericolo per gli allevamenti. Per gli animali che hanno la protezione di primo livello, come il panda, il pangolino o la focena senza pinne dello Yangtze è prevista la detenzione in caso di caccia o traffico.
L’obiettivo del governo cinese è proprio quello di sviluppare una maggiore collaborazione con le istituzioni locali per avviare un’attività di identificazione della fauna selvatica (anche marina) e, successivamente, fare programmi di protezione degli ambienti naturali.
Le focene senza pinne dello Yangtze
Lo Yangzte è il terzo fiume più lungo al mondo dopo il Rio delle Amazzoni e il Nilo. E' noto anche come Fiume Azzurro e la sua foce è a Shangai. Qui vive una delle tre sottospecie cinesi della focena senza pinne (la Neophocaena phocaenoides), chiamata dai cinesi jiangzhu, maiale di fiume (nella foto in alto). La focena è tra le specie più minacciate dalle reti dei pescatori (le sue piccole dimensioni la fanno rimanere impigliata) e dalla modifica dell'habitat. Ecco perché la sua tutela è stata elevata al livello massimo. Le sue "sorelle" vivono nel Mar Cinese Meridionale e nel Mar Giallo. Delle tre, quella dello Yangtze è la più minacciata proprio a causa dell’inquinamento del fiume. E' la focena a cui manca una vera pinna dorsale, vive solitamente in piccoli gruppi, da tre a sei. La specie ha una tipica testa arrotondata. Ha un colore uniforme, da grigio scuro a grigio chiaro e ha i denti con una tipica forma a spatola. E' nota per uscire dall'acqua sostenendosi con la coda.
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Pollution e realizzato dall'Accademia cinese delle scienze ha anche notato come sia messa in pericolo anche dall'inquinamento sonoro sottomarino. Circa il 70% dei siti analizzati alla foce dello Yangtze presentava livelli di rumore troppo alti per l'udito della focena e l'8% dei siti aveva un rumore tale da causarle lesioni all'udito.