I pipistrelli sono tra i pochi gruppi di mammiferi che sono riusciti a dominare l'aria e buona parte di essi si riposa durante il giorno all'interno delle foreste o delle grotte. Una domanda però sorge spontanea nelle menti dei curiosi che si avvicinano per la prima volta a questi tanto vituperati ma al contempo affascinanti animali: in che modo riescono a vedere durante la notte e fanno a volare all'interno delle grotte, senza scontrarsi tra loro con gli oggetti?
Questa domanda ha appassionato i naturalisti per diversi secoli, finché le moderne tecnologie e il progresso scientifico non ci hanno permesso di ascoltare meglio e interpretare i "versi" prodotti da questi animali. Per quanto infatti molte persone, all'udire le vocalizzazioni dei pipistrelli cedono alla paura a causa degli stereotipi dei film horror, in verità questi animali si dimostrano molto silenziosi e pacifici ed è stato difficile per la scienza anche solo catturare le loro vocalizzazioni. Ed è dopo aver analizzato gli occhi di questi animali che gli scienziati hanno cominciato ad interessarsi maggiormente al vero sesto senso di questi animali: l'ecolocalizzazione.
I pipistrelli infatti oltre a possedere un paio di occhi particolarmente ricchi di coni e bastoncelli – le cellule recettrici dei colori – possiedono anche un vero sonar, che è in grado di permettergli innanzitutto di non scontrarsi con le superfici delle grotte, con le fronde degli alberi e con altri esemplari. L'uso però principale di questo strumento è quello di catturare le prede durante la notte, che il più delle volte proprio per sfuggire ai predatori diurni escono solo durante la sera, risultando la fonte di cibo perfetta per questi animali.
Ricordiamoci comunque che non tutte le specie di pipistrelli sono predatrici. Esistono infatti molte specie, come le volpi volanti, tra l'altro diurne, che si nutrono prevalentemente di frutta. E se un tempo si pensava che questi animali non disponessero del sonar, in quanto per loro l'ecolocalizzazione non sembrava essere funzionale, numerose ricerche testimoniano che anche queste specie possono sfruttare questo strumento, seppur con una capacità ridotte, per individuare gli alberi da frutto più appetitosi per il loro palato.
Occhi e orecchie aperte e il sonar garantiscono così a tutti i pipistrelli di scovare il cibo, oltre a impedirgli di schiantarsi al suolo o contro le cortecce degli alberi.
Cosa fanno di notte i pipistrelli?
Come detto, la maggior parte dei pipistrelli escono dalle proprie tane di notte, intenti a cacciare le loro prede. Per quanto però l'immaginario collettivo abbia voluto attribuire a questo gruppo di animali il ruolo di perfetti parassiti della natura, in verità i pipistrelli succhia sangue – i cosiddetti pipistrelli vampiro – sono una piccola minoranza e vivono in Sud America, dove si nutrono saltuariamente, anche del sangue di alcuni animali di allevamento, provocandogli delle piccole ferite superficiali che raramente s'infettano.
Essi hanno assunto questo comportamento perché in periodi di scarsità di risorse non riescono ad integrare a sufficienza diversi elementi nutritivi che è possibile però trovare nel sangue dei mammiferi. Quindi hanno "inventato" una molecola chiamata draculina, emesso dalla lingua, che permette alle ferite inferte agli altri animali di non coagularsi, in modo che i pipistrelli vampiro possano leccare per bene il sangue.
La maggioranza dei pipistrelli tuttavia si ciba principalmente di insetti o di piccole prede, che riesce a individuare durante la notte in maniera simile da quanto fatto dai gufi, che condividono con queste creature il regno della notte. Il momento in cui genericamente i pipistrelli scelgono di prendere il volo e di abbandonare temporaneamente le loro tane è di solito il tramonto, poiché coincide con l'arrivo del riposo delle altre creature che potrebbero cacciare i pipistrelli stessi e con l'entrata in scena di diversi insetti, tra cui le falene, di cui questi animali vanno ghiotti.
Entrati in scena, i pipistrelli così passano diverso tempo ogni notte a volteggiare sopra e sotto le fronde degli alberi, ma anche fra i grattacieli delle città, qualora abitassero vicino ad una comunità umana, cacciando qualsiasi tipologia di animale fosse in grado di finire all'interno della loro bocca. Come detto però sono soprattutto le falene ad attrarli. Ed è per questo se sono facilmente visibili nei pressi dei lampioni stradali, in quanto seppur odiano la luce artificiale essa attrae invece molti insetti, fungendo da supermarket di questi mammiferi.
