Durante un volo in parapendio sulla maestosa Grande Piramide di Giza, in Egitto, un uomo ha fatto un avvistamento che ha rapidamente fatto il giro del web e suscitato non poca incredulità. Dall'alto del suo parapendio, ha infatti avvistato e immortalato un cane che si muoveva agilmente in cima all'antica meraviglia del mondo. Secondo quanto raccontato dall'uomo, l'animale si era "arrampicato fino in cima" e abbaiava verso gli uccelli che volavano sulla più antica e grande tra le principali piramidi della necropoli di Giza.
La scena, descritta dal parapendista come "surreale e da non credere", ha inevitabilmente colpito per la sua particolarità: la piramide di Giza misura infatti circa 140 metri d'altezza e le sue superfici sono caratterizzate da pendenze ripide e molto irregolari. Come abbia fatto il cane a raggiungere la vetta e soprattutto perché lo ha fatto, sono le domande che hanno lasciato molti perplessi e che, al momento, non hanno una risposta certa.
La presenza di un cane in un luogo così apparentemente inaccessibile ha inevitabilmente innescato diverse speculazioni. Alcuni si interrogano se il cane sia stato portato lassù intenzionalmente oppure se, per qualche strana ragione, abbia davvero compiuto "l'impresa" da solo. Nel frattempo, il filmato continua a circolare sui social, alimentando la curiosità e il dibattito tra gli appassionati e semplici curiosi di animali e archeologia.
Ma la vera domanda è: per un cane, è davvero un'impresa? Per quanto rimanga un avvistamento senza dubbio insolito, in realtà non dovrebbe poi stupire più di tanto. I cani, specie quelli che vivono liberi o che sono rinselvatichiti, hanno già dimostrato più volte abilità e capacità di adattamento davvero eccezionali. Sono animali incredibilmente resilienti, agili e dotati di una straordinaria mobilità e resistenza. Proprio in Nord Africa, per esempio, esistono diverse popolazioni di cani liberi perfettamente adattati persino all'ambiente desertico e urbano.
Questi cani si muovono con estrema facilità anche in contesti difficili, dimostrando una capacità di sopravvivenza agli ambienti ostili. Del resto, non è così raro che il migliore amico dell'uomo si sia adattato a condizioni estreme praticamente in ogni angolo del mondo: dalle alte quote delle Ande boliviane, dove alcuni cani liberi riescono a vivere senza troppi problemi (facendo persino accattonaggio), fino ai dingo dell'Australia o ai cani canori delle impervie montagne della Nuova Guinea, tornati ormai completamente allo stato selvatico.
La loro capacità di sopravvivere spostandosi su terreni impervi, come un'ispida montagna o la più antica delle sette meraviglie del mondo antico, non è così impensabile se consideriamo la loro forza, la loro intelligenza e la straordinaria capacità di macinare decine o centinaia di km al giorno su qualsiasi tipo di terreno.
La curiosa storia di questo cane per quanto singolare dunque ci ricorda quanto i cani siano versatili, adattabili e imprevedibili, pronti a stupirci anche in contesti apparentemente impossibili e, per noi poveri bipedi, spesso impossibili.