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15 Dicembre 2022
17:14

Il World Economic Forum non macellerà milioni di cani per ridurre l’impronta di carbonio

Ultimamente sta circolando la notizia che il World Economic Forum vorrebbe sterminare milioni di animali da compagnia per diminuire il loro impatto sull'ambiente. Oltre a spiegare come la notizia sia falsa, i nostri esperti forniscono anche degli utili consigli su come sia possibile impattare di meno.

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Perché mai una fondazione senza fini di lucro che riunisce esponenti di diverse nazioni per discutere delle questioni più urgenti in materia di salute e di ambiente dovrebbe decretare la morte di milioni di animali da compagnia? Sono molte le persone che nelle ultime settimane si stanno ponendo questa domanda per via di una notizia che sta circolando su alcuni giornali di cronaca internazionale: il World Economic Forum vorrebbe macellare milioni di cani per ridurre l'impronta di carbonio, una proposta sconcertante che però è falsa.

Si tratta dell'ennesima manipolazione mediatica di informazioni, estrapolate da report, decontestualizzate e riportate in modo fuorviante per suscitare l'indignazione delle persone con una ormai conosciutissima retorica clickbait. Nessuna fondazione internazionale ha intenzione di fare una strage di animali da compagnia, dunque, ma si tratta solo di notizie travisate appositamente per generare scalpore e, più in particolare, di uno studio del 2017 che quantificava l'ammontare complessivo di anidride carbonica emessa per nutrire cani e gatti.

Lo studio che ha scatenato lo scandalo

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Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Plos One ed è stato condotto da un team di ricercatori dell'Università della California di Los Angeles, negli Stati Uniti, con a capo Gregory Okin. I ricercatori americani parlano di una stima piuttosto precisa: nutrire cani e gatti crea l'equivalente di circa 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica negli Stati Uniti ogni anno. Quindi, per far comprendere meglio quale sia l'impatto dell'attività sull'ambiente i ricercatori aggiungono anche una serie di paragoni.

Innanzitutto dicono che è più o meno lo stesso impatto di 13,6 milioni di auto in strada. Poi fanno un esempio piuttosto fantasioso: se i nostri animali da compagnia formassero un paese tutto loro, questo sarebbe al quinto posto nel consumo globale di carne dietro la Cina, gli Stati Uniti, il Brasile e la Russia.

Chiaramente l'esempio fatto, e lo studio in generale, è volto principalmente a far suscitare consapevolezza nella popolazione, ma proprio partendo da queste frasi si è creata una narrativa distorta in cui, dopo aver constatato l'impatto degli animali da compagnia sull'ambiente, si passa direttamente a volerli eliminare. Gli autori stessi smentiscono di aver mai detto una cosa simile, ma certe affermazioni sul web riescono a viaggiare molto velocemente di giornale in giornale, tanto da aver generato un vero e proprio scandalo in un "gioco del telefono senza fili" in cui la notizia originaria, a ogni passaggio, è stata via via sempre più stravolta.

Nella versione finale addirittura lo studio è stato completamente rimosso e secondo la falsa notizia ad aver fatto tali considerazioni sono stati prima degli attivisti per il clima non meglio specificati, e in fine il World Economic Forum.

Come minimizzare l'impatto ambientale dei nostri animali da compagnia

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Ciò che rimane di tutta questa storia, oltre a una strana confusione sull'accaduto, è una preoccupazione genuina su come in effetti possiamo mitigare l'impatto ambientale dei nostri compagni animali. Spesso sulle pagine del nostro magazine abbiamo parlato di come sia importante per il divertimento e l'educazione di un animale giocare e fare attività ludiche. Per questo tipo di attività non sempre è necessario comprare giocattoli nuovi, motivo per cui un primo passo per rendere la convivenza con un animale più sostenibile, ad esempio, potrebbe proprio partire dall'evitare lo shopping compulsivo di giocattoli e suppellettili superflui.

Come diminuire l'impatto ambientale del gatto

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Limitiamoci, dunque, a ciò che riteniamo essere fondamentale, come lettiere, sacchetti per la raccolta della cacca, ciotole e così via. Comprare di meno significa anche produrre meno rifiuti e come spiega anche Sonia Campa, consulente per la relazione uomo-gatto e membro del comitato scientifico di Kodami: «Oltre a comprare meno si può puntare sull'acquistare prodotti in legno o altri materiali naturali. I gatti, ad esempio, non amano particolarmente le plastiche per cui non è solo un consiglio per diminuire l'impatto dell'animale, ma anche etologico».

Per quanto riguarda l'impatto dei gatti sull'ambiente, ma sono cose tranquillamente applicabili anche ai cani, l'esperta consiglia: «È possibile acquistare ciotole esclusivamente di alluminio o ceramica, sono più apprezzate, specialmente dai gatti, e durano di più. Inoltre, è possibile comprare una lettiera esclusivamente vegetale, ormai non sono più tanto rare e se ne possono trovare di molti tipi. In un certo senso anche l'uso di fontanelle per i gatti potrebbe essere una scelta "green". Infatti, i gatti bevono poco e le ciotole, spesso, contengono più acqua di quanto ne serva, acqua che poi va buttata. Le fontanelle si basano sul ricircolo d'acqua e richiedono minima corrente e anche lì, possono esser scelte in ceramica, anche se son più costose».

Come diminuire l'impatto ambientale del cane

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Esempio di giochi sostenibili: un vecchio giocattolo rotto ricucito e una corda fatta di vecchie lenzuola

Altri consigli su come gestire le nostre risorse in modo green per occuparci al meglio dei nostri amici a quattro zampe ci vengono forniti da Laura Arena, medico veterinario esperto in comportamento animale e membro del comitato scientifico di Kodami: «Molti giochi possono essere fatti anche in casa. Ad esempio è possibile intrecciare pezzi di tessuto di cui ci si vuole disfare per creare una corda per il cane. Inoltre consiglio di usare le scatole che solitamente butteremmo, come quella delle bustine da te, come oggetto utile per un gioco basato sulla ricerca olfattiva. Alcuni cani, soprattutto quelli più facilmente eccitabili, sono spesso attratti anche dalle buste del pane. Anche le bustine delle feci si possono riciclare utilizzando buste di plastica o carta che altrimenti andrebbero buttate».

Insomma, poter impattare meno è possibile e sicuramente non è necessario ricorrere a strampalate soluzioni come quelle che, in modo falso e tendenzioso, sono state attribuite al World Economic Forum. Specialmente in questo periodo, dunque, Laura Arena tiene a offrirci un ultimo consiglio che racchiude perfettamente lo spirito della campagna natalizia di Kodami #regalaAuncane: «C'è un ultimo importante consiglio che vorrei dare. Quando una famiglia con cani e gatti si deve disfare di un oggetto che non è eccessivamente rotto, che siano giochi, cuscini o lettiere, è sempre possibile donarli a canili e rifugi che ne hanno sempre bisogno».

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