La fauna selvatica torna a fasi vedere a Genova nelle zone maggiormente urbanizzate. L’ultimo episodio è stato documentato a Bolzaneto, quartiere nell'immediata periferia Nord del capoluogo ligure: un lupo è stato avvistato e immortalato all’interno dei giardini dell’ex ospedale Pastorino. Subito è partita la segnalazione e l’operazione di recupero ha avuto buon esito. L’esemplare è stato narcotizzato, portato sulle alture di Genova e poi liberato nei boschi dal nucleo di vigilanza faunistico-ambientale della Regione.
Le operazioni sono state seguite anche dal vice presidente di Regione Liguria Alessandro Piana: «L’intervento tempestivo ha permesso di gestire la situazione senza danni e senza particolari problematiche. L’esemplare è apparso in buona salute, vedremo poi i risultati delle analisi, e fenotipicamente non è un ibrido. Sull’animale è stato installato un radiocollare, in questo modo potremo monitorare i suoi spostamenti e avere una serie di informazioni utili al monitoraggio, come le fonti di attrazione che possiamo così evitare per continuare ad attuare politiche preventive».
Piana e la giunta regionale ligure sono da tempo al centro delle polemiche da parte degli animalisti per una politica favorevole agli abbattimenti per quanto riguarda i cinghiali, mentre il tema lupi è stato affrontato pubblicando un report stilato insieme a Federcaccia che le associazioni hanno attaccato: «Si crea allarmismo».
ma qual è la reale situazione in Italia? «I lupi sono tornati in Liguria e la loro discesa in città può accadere – risponde a Kodami Davide Rufino, zoologo di Enpa – è un ritorno spontaneo in aree che occupavano sino a un secolo fa. Ci sono nuclei che vivono nei boschi, il fatto che qualche esemplare si veda nelle zone periferiche della città non è una cosa fuori dall’ordinario. In molte aree c’è estrema abbondanza di cinghiali ed è quindi chiaro che ci siano anche i lupi, loro predatori. Il lupo per natura è elusivo, non cerca l’uomo, quelli che vediamo in città sono esemplari in dispersione. Nella maggior parte dei casi non sono componenti di una famiglia, spesso sono giovani. Quando non sono più cuccioli possono percorrere decine di chilometri al giorno e cercano il loro spazio, cosa non facile perché il territorio è saturo di lupi. Per loro è pericoloso perché altri nuclei possono attaccarli, quindi uno dei primi fattori limitanti per il lupi sono gli altri lupi».
«Se un lupo entra in un altro territorio i primi a respingerlo sono i suoi stessi simili – conclude Rufino – i lupi non sono troppi, sono quelli che un territorio come la Liguria può sostenere. A volte, quindi, vogliono evitare altri branchi e, quindi, finiscono tra le case. L’uomo non ha nulla da temere, il lupo è un animale selvatico. Se incontra un uomo scappa, ci studia e resta a distanza, non attacca l’uomo. Il rischio si manifesta quando qualcuno dà loro da mangiare, in quel caso il lupo ragiona fuori dagli schemi, è un animale opportunista».
Se i cinghiali sono ormai ospiti consueti anche sulle strade a grande percorrenza, i lupi sono un fenomeno relativamente recente e, così come successo con gli ungulati, nel giro di poco tempo hanno superato la loro naturale diffidenza nei confronti dell’uomo spingendosi anche tra le case. In Liguria ormai sono diversi i casi di avvistamenti e, purtroppo, di incidenti. È successo prima a Savona e poi sull’Aurelia. In un caso c’è stato il lieto fine, nell’altro no.
Della presenza di lupi vicino ad aree urbanizzate, come detto, si sta parlando moltissimo in questi giorni, e alcuni episodi sono diventati veri e propri casi. Uscendo dai confini della Liguria, ha fatto molto discutere l’avvistamento di un lupo in val di Fassa, mentre segue una donna con un passeggino. In questo caso si tratta di un esemplare giovane, circa 8 mesi d’età, evidentemente abituato alla presenza umana ed estremamente confidente. L’accaduto ha spinto moltissimi esperti ed enti che si occupano di tutela della fauna selvatica e monitoraggio del lupo a intervenire per ricordare quanto sia dannoso approcciare questi predatori senza la dovuta e necessaria diffidenza, proprio per evitare che sviluppino la cosiddetta “abituazione”, una risposta comportamentale che alcune specie selvatiche hanno verso l’uomo quando entrano in contatto con l’essere umano. L’evidenza è che trattare un predatore (lupi, ma anche orsi) come animali domestici, alimentarli, cercare di avvicinarsi non soltanto è rischioso per le persone, ma anche per gli animali stessi, che quando mostrano eccessiva confidenza ne pagano le conseguenze, finendo per essere catturati e manipolati nella migliore delle ipotesi, rimossi e abbattuti nella peggiore.