In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plos One, un gruppo di ricercatori ha sottoposto ad un particolare esperimento 8 gorilla occidentali vissuti in un contesto di cattività nello zoo di Atlanta, un ambiente in cui sono stati continuamente socializzati con gli esseri umani.
Questo contesto ambientale, pur essendo lesivo del benessere degli animali, ha permesso di investigare se in base all’esperienza e alla socializzazione con l’uomo i gorilla esprimessