C'è uno spettacolo naturale che l'uomo conosce da più di 2000 anni e che ogni volta non smette mai di meravigliare. Parliamo dei delfini che nuotano al fianco delle navi, un comportamento documentato in diversi scritti di epoca greca e romana che recentemente è tornato a stupire con un video diventato virale sui social: due tursiopi hanno "scortato" una motonave a Trieste, emozionando e incuriosendo molte persone.
«È probabile che il nuoto a prua avvenga per divertimento, per esercizio fisico o per gioco». Così commenta a Kodami il comportamento dei due animali Barbara Mussi, presidentessa e ricercatrice di Oceanomare Delfis Onlus, e aggiunge: «Il nuoto a prua è probabilmente il comportamento dei delfini più noto e apprezzato dai naviganti di tutto il mondo. È un comportamento che gli esperti chiamano "bow-riding" e consiste nell'accompagnare le barche con un nuoto vicino la prua. I Greci hanno descritto questo comportamento per tursiopi (Tursiops truncatus), i delfini comuni (Delphinus delphis) e le stenelle striate (Stenella coeruleoalba)».
Nel video è possibile vedere i due mammiferi marini nuotare veloci vicino l'imbarcazione. Ogni tanto salgono in superficie in modo alternato spezzando le onde create dal passaggio della nave e lanciando verso l'alto zampilli di acqua limpida. Gli operatori della motonave parlano di un comportamento che si ripete da giorni, proprio in quel tratto di mare che va da Trieste a Muggia, il comune più a sud della regione Friuli-Venezia Giulia.
Questi animali estremamente intelligenti, dunque, fin dall'antichità hanno imparato a sfruttare lil movimento dell'acqua generato dalle navi, proprio come spiega la presidentessa: «I delfini si posizionano in modo tale da essere sollevati e spinti in avanti dall'onda di pressione di prua di un'imbarcazione che avanza. I delfini sono abili nel cavalcarle e sono in grado di mettere a punto la postura e la posizione del corpo in modo da essere spinti interamente dall'onda di pressione, spesso senza neanche bisogno di colpi di coda».
Non parliamo di un semplice inseguimento, ma di una vera e propria sfida che racconta tanto delle dinamiche sociali all'interno di un gruppo. «A prua si assiste spesso a una serie di lotte per la posizione e gli animali dominanti di un gruppo spingono gli altri in una posizione meno favorevole, oppure un individuo viene spostato dalla prua da un altro che si avvicina – continua Barbara Mussi – È interessante osservare queste dinamiche tra animali insieme agli accorgimenti che effettuano: per posizionarsi meglio, infatti, applicano lievi rotazioni del corpo e movimenti quasi impercettibili delle pinne. I delfini che nuotano a prua tendono anche a emettere molte vocalizzazioni, suoni legati ad alti livelli di attività sociale».
Come spesso accade, dunque, una semplice osservazione di un comportamento straordinario si trasforma nella possibilità di approfondire un fenomeno complesso dai molteplici risvolti etologici. «I delfini cavalcano anche le scie delle imbarcazioni che rappresentano una sfida idrodinamica diversa rispetto alla navigazione di prua – aggiunge l'esperta – In alcune aree del mondo i delfini che non si avvicinano neanche alla prua e si sono adattati a cavalcare la scia di un'imbarcazione soltanto di lato».
Eventi del genere costituiscono un ottima occasione di interazione pacifica fra animali ed esseri umani, anche se è necessario ricordare che non sono loro a dover adattare i loro comportamenti alle nostre esigenze, ma dovremmo essere noi a modificare le nostre abitudini per non recare loro disturbo. Il traffico navale, infatti, è fra le prime cause di inquinamento acustico delle acque e soltanto perché vediamo gli animali giocare non significa che si siano adattati a sopportare il disturbo che creiamo.
«Il bow-riding nei delfini non esiste solo in funzione delle imbarcazioni costruite dall'uomo – conclude la presidentessa – Sembra piuttosto derivi da altri contesti naturali in cui cavalcano le onde. I delfini, infatti, sfruttano le grandi onde oceaniche e le onde di prua prodotte da balene e capodogli già da molto prima che comparissero le navi nei mari».