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23 Marzo 2022
10:06

Il viaggio dell’orsa Masha verso la salvezza: «Dopo 20 anni di torture è finalmente al sicuro»

L'orsa, salvata da un circo ucraino da Warriors of Ukraine, è stata trasferita al Santuario Libearty, in Romania, dopo un viaggio lungo reso ancora più difficoltoso dalla guerra. Ma Lionel De Lange non si è dato per vinto.

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«Masha è salva»: così l’attivista Lionel De Lange, direttore di Wow Ukraine- Warriors of Wildlife, associazione che si occupa di liberare e salvare animali selvatici maltrattati e abusati in Ucraina, ha annunciato l’arrivo dell’orsa Masha al Santuario Libearty, l’area protetta che sorge ai piedi dei Carpazi, in Romania.

Il salvataggio di Masha, orsa di 22 anni che ha trascorso gran parte della sua vita sul palco e nelle gabbie di un circo, sottoposta a torture e maltrattamenti, era programmato da tempo, ma lo scoppio della guerra in Ucraina ha costretto a rimandare l’operazione.

Lunedì sera, dopo un difficile e difficile viaggio e l’attraversamento del confine ucraino, Masha è arrivata in quella che sarà la sua casa definitiva, il santuario che oggi oltre 100 orsi bruni, tutti salvati da una vita crudele e violenta in cattività. Nel caso di Masha, a poche settimane di vita è stata strappata alla madre e affidata al gestore di un circo che l’ha picchiata, pungolata, vessata e maltrattata per spingerla a fare trucchi e siparietti come ballare o salire su una bicicletta.

Il viaggio di Masha dall'Ucraina al santuario in Romania

La missione di De Lange, che con la sua associazione aveva salvato Masha nel 2018 in attesa di trovare per lei una sistemazione definitiva, è iniziata il 19 marzo da Bucarest: «Ho un furgone carico di provviste, cibo e medicinali da donare al popolo ucraino, non parto a mani vuote – aveva raccontato la sera prima della partenza – Ho intenzione di attraversare il confine e viaggiare il più possibile prima del coprifuoco per avvicinarli al massimo a Masha e poter essere con lei domenica mattina presto. Dormirò nel furgone in un villaggio per non avere problemi con polizia ed esercito. Domenica mattina incontrerò il veterinario e caricherò Masha sul furgone, sperando di riuscire a tornare in giornata nei pressi del confine, dove dormiremo e aspetteremo che il veterinario romeno ci riceva, lunedì mattina».

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Per il viaggio Masha è stata ovviamente sedata e addormentata, sotto la supervisione del veterinario, e poi sistemata nella gabbia caricata nel retro del furgone per il viaggio: a salutarla il team di Warriors of Wildlife che si è preso cura di lei negli ultimi 4 anni, e che l’ha guardata intraprendere l’ultimo viaggio verso una casa finalmente sicura, un luogo considerato da molti esperti come uno dei migliori santuario dedicati all’orso al mondo che si estende su un'area di 69 ettari di foresta, ruscelli e stagni nel territorio di Zarnesti: «È il suo ultimo viaggio in auto, finalmente, e siamo contentissimi ed emozionati: chiunque voglia aiutare lei e altri animali in difficoltà può farlo qui», ha detto De Lange.

I primi momenti nella sua nuova casa

Poco prima delle 9 di lunedì mattina, il furgone con a bordo Masha ha passato il confine ucraino e ricevuto il via libera dalle autorità romane per entrare nel Paese. Una decina di ore dopo il viaggio di Masha è terminato con l’arrivo al santuario.

«L’abbiamo sistemata in un rifugio notturno, così che possa rilassarsi e riprendersi dopo il viaggio – ha spiegato De Lange – Ha trascorso 31 ore in gabbia dal momento in cui siamo partiti a quello in cui siamo arrivati al santuario».

Tempo qualche ora, e le immagini di Masha intenta a esplorare il bosco e a bagnare le zampe in uno stagno, annusando e prendendo dimestichezza con il nuovo ambiente, sono comparse sui social emozionando nella loro semplicità. L'orsa trascorrerà un breve periodo in un'area dedicata solo a lei per ambientarsi, dopodiché verrà gradualmente introdotta agli altri orsi dopo essere stata nuovamente visitata da un veterinario: «Non dovrà viaggiare mai più né essere rinchiusa in gabbia: finalmente è a casa».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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