La notte scorsa, intorno alle ore 5 del mattino, a Laigueglia, in provincia di Savona, è avvenuto l'evento tanto atteso da cittadini e volontari: la schiusa delle uova di tartaruga Caretta caretta. Dopo circa 72 ore dalla formazione del cono di emersione, la prima piccola tartaruga ha fatto capolino dal nido. Un segnale che ha dato inizio alla serie di nascite. La schiusa si è protratta fino alle prime luci del giorno per un totale di 43 tartarughine che ha lasciato il nido per prendere il mare. Tutti i passaggi sono stati immortalati in un video grazie alla vigilanza costante di volontari ed esperti.
L'evento infatti è stato seguito con attenzione dai biologi dell’Acquario di Genova e dell'Arpal, impegnati in turni di controllo sotto l'egida del Gruppo di Lavoro Interdisciplinare Tartarughe (GLIT). Il GLIT include l’Acquario di Genova, Arpal, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e l’Università di Genova. Presenti sul posto anche i membri dell'associazione Delfini del Ponente.
Il monitoraggio del nido continua senza sosta poiché si ipotizza che possano esserci altri piccoli che devono ancora prendere il largo. La presenza di tartarughe che emergono dal nido non sempre avviene contemporaneamente, la schiusa può continuare per diversi giorni, rendendo fondamentale la costante vigilanza per garantire che tutti i neonati raggiungano il mare in sicurezza. L'inquinamento luminoso è un gravissimo problema per le tartarughe appena nate, dato che luci artificiali provenienti dalle città e dagli stabilimenti balneari le disorientano, inducendole a dirigersi verso l'entroterra invece che verso il mare. I piccoli così non raggiungono l'acqua ma si dirigono in direzione opposta sono destinati alla morte a causa dei predatori, per disidratazione o anche a causa degli automobilisti.
Anche per questo gli esperti presenti a Laigueglia per effettuare le riprese hanno usato luci che non interferiscono con l'innata propensione delle tartarughe verso il mare.
Il GLIT sta continuando a monitorare altri quattro nidi situati nella zona, con particolare attenzione al nido di Arma di Taggia. Qui, inizia oggi la preparazione per l’eventuale schiusa, che si spera avvenga senza intoppi, simile a quella di Laigueglia.