Nel nord dell'Australia, un'insolita minaccia sta mettendo a rischio la vita dei coccodrilli d'acqua dolce: i rospi delle canne, anfibi famosi per la loro tossicità letale. Importati accidentalmente dall'America del Sud negli anni 30, questi anfibi invasivi stanno devastando gli ecosistemi e l'agricoltura locali, causando anche la morte di numerosi predatori autoctoni, tra cui serpenti, varani e appunto coccodrilli, che mangiandoli rimangono avvelenati.
Per fronteggiare questa emergenza ecologica, un gruppo di scienziati della Macquarie University, in collaborazione con i ranger, le popolazioni locali e le autorità, hanno deciso di sviluppare un piano strategico tanto ambizioso quanto bizzarro: insegnare ai coccodrilli a non mangiare i rospi delle canne, facendogli associare il consumo di questi anfibi a un'esperienza altamente sgradevole. E sorprendentemente, la cosa sta funzionando piuttosto bene.
Il coccodrillo di Johnson o d'acqua dolce (Crocodylus johnstoni) è una specie endemica e di grande importanza culturale per le popolazioni indigene dell'Australia settentrionale, in quanto animali quasi totemici. La perdita di questi predatori, oltre però a rappresentare un duro colpo alla cultura e alle tradizioni locali, sconvolge anche l'armonia degli ecosistemi e la biodiversità dei fiumi.
La scomparsa dei coccodrilli, infatti, provoca un aumento incontrollato delle loro prede, come crostacei e pesci, che crescendo numericamente senza limiti, sottraggono spazio e cibo ad altre specie. Durante la stagione secca, quando i corsi d’acqua nel nord dell'Australia si trasformano in piccole pozze isolate, i coccodrilli si trovano costretti a convivere in spazi ristretti e con risorse alimentari limitate.
È soprattutto in queste condizioni che i rospi delle canne (Rhinella marina), alla ricerca di acqua, entrano più di frequente in contatto con i rettili, portando a un aumento enorme de numero di coccodrilli morti per via del veleno ingerito dopo aver mangiato questi anfibi estremamente tossici. Tra il 2019 e il 2022, un gruppo di scienziati della Macquarie University, ha deciso di provare un esperimento di ecologia comportamentale senza precedenti.
La tecnica scelta è quella della cosiddetta "avversione condizionata dal sapore" (Conditioned Taste Aversion, CTA). In pratica, i ricercatori hanno preparato delle esche a base di rospi delle canne, rimuovendo però le parti altamente velenose e iniettando un composto che provoca nausea e disgusto quando mangiato, ma non la morte.
L'obiettivo era quello di insegnare ai coccodrilli che mangiare un rospo delle canne non è una buona idea e porta a un'esperienza "gustativa"piuttosto spiacevole, convincendoli così a stare lontani da questi anfibi anche in futuro. I ranger hanno quindi posizionando centinaia di esche lungo i fiumi e monitorando attentamente le reazioni e il comportamento dei coccodrilli.
Nei primi giorni, infatti, gli animali mangiavano tranquillamente gli anfibi, ma ben presto hanno iniziato a evitarli, mostrando una chiara avversione per questi nuovi "pasti". I dati raccolti poi con telecamere e le osservazioni notturne hanno confermato una significativa riduzione delle morti tra i coccodrilli in tutte le aree in cui è stata sperimentata questa strategia.
I risultati ottenuti sono estremamente promettenti: nelle aree dove sono state distribuite per la prima volta le esche, le morti dei coccodrilli sono state completamente prevenute, mentre nelle zone già ormai infestate dai rospi, il tasso di mortalità è diminuito addirittura del 95%. I ricercatori hanno sottolineato molto l'importanza di questo approccio innovativo, che potrebbe essere applicato anche in altre zone invase dai rospi delle canne.
L'obiettivo è infatti proteggere non solo i coccodrilli, ma anche altre specie vulnerabili, come per esempio i varani, attraverso l'utilizzo mirato di tecniche di avversione condizionata. Questo pionieristica iniziativa di conservazione, non solo offre una parziale soluzione al problema dell'invasione dei rospi delle canne, ma apre anche la strada a nuove strategie per proteggere gli ecosistemi minacciati dalle specie invasive altamente tossiche o pericolose.