Sotto la pioggia, alle porte dell'autunno, nove cuccioli di lupo attraversano il bosco seguendo la loro mamma. Le straordinarie immagini sono state "catturate" sull'Appennino Ligure dal naturalista Ugo de Cresi grazie al posizionamento di una fototrappola.
«Per una volta dopo tanti anni di studio della fauna selvatica mi concedo ad un fatalismo che in natura non trova posto, ma la consecutio temporis che ha accompagnato le due notizie hanno caratterizzato un sovradossagio di empatia e d'impatto emozionale non comune», racconta a Kodami Ugo de Cresi. «Se venerdì 23 settembre abbiamo dovuto prendere atto dei cinque cuccioli di lupo trovati morti sui binari in Liguria, dopo sole 24 ore non credevo ai miei occhi visualizzando un documento video che ritraeva un esemplare adulto in accompagnamento di 9 cuccioli. È una notizia che caratterizza un territorio dove il rapporto preda-predatore è in equilibrio».
La testimonianza di una popolazione di lupi neonata è un segnale incoraggiante perché significa che il lupo, che fino a pochi anni fa rischiava l’estinzione, si sta riproducendo nelle campagne della Liguria.
«Adesso occorrerà acquisire nuovi dati per capire quanti di questi giovani animali sceglieranno poi la via della dispersione percorrendo anche fino a 200 km pur di trovare un partner e fondare un nuovo nucleo familiare. È così che il lupo si è salvato dall'estinzione. Solo per questa occasione è bello lasciarsi andare ad una visione "avatariana" dell'ambiente che ci circonda dopo la tragica morte dei 5 lupi. É la forza della natura che risponde forte e chiaro».
Avvistamenti lupi, giusto diffondere i video?
Una delle domande che vengono rivolte più spesso al naturalista de Cresi alle "serate natura" (la prossima si terrà a Berzano sui colli tortonesi venerdi 7 ottobre alle 21 con ingresso libero) è l'opportunità o meno di rendere pubblica la geolocalizzazione di un lupo o di un nucleo familiare. «Sinteticamente funziona così: nel primo caso valutiamo il fatto di aver visto un solo esemplare, che quindi, con ogni probabilità (a seconda del periodo dell'anno) risulterà essere un disperso. Questi esemplari in dispersione possono fermarsi sì in una zona ma per un tempo breve e nel 90% dei casi viene visto (e fotografato) durante il trasferimento. Nel 100% dei casi quando una fonte ci invia la posizione di un lupo solitario anche arrivando sui luoghi dopo pochi minuti del lupo non si è mai trovata traccia poiché sono estremamente elusivi».
Quindi per de Cresi la risposta è sì: se si vede un lupo si può, nella maggior parte dei casi, pubblicarne la notizia senza far correre all'animale un pericolo reale. «Tutto cambia, però, con un nucleo familiare – spiega l'esperto – perché significa che in quella zona quella famiglia ha un interesse, quindi un coefficiente di presenza. In questi casi diventa più delicato pubblicare sui social il dato ed occorre analizzare bene la situazione».
Come comportarsi in caso d'incontro con un lupo
Un altro aspetto da divulgare (ancora) è come comportarsi in auto in caso di avvistamento. «Nel gruppo "Zampe libere" abbiamo fatto una cosa molto semplice – dice Ugo de Cresi – Un nostro amico ha incontrato un lupo in auto di notte ed ha prodotto un video didattico eseguendo alla perfezione le manovre utili a non spaventare l'animale ed a non produrre rischi per la viabilità. Occorre abbassare le luci per non abbagliare gli animali (tutti in generale, dalla lepre all'anfibio sino ai daini ecc.) e non fermarsi del tutto se non per pochi secondi altrimenti l'animale capisce che non dobbiamo proseguire e se ne fa una ragione. Dopodiché fornito il tempo necessario a far defluire l'animale si riprende l'illuminazione della strada e si prosegue. Il lupo, se inseguito, correrà davanti alla nostra auto in linea retta sino a che non va in affaticamento. È fatto così. Ipotizziamo quindi di incontrare i 9 cuccioli ripresi nel video. Il rischio concreto è di disperderli».
«Con le fototrappole monitoriamo a 500 metri dalla zona il perimetro esterno per poi creare una "core area" ristretta di maggiore sorveglianza sia con le fototrappole ma , sopratutto, che possa essere controllata da una zona frontale di notte con i visori termici, di giorno con i binocoli. Un'attività impegnativa grazie allo sforzo di decine di persone. Il risultato, sono quei pochi secondi di video che mostrano queste nove nuove vite che per noi rappresentano una straordinaria ricchezza di biodiversità, unica al mondo».