La scena è degna di un documentario di una grande produzione cinematografica ma non è stata girata a Yellowstone o in Scandinavia, bensì in uno lei luoghi più selvaggi d'Italia: il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Tra competizione serrata, difficoltà e lotta per la sopravvivenza, il video, realizzato dalla Guida Alpina e fotografo naturalista Pietro Santucci, documenta e racconta alcune dinamiche interne a un nucleo familiare di lupi appenninici mostrando interazioni sociali, gerarchie e dispute per l'accesso alla preda, difficili anche solo da osservare.
Nel filmato possiamo infatti vedere un branco di lupi sulla neve alle prese con i resti di una carcassa: le immagini evidenziano alcune dinamiche molto interessanti che permettono di comprendere l'organizzazione sociale del gruppo, composto dalla coppia riproduttiva, due subadulti e un terzo individuo purtroppo malconcio e affetto da rogna. Quest'ultimo, più debole e in evidente difficoltà, non riesce a nutrirsi e viene allontanato e tenuto a distanza dal resto del branco. Potrebbe sembrare una scena crudele che, a uno sguardo poco esperto, può persino essere interpretata come un allontanamento forzato e volontario di un individuo diventato ormai un peso per il resto branco. Ma è davvero così?
«Il video è davvero molto bello, perché mostra effettivamente diverse dinamiche sociali interne al nucleo familiare di lupi – spiega a Kodami Marco Antonelli, naturalista e zoologo che da anni studia i lupi – Si vedono abbastanza chiaramente quali sono i due individui riproduttivi, quelli che tengono più a lungo la coda alta e che mostrano comportamenti dominanti rispetto agli altri individui, che sono poi i figli di questa coppia. I resti della carcassa sono però piuttosto esigui e sicuramente è anche questo che influisce sulla dinamica nei confronti dell'individuo malato e più debole, chiaramente affetto da rogna».
In natura, la disponibilità di risorse, soprattutto in periodi difficili come l'inverno, può avere un peso enorme all'interno di un gruppo sociale come quello dei lupi. Se il cibo scarseggia, gli animi possono scaldarsi e ad avere la meglio nella competizione per il cibo sono chiaramente gli esemplari con maggiore forza. «Sicuramente gli individui più in forma hanno maggiori probabilità di alimentarsi, anche semplicemente per dinamiche legate alla forma fisica e allo stato di salute – continua Antonelli – In natura gli animali più forti hanno sempre la meglio su quelli più deboli quando le risorse sono poche, è la selezione naturale».
Il video però non è completo e non sappiamo se effettivamente l'individuo più debole sia riuscito a mangiare oppure no. Tuttavia, un occhio esperto può riuscire a cogliere anche molte altre sfumature relative alle dinamiche di questo specifico gruppo: «Sicuramente il lupo malato riesce a nutrirsi in qualche modo, visto che è vivo – sottolinea lo zoologo – E certamente è ancora parte integrante del nucleo famigliare, considerando che si sposta comunque assieme agli altri. Ovviamente, quando c'è poco da mangiare è l'individuo più debole ad avere la peggio ma il lupo, che è un animale straordinariamente sociale, ha più volte dimostrato che, se le condizioni lo permettono, può prendersi cura anche degli individui più deboli».
Proprio in virtù dei forti legami sociali che si instaurano in questa specie, esistono numerosi casi e testimonianze ben documentati che cozzano con la retorica della "legge del più forte". «C'è un caso molto famoso che ho seguito personalmente lungo il litorale romano, quando nel 2017 nacque un lupo semiparalizzato e si trascinava sulle zampe anteriori – racconta Marco Antonelli – Un animale del genere non riuscirebbe a vivere a lungo da solo e invece è cresciuto arrivando a quasi un'anno di età, nonostante fosse incapace di cacciare o semplicemente correre. Non andava in giro col resto del branco, rimaneva sempre nascosto. Ma il resto della sua famiglia tornava quasi quotidianamente per portargli da mangiare».
Quel lupo morì purtroppo a causa di un'investimento stradale e sarebbe stato bello continuare a studiare e seguire gli sviluppi di un caso tanto particolare. Ma storie del genere ce ne sono diverse, anche restando semplicemente in Italia. «Altri esempi riguardano spesso individui feriti o rimasti senza zampe per colpa dei bracconieri – conclude Antonelli – Anche in questi casi, nonostante le difficoltà, sono riusciti a sopravvivere grazie al supporto nel proprio nucleo familiare. Questi individui ricoprono spesso il ruolo di helper, ovvero quello di aiutanti nella crescita dei piccoli non propri, e nonostante non riescano a cacciare, vengono comunque supportati e nutriti dal resto del gruppo».
Il lupo è un animale straordinariamente adattabile, sia da un punto di vista comportamentale che ecologico. La forte socialità che rende così unica questa specie, fa sì che possano svilupparsi dinamiche estremamente complesse, sfumate e condizionate soprattutto dal contesto sociale ed ecologico in cui avvengono, nel bene e talvolta anche nel male, come nel caso del lupo ripreso in questo video. Fa parte della dura vita nella natura selvaggia, ma è anche tutto questo a rendere così affascinante, simbolica e iconica questa specie.