Il Wwf Italia aderisce alla manifestazione nazionale per la pace di sabato 5 novembre 2022 a Roma. La manifestazione si svolge in piazza della Repubblica ed è organizzata dal movimento pacifista Europe for peace.
In piazza ci saranno politici, cittadini e i rappresentati di tutte le realtà del Terzo settore: da Libera ad Emergency passando per i sindacati Cgil, Cisl, Uil. A chiedere lo stop dell'invasione russa e del conseguente conflitto inUcraina non potevano mancare anche le organizzazioni di tutela ambientale e animale.
«L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci ricorda ancora una volta come i conflitti per le risorse siano parte integrante nel nostro sistema economico e dei nostri stili di vita – ha spiegato il Wwf – L’attuale conflitto sta causando indicibili sofferenze al popolo ucraino, in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto umanitario internazionale. Come Wwf Italia condanniamo la violenza e la distruzione che stanno colpendo il popolo e il territorio ucraini e siamo vicini a tutti coloro che soffrono a causa di questo conflitto armato».
La frangia italiana del World Wide Fund for Nature non sarà l'unica a scendere in piazza a Roma per chiedere la pace in Ucraina. Tra le altre hanno aderito anche Greenpeace e Legambiente.
La crisi umanitaria si sta facendo sempre più profonda e così anche la crisi ambientale: ogni giorno che passa le persone e gli animali subiscono violenze. Non bisogna dimenticare, infatti, che oltre alla perdita di vite umane, alla distruzione delle città e delle infrastrutture, la guerra ha un impatto crescente sull’ambiente, sia diretto sui sistemi naturali (habitat e specie), sia indiretto a causa dell’inquinamento di aria, terra, e acqua, all’interno e all’esterno dei confini ucraini: un impatto che aggrava le condizioni dei popoli coinvolti e che rallenterà la ripresa e il ritorno alla normalità.
Abbiamo raccontato in più occasioni su Kodami delle conseguenze della guerra su persone e animali, per farlo abbiamo parlato con i profughi provenienti da Kiev, Dnipro, Mariupol', Charkiv che hanno raggiunto il centro d'accoglienza della Mostra d'Oltremare a Napoli aperto a persone e animali in fuga dalla guerra.
Era l'agosto del 2022 e da quelle testimonianze è emerso un quadro estremamente variegato di storie e prospettive: alcuni speravano di tornare nella loro patria, dai familiari che non avevano potuto lasciare il suolo ucraino; altri ancora erano arrivati in Italia con la speranza di ripartire da zero perché delle loro città non erano rimaste che macerie. Tutti, però, erano accomunati dal bisogno di ricostruire una normalità nuova, permanente o provvisoria che fosse.
Per farlo molti si erano aggrappati a tutti gli affetti che avevano potuto portare fuori dai confini, compresi gli animali domestici, come raccontano le testimonianze dei volontari stanziati in Ucraina. «Cani e gatti restano gli animali domestici più numerosi, ma abbiamo visto anche tanti uccelli, conigli e criceti al seguito dei rifugiati – ci aveva raccontato Alexandra Sava, dell'omonimo rifugio sul confine romeno – Questa guerra ha cambiato drammaticamente la vita all'interno del rifugio e anche il nostro lavoro. Le persone corrono qui in Romania per salvare la propria vita e anche quella degli affetti che si spostano insieme a loro».
Dal 24 febbraio 2022 data che segna l'inizio dell'invasione vera e propria, a 8 anni dal primo ingresso dell'esercito russo nella regione di Crimea, la pace sembra una prospettiva sempre più lontana. Tanto lontana che a Milano, in queste stesse ore si sta svolgendo una contro manifestazione in favore dell'Ucraina, come spiegato da uno dei suoi promotori, il leader di Azione Carlo Calenda: «Non c'è pace senza libertà. E la libertà va difesa, senza arrendersi come vorrebbero Conte, Berlusconi e Salvini».
Una posizione pressoché inconciliabile con quella promossa dalla Rete italiana pace e disarmo, promotrice dell'evento romano, che ha chiesto in una lettera aperta alla comunità internazionale di aprire i negoziati tra Putin e Zelenskyy per «rafforzare percorsi multilaterali di pace».
Schieramenti contrapposti che, ancora più della guerra in sé, svelano la profonda conflittualità che sta segnando l'Europa del Duemila e che si mostra quotidianamente nel modo in cui l'essere umano si relaziona con gli altri animali. Richieste di abbattimento, distruzione di habitat e tensioni internazionali sono tutti fenomeni spia di una volontà di sopraffazione dell'uomo sull'elemento percepito come più debole.
«La pace tra i popoli è alla base di qualsiasi processo di costruzione di un futuro in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura – conclude il Wwf Italia – Siamo parte della comunità e siamo al fianco di chi, in tutto il mondo, chiede una risoluzione rapida e pacifica della guerra in Ucraina e di tutte le altre, tantissime, che si stanno combattendo in molte parti del mondo»