A Queensburgh, in Sud Africa, due maschi di mamba nero (Dendroaspis polylepis), il serpente più velenoso del continente, sono stati visti lottare per oltre 30 minuti, avvinghiandosi l’uno sull’altro. I due rettili erano entrambi molto lunghi: il più piccolo misurava circa due metri e mezzo, l'altro lo superava di 10 cm.
Tutto questo accadeva nel cortile di un’abitazione, dove i due animali sono stati filmati. Il video è stato poi caricato sui social da Nick Evans, un soccorritore di serpenti che ha spiegato:«I mamba maschi non si mordono l'un l'altro, ma lottano finché uno non si arrende». Ed è per questo che i due serpenti hanno continuato a combattere, probabilmente per le attenzioni di una femmina, fino a quando il più piccolo non si è arreso. Successivamente, una volta esausti, sono stati catturati e liberati.
John Dunbar, ricercatore dell'Irish Research Council presso il laboratorio Venom Systems dell'Università di Galway in Irlanda, ha spiegato a WordsSideKick.com: «I mamba neri sono una delle specie di serpenti più velenose della Terra e hanno la temibile reputazione di essere il serpente più mortale dell'Africa, dove si trovano nelle regioni orientali e meridionali del continente. Il loro veleno prende di mira il sistema nervoso e i muscoli della loro preda e può rapidamente paralizzare e uccidere un essere umano in 20 minuti».
Il ricercatore ha però affermato che, dopo aver maneggiato questi serpenti per estrarne il veleno, li ha trovati “timidi e nervosi” e, verosimilmente, colpirebbero un essere umano solo se si sentissero minacciati. «Il veleno è una risorsa preziosa, riservata solo alla cattura della preda e alla difesa», ha continuato.
Il comportamento mostrato nel video in inglese è chiamato “plaiting combat” (combattimento intrecciato) e in genere si svolge in presenza di una femmina nella stagione degli amori: i pretendenti intrecceranno i loro corpi l'uno intorno all'altro nel tentativo di dominare il loro avversario e ottenere l'approvazione della femmina.
«Piuttosto che mordere e sottomettere l’avversario con una dose letale di veleno neurotossico, l'obiettivo è quello di vincere sottomettendo l’altro con una dimostrazione di resistenza e forza fisica, non una guerra “chimica”», ha aggiunto Dunbar.
Molti serpenti sono immuni verso il loro stesso veleno e, di solito, se vi entrano in contatto durante l'accoppiamento o l'alimentazione, gli anticorpi neutralizzano le tossine senza complicazioni. Nel caso di un morso di un altro membro della stessa specie, però, i serpenti possono non essere completamente immuni e in alcuni casi soccombere, se la dose di veleno iniettato fosse sufficientemente elevata.
Dunbar ha concluso affermando: «I maschi evitano di mordere durante questi rituali di combattimento, dato che la forza fisica e la resistenza sono un indice più appropriato attraverso cui una femmina può giudicare il loro successo. Il maschio perdente di solito se ne va senza ferite, eccetto forse che nel suo orgoglio, mentre il vincitore si sarà assicurato il diritto all'accoppiamento con la femmina».