Negli ultimi giorni, i social media sono stati travolti da un affascinante video virale che mostra un incontro unico tra una balena grigia e un gruppo di persone su una piccola imbarcazione. Nel filmato, la balena sembra avvicinarsi deliberatamente alla barca, consentendo alle persone di rimuovere i parassiti che si erano accumulati sulla sua pelle. Questo incontro insolito ha attirato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, suscitando ammirazione e meraviglia per la bellezza di questi mammiferi marini.
Questa interazione insolita ci fornisce un'occasione unica per riflettere sulla complessa relazione tra le balene e i parassiti che possono infestarle. Partiamo con il dire che quelle "creaturine" sulla pelle delle balene che sembrano patelle, sono i cosiddetti “pidocchi delle balene”, più correttamente dei crostacei parassiti: i ciamidi. Questi ciamidi vivono attaccati alla pelle di alcuni cetacei, e da qui, si fanno dare un passaggio per navigare nei mari. Mangiano plancton e alghe e non la pelle delle balene, solo sporadicamente possono causare dei danni alla cute dei Cetacei senza tuttavia provocare patologie serie.
È risaputo che alcune specie di balene cercano aiuto da pesci pulitori o da altre creature marine per liberarsi di questi parassiti. Oppure, si sfregano contro oggetti come le rocce e, raramente, anche contro scafi di barche. L'idea che invece una balena grigia possa "chiedere aiuto" agli umani per rimuovere i ciamidi, potrebbe essere un'interpretazione fuorviante. Piuttosto potremmo cambiare punto di vista per analizzare al meglio questa situazione.
Nel video che ha catturato l'attenzione di un vasto pubblico, si può osservare la balena grigia (Eschrichtius robustus) avvicinarsi con cautela alla barca. Il suo avvicinarsi inizialmente non è intenzionale, o meglio, non ha lo scopo di farsi aiutare dalle persone sulla barca. L’animale non si è diretto appositamente verso l’uomo per ripulirsi dei parassiti, questo lo abbiamo supposto noi. Tuttavia, mentre l'uomo nota la presenza di parassiti sulla pelle del cetaceo, incredibilmente la balena sembra accettare l'aiuto offerto dall'uomo, permettendogli di rimuovere delicatamente i parassiti con le sue mani.
Questa interazione ha permesso al cetaceo di "sfruttare" una situazione: grazie all'uomo riceveva qualcosa di rilevante per la sua vita di cui può usufruire a costo zero invece che spendere energia per cercare di liberarsi dei parassiti autonomamente. Questo è quello che viene chiamato “apprendimento associativo” (mi avvicino = mi tolgono i parassiti).
Quello che dovremmo chiederci però è, oltre a dare interpretazioni frettolose con scarso supporto scientifico: è giusto far apprendere ai Cetacei questa associazione? A volte le ripercussioni sui selvatici, per piccoli gesti come questi, possono portare a conseguenza negative per la loro vita.
Già una semplice carezza a questi animali durante gli avvistamenti è un contatto errato. Con gli animali selvatici dovremmo interagire il meno possibile. Ci sono tanti modi per osservare gli animali e toccarli è sempre quello peggiore. Le balene sono protette da leggi nazionali e internazionali che vietano il disturbo intenzionale, l'avvicinamento troppo ravvicinato o il contatto fisico con gli animali marini. Queste regole sono essenziali per garantire il benessere delle balene e la conservazione delle specie.
Sappiamo che non è semplice capirlo perché, per la nostra specie, questa comunicazione è dimostrativa di affetto. Si potrebbe pensare che sia un bellissimo contatto tra due specie differenti, emozionante. Però, quegli animali sono lì per fare altro, non per essere "aiutati da noi". Anche solo una semplice intrusione nel comportamento naturale può avere delle conseguenze. Queste sono in realtà azioni di "disturbo" che a volte spingono i cetacei ad allontanarsi dagli umani. Con queste pratiche si può creare una riduzione drastica di questi animali che vanno in cerca di altri posti, più protetti e più sicuri, senza persone che possano disturbarli.
Inoltre, il rischio più grande che comporterebbe questo caso specifico, sarebbe l'apprendimento continuativo di questa associazione. In questo modo le balene potrebbero pensare che ogni pescatore o ogni nave si avvicini a loro per la rimozione dei loro parassiti. Questo rischierebbe di aumentare la probabilità di esporli a condizioni davvero molto pericolose.