In Cile un uomo di 53 anni è stato infettato dal virus dell'influenza aviaria del ceppo H5N1. Lo ha fatto sapere il Ministero della Salute cileno. Nel corso di una conferenza stampa, la ministra Ximena Aguilera ha fatto sapere che le condizioni dell'uomo sono stabili, anche se il quadro è grave, e che sperano che si tratti di un caso isolato.
«L'influenza che ha compromesso le basse vie respiratorie – ha spiegato la Ministra – Come conseguenza dei protocolli che abbiamo in atto in questo momento, per tutti i casi di polmonite grave si cerca l'agente eziologico, che in questo caso era l'influenza. Poiché non è stato possibile classificarlo, è stato inviato all'Istituto di sanità pubblica, dove è stato rilevato che si trattava di un virus H5N1, che è un virus aviario».
Al momento sono incorso le indagini epidemiologiche per comprendere l'origine dell'infezione e se altre persone hanno contratto il virus, tuttavia non è stata ancora resa nota la fonte del contagio. Il Ministero cileno invita però a mantenere la calma: non ci sono prove che la trasmissione del virus sia avvenuta da persona a persona. La maggior parte delle gravi infezioni umane già segnalate sono state correlate all‘esposizione non protetta ai volatili malati, in particolare negli allevamenti. E anche Aguilera ha sottolineato che «il rischio per l'uomo è limitato a quelle persone che sono in contatto con animali malati».
La ministra ha poi ricordato che nel continente americano erano già noti casi di contagio dagli uccelli ai mammiferi. Il caso più eclatante si è verificato a febbraio 2023 quando sono stati trovati morti sulle coste di Lima, in Perù, 585 leoni marini e 55.000 uccelli selvatici. Secondo le autorità locali la causa è da imputarsi all’epidemia di influenza aviaria, ceppo H5N1, lo stesso dell'uomo ricoverato in Cile.
Un dato di cui aveva tenuto conto anche l'ultimo report sull'influenza aviaria dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del Laboratorio di riferimento dell'UE per l'influenza aviaria (EURL) dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Nel documento, pubblicato prima del caso cileno, gli esperti avevano evidenziato che «sebbene siano state segnalate sporadiche infezioni di influenza aviaria nell'uomo, che possono causare malattie gravi ed avere esiti fatali, le infezioni umane rimangono un evento raro». A ciò si aggiunge che «Il rischio per la popolazione generale in Europa è valutato come basso».