Una nuova e bellissima testimonianza video arriva ancora una volta tra la neve dal cuore selvaggio dell'Italia: il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. E, di nuovo, le immagini sono state realizzate da Pietro Santucci, Guida Alpina e fotografo naturalista, durante un'escursione in montagna che di recente era riuscito a immortalare un lupo debole e malata che interagisce col resto del branco dal branco. Questa volta, però, i protagonisti sono un branco di ben nove lupi appenninici e gruppo di cervi, che interagiscono dandoci modo di approfondire gli intrecci e le relazioni che si instaurano tra prede e predatori in natura.
Inizialmente, i nove lupi interagiscono tra loro giocando e relazionandosi come accade in ogni nucleo familiare, improvvisamente, però, si imbattono in un gruppo di cervi si sposta tra la neve: «Nella prima parte del video possiamo vedere giochi e dinamiche sociali che sono la quotidianità per una specie sociale come il lupo – spiega Marco Antonelli, naturalista e zoologo che da tempo studia i lupi e il loro comportamento – poi al crepuscolo iniziano a spostarsi».
I cervi, soprattutto gli esemplari giovani, finiscono spesso sul menù dei lupi ed è quindi lecito aspettarsi che di lì a poco i predatori potrebbero partire all'attacco degli ungulati. Tuttavia, non sembra essere questo il caso: «Il branco non mostra atteggiamenti di caccia verso i cervi – precisa Antonelli – sembrano abbastanza disinteressati così come i cervi, che in maniera relativamente tranquilla si allontanano, senza però scappare».
I lupi, perlomeno dalle belle immagini raccolte dal fotografo, non sembrano quindi particolarmente interessati agli erbivori, tuttavia le dinamiche e il numero di esemplari possono raccontarci molto sulla biologia e il comportamento di questo eccezionale predatore sociale. In Appennino, infatti, i branchi di lupi sono solitamente composti da circa cinque o sei individui in totale, mentre qui se ne contano ben nove, numeri che possono però essere fortemente influenzati da diversi fattori.
«Siamo certamente in un contesto, quello abruzzese, ricco di risorse e prede, dunque le dimensioni medie dei nuclei familiari possono essere sopra la media. Ora andiamo inoltre verso il periodo riproduttivo, che generalmente alle nostre latitudini ricade tra la fine febbraio o inizio marzo, ed è quindi molto probabile che proprio nelle prossime settimane alcuni individui giovani abbandonino il loro branco per intraprendere il viaggio di dispersione alla ricerca di un nuovo territorio e un partner con cui creare un proprio nucleo familiare – conclude Marco Antonelli – Da qui a maggio, quindi, nascerà la nuova cucciolata ed è perciò molto probabile che questo branco diminuirà di dimensione».
La struttura sociale di un branco di lupi si compone infatti di una singola coppia adulta riproduttiva e dai loro figli. Quando però cibo e risorse abbondano, all'interno del gruppo possono sovrapporsi diverse generazioni di fratelli, che vanno quindi a incrementare il numero di totale. Questi individui possono anche ricoprire il ruolo di helper, ovvero quello di aiutanti nella crescita degli altri fratelli. In questo caso non siamo certamente di fronte ai grossi numeri che si osservano in Nord America, ma riuscire a osservare ben nove lupi tutti insieme in Appennino non è certamente qualcosa che accade tutti i giorni.