Una corsa a perdi fiato per sei chilometri. È la disavventura di una lepre finita in Sopraelevata a Genova. L’animale ha percorso il corridoio di asfalto inseguito dalle auto: alcune suonano il clacson, altre accendono le quattro frecce e nel video, diventato virale sui social, si vede il tachimetro segnare i 40km all’ora.
Non si sa come il selvatico possa essere finito su quella strada, che attraversa tutta la città affacciata sul mare, senza vie di fuga e collegata all’imbocco della autostrada e del Porto. Sconosciuta anche la sorte della lepre: «Non ci sono aree verdi in quella zona e finora non sono arrivate di un suo ritrovamento», spiega Davide Rufino, zoologo dell’Enpa di Genova.
La supposizione è che sia arrivata alla Foce passando per il fiume Bisagno: «Il letto del fiume è una boscaglia e l'animale, probabilmente, si è ritrovato in fondo e preso dal panico ha imboccato la Sopraelevata, ignorando che non avrebbe più avuto vie di fuga». In città la convivenza con i selvatici si è fatta sempre più stretta e non solo a Genova; si è visto durante il primo lockdown per coronavirus che ha fatto registrato moltissime incursioni di animali in spazi urbani finora ad uso esclusivo dell'uomo.
Le persone, però, non hanno ancora capito o non sono state sufficientemente educate, all'incontro con il selvatico: «Chi ha tirato fuori il telefono per riprenderla e l'ha affiancata con la macchina l'ha fatta sentire circondata: la lepre da una parte aveva il guardrail e dall'altra un'auto – continua Davide Rufino – Questa è totale mancanza di rispetto per la vita; quando si vede un animale selvatico l'imperativo per le persorne è filmarlo. Addirittura c'è chi, in altre situazioni, si è fatto un selfie per poi lanciarlo sui social. Gli animali diventano così "macchiette" ma, in realtà, non c'è niente da ridere».
La risposta del web è stata, fortunatamente, d'indignazione; i più hanno commentato evidenziando una totale mancanza di empatia da parte di chi ha fatto il video e un tentativo maldestro di aiutarla da parte di chi le è rimasto dietro mettendo le quattro frecce: «L'automobilista lo avrà fatto sicuramente in buona fede – è il pensiero dello zoologo – ma avrebbe dovuto solo rallentare, non proseguire a 40Km orari. Lasciandole molto spazio davanti, la lepre non si sarebbe sentita più braccata e avrebbe recuperato un minimo di tranquillità. In sostanza, sarebbe stato più importante tutelare la vita dell'animale che continuare la marcia sulla Sopraelevata». La speranza per la sfortunata lepre è che sia riuscita ad arrivare in fondo alla strada, percorrendo tutti i 6km, e che l'istinto l'abbia riportata verso il fiume Polcevera e da lì a risalire verso l'interno.
Il video: