Il visone europeo (Mustela lutreola) è un mustelide semi acquatico di origine europea. La forma del corpo è allungata, con zampe corte e una coda non molto lunga. Raggiunge circa i 40 centimetri e, rispetto alla donnola, ha un busto più compatto.
Rispetto al visone americano (Neogale vison), invece, ha il pelo più corto e meno folto. La specie americana, inoltre, ha una coda più lunga
È uno dei mammiferi maggiormente a rischio di estinzione in Europa ed è elencato nella Lista rossa della IUCN. La sua diffusione si è ridotta in maniera importante fin dall'inizio del XX secolo per via dell'uomo, che ha iniziato ad allevarli in cattività per poter usufruire della sua pelliccia. Le popolazioni attuali sono piccole e vivono in habitat frammentati, che ne riducono la variabilità genetica, complicando ulteriormente la sopravvivenza della specie.
Come è fatto il visone europeo
I visoni europei sono mustelidi di medie dimensioni che, come tutte le specie appartenenti a questa famiglia, hanno un corpo piuttosto allungato e zampe corte. La coda è particolarmente corta e non supera la metà della lunghezza del busto.
Il dimorfismo sessuale è piuttosto evidente e i maschi, infatti, raggiungono i 38 centimetri di lunghezza, mentre le femmine non superano i 32 centimetri. I soggetti adulti possono raggiungere un peso medio di 440/730 grammi.
Il muso è rotondo e con un piccolo naso a punta. Le orecchie, invece, sono grandi e di forma quasi circolare.
Trattandosi di una specie semi acquatica, ha un mantello fitto e dotato di un sottopelo spesso e idrorepellente. Il colore va dal marrone al nero, ma in alcune popolazioni sono piuttosto diffuse macchie bianche sul mento, sulla gola, sul petto e in alcune zone dello stomaco.
Habitat, distribuzione e conservazione
Il visone europeo è una specie semi acquatica che, all'interno dell'areale, abita le zone nei pressi di fiumi e torrenti. Di tanto in tanto può diffondersi anche sulle rive dei laghi. In generale, però, si trova sempre a poca distanza dalle fonti idriche e, secondo quanto rilevato da IUCN, non vi sono segnalazioni nei pressi di acque salate di mari e oceani.
Questo mustelide si trova solo in Europa e, in particolare, abita alcune zone della Spagna e della Francia. È diffusa, inoltre, in tutta l'Europa centrale e Nord – orientale, fino alla Russia. La specie è fortemente minacciata, sia per questioni ecologiche che commerciali.
In Italia, invece, è stata importata dall'uomo per gli allevamenti e, come accaduto anche per la nutria (Myocastor coypus), talvolta è stata liberata in natura. Per questo motivo, nel nostro paese viene considerata una specie alloctona. Un ulteriore rischio per la specie è determinato dalla ridotta variabilità genetica di alcune popolazioni isolate.
Oltre allo sfruttamento da parte dell'uomo per la sua pelliccia e la frammentazione dell'habitat, a mettere in pericolo la sopravvivenza della specie è anche il costante peggioramento della qualità delle acque. Vi è inoltre un ultimo fattore da non sottovalutare, ovvero l'introduzione, sempre da parte dell'uomo, della specie alloctona Mustela vison, ossia il visone americano, che ha un impatto negativo sulle popolazioni di visone europeo.
All'inizio degli anni Ottanta, il visone europeo è stato introdotto sull'isola di Kunashir, nel Mar Baltico, proprio affinché potesse espandersi in un territorio in cui il suo principale concorrente fosse assente. Secondo quanto riportato in uno studio condotto nella zona e pubblicato su Mammal Study nel 2022, la reintroduzione, attuata ormai 40 anni fa, ha funzionato e oggi il visone europeo si sta diffondendo sull'intera isola.
Alimentazione
Uno studio condotto dal dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Barcellona sulla popolazione spagnola di visoni europei ha analizzato la dieta di 105 individui, rilevando un'alimentazione basata per il 37% su piccoli mammiferi, il 30% pesci e il 17,8% uccelli. La specie maggiormente consumata all'interno di questo habitat è risultata essere il topo selvatico (Apodemus sylvaticus).
Queste percentuali cambiano ovviamente in base alle disponibilità del territorio di riferimento. In alcuni casi è stato dimostrato che il visone europeo può infatti nutrirsi parzialmente anche di vegetali.
Riproduzione e comportamento
Secondo uno studio condotto dall'Università Autonoma di Madrid e pubblicato nel 2021, i visoni sono animali che subiscono fortemente il disturbo antropico e la presenza di possibili predatori all'interno del proprio home range. I ricercatori hanno analizzato il comportamento di 24 soggetti, scoprendo che, in presenza di esseri umani (anche accompagnati dai propri cani) e suoni di origine antropica, aumenta il tempo che il visone europeo trascorre all'interno del proprio nascondiglio. Questo influisce fortemente la riproduzione dell'animale.
La stagione riproduttiva va da febbraio a marzo, ma può variare in base alla latitudine e alle condizioni climatiche. A seguito dell'accoppiamento, la gravidanza dura circa 35-72 giorni e le nascite si verificano, quindi, in aprile/maggio. Alla nascita i piccoli pesano tra i 7 e gli 8 grammi e misurano 7/8 centimetri. Lo svezzamento dura circa 10 settimane. Raggiunta un'età di circa 2,5/4 mesi, ha inizio la dispersione nell'ambiente. La maturità sessuale arriverà intorno all'anno di età.
Il visone europeo e l'uomo
Il visone europeo è oggi tutelato da diversi progetti nazionali ed internazionali destinati alla salvaguardia e alla reintroduzione all'interno di aree adatte, come ad esempio in Saarland (Germania) e nella comunità autonoma della Rioja (in Spagna).
Ciò nonostante, negli ultimi anni la specie ha dovuto affrontare una nuova minaccia. Secondo un recente studio, condotto dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), il visone europeo è risultato essere l'animale che ha la più alta probabilità di venire infettato e di trasmettere il virus del Covid-19.
Trattandosi di una specie selvatica, infine, è bene sottolineare che non è adatto alla vita in ambiente domestico. Non è quindi possibile tenerli in casa e non è certo consigliabile cercare nutrirli con l'intento di avvicinarli agli ambienti antropizzati.