Rimpinzati a dovere, i pipistrelli hanno anche il tempo ogni notte di socializzare tra di loro, visto che di solto vivono in complesse comunità, e dopo aver giocato e volato insieme agli altri componenti del loro gruppo, prima dell'arrivo dell'alba ritornano sulla strada di casa, dove rimarranno appesi a testa in giù fino al tramonto successivo, digerendo e sonnecchiando, cercando di limitare al massimo il consumo di energia.
Le specie diurne invece, come le volpi volanti di prima, seguono gli stessi cicli, ma invertendo il ciclo giorno notte. Per non parlare poi di quelle specie, completamente vegetariane, che hanno scelto invece la notte per andare a visitare i fiori dei cactus nei deserti americani, fungendo da impollinatori. In questo caso questi animali scelgono la notte poiché durante il giorno le temperature si rivelano così alte che sarebbero capaci di ucciderli dopo pochi minuti.
Cosa usano i pipistrelli per orientarsi?
Tutti i pipistrelli per orientarsi e decidere dove catturare il maggior numero di prede sfruttano i loro versi per ricreare mentalmente la struttura quadridimensionale dell'ambiente circostante.Proprio come gli strumenti umani, essi infatti riescono a valutare le distanze di qualsiasi oggetto e a capire se una determinata preda (o un altro esemplare) si stia dirigendo verso o lontano dalla loro posizione.
Nella notti più buie infatti, seppur questi animali presentano di una buona vista notturna e di una grande memoria spaziale, orientarsi nell'oscurità è un'impresa abbastanza improba, anche perché le prede solitamente sono molto piccole, veloci ed efficaci ad eludere i movimenti dei predatori e il contesto ambientale stesso è in perenne movimento, per via del vento o della presenza di altri predatori.
L'ecolocalizzazione si è dunque dimostra per questi animali la strategia migliore per continuare a sopravvivere. Un adattamento evolutivo perfetto per contrastare le avversità che spesso colpiscono le battute di caccia o la semplice vita quotidiana dei pipistrelli. Per quanto affascinante e spesso paragonata (anche da noi) ad un sonar, come funziona esattamente?
Come fanno i pipistrelli a vedere nel buio?
I pipistrelli, quando sono costretti a sfruttare entrambi i sensi per ricostruire l'ambiente che hanno attorno, sfruttano simultaneamente la vista e l'udito per carpire le informazioni necessarie alla ricostruzione della loro posizione nello spazio. Per farlo però devono essere in grado di sfruttare dei suoni ad alta frequenza che raramente sono presenti in natura. Per risolvere quindi questo problema, i pipistrelli hanno dovuto inventare "il sonar" che, dopo essere stato integrato agli organi percettivi della vista e dell'udito, ha cominciato a lavorare di fino, per modulare la frequenza corretta del suono in grado di captare la presenza delle altre creature.
Questi suoni vengono emessi tramite la contrazione dei muscoli della laringe, rimbalzano sulla superficie degli oggetti o degli animali presenti all'interno di un certo raggio dall'animale, che cambia di specie in specie, tornano indietro e vengono captati dalle orecchie dei pipistrelli, che si sono evolute per recepire il minimo segnale di ritorno provenienti dal sonar.
L'ecolocalizzazione dei pipistrelli è funzionale soprattutto per quelle prede molto piccole e che battono le ali ad un'elevata frequenza, producendo un segnale di ritorno molto forte che è caratteristico proprio delle prede di cui si cibano questi animali. Per quanto questo sistema sia efficiente, alcune specie tuttavia hanno sviluppato una tecnica di difesa contro i pipistrelli.
La falena tigre (Cymbalophora pudica) per esempio emette una sorte di click che è in grado di disturbare il radar dei pipistrelli e lo fa flettendo semplicemente un organo chiamato timpano, presente su entrambi i lati del torace. La cosa molto interessante è che alcune specie di pipistrelli riescono a individuare con precisione oggetti dallo spessore di un capello umano, mentre questi cadono nel buio della notte.
Per essere funzionale, il sistema ecolocalizzatore dei pipistrelli deve emettere circa 190 richiami sonori al secondo. Per aiutarsi in questo compito, alcune specie hanno allora deciso di emettere i richiami (noti scientificamente come clic) non solo con la laringe, ma anche con il battito delle ali. Le specie che hanno scelto questa modalità di ecolocalizzazione sono tra l'altro quelle più grandi, che hanno cominciato a cambiare dieta e a spingersi nel cibarsi di frutta, che dal punto di vista calorico gli permette di nutrirsi più efficacemente, rispetto alla caccia alle falene.