Il tilacino – anche noto come tigre della Tasmania – è stato uno dei mammiferi più noti dell'Oceania, ma purtroppo, dopo la morte dell'ultimo esemplare all'interno di uno zoo avvenuta nel 1936, la specie si è definitivamente estinta qualche decennio dopo. La sua scomparsa fu causata della eccessiva competizione con gli esseri umani e gli animali domestici. Di recente, alcuni paleontologi dell' University of New South Wales hanno però scoperto tre diversi suoi antenati fossili che sono stati rinvenuti nei depositi del Queensland.
Presentati alla scienza attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Vertebrate Paleontology, questi animali vagarono per il continente australiano a partire dall'Oligocene – tra 25 e 23 milioni di anni fa – e sono stati chiamati dagli scienziati Badjcinus timfaulkneri, Nimbacinus peterbridgei e Ngamalacinus nigelmarveni. Secondo gli autori, queste tre specie sono le più antiche mai rinvenute dell'intero gruppo (famiglia Thylacinidae) e B. timfaulkneri risulta essere anche il tilacino preistorico più grande in assoluto: pesava infatti oltre 10 kg.
Tra le tre specie, N. peterbridgei sembra invece essere quella da cui si sviluppo il ramo evolutivo che includeva anche la tigre della Tasmania, comparso poche centinaia di migliaia di anni fa, prima dell'inizio dell'ere glaciali. Questa specie, inoltre, è anche la più piccola tra le tre appena scoperte, pesando infatti solo 3,7 kg.
«La presenza di tre distinti lignaggi di tilacinidi specializzati durante il tardo Oligocene evidenzia la rapidità con cui questo gruppo di animali si diversificò dopo la loro prima apparizione nei registri fossili dell'Australia», ha chiarito uno degli autori più importanti di questo studio, il professor Michael Archer. I paleontologi hanno anche chiarito quali sono le ragioni evolutive che hanno portato questo gruppo ad evolvere in breve tempo tre specie diverse. Queste erano legate alla loro alimentazione. Tutte e tre le specie disponevano infatti di adattamenti dentali unici, che suggeriscono come questi animali occupassero delle nicchie ecologiche differenti, fino alla loro estinzione avvenuta circa 8 milioni di anni fa.
All'epoca in cui vissero questi animali, l'Australia era abitata quasi esclusivamente da marsupiali e monotremi, essendo già divenuta una sorta di rifugio per i gruppi di mammiferi più antichi. Oltre ai tilacini, l'Oceania era infatti abitata da canguri giganti, da vombati di notevoli dimensioni, da diversi carnivori simili agli attuali diavoli della Tasmania e da strani tapiri marsupiali, appartenenti alla famiglia Palorchestidae.
Forse però il marsupiale più strano in assoluto era Thylacoleo carnifex, anche noto come leone marsupiale, il più grande carnivoro della storia australiana recente. Visse fino a 50.000 anni fa ed era leggermente più piccolo degli attuali leoni africani, seppur fosse imparentato maggiormente con i koala e i canguri. È probabile che questa specie si sia scontrata diverse volte con i tilacini, finché questi ultimi non furono respinti verso sud e l'attuale isola da cui prendevano il nome.
Recentemente, diversi gruppi di scienziati hanno promesso di riportare in vita il tilacino e diversi altri animali tramite la clonazione e l'ingegneria genetica, una notizia che ha risollevato vecchie questioni etiche sull'utilizzo della biotecnologia nella conservazione della natura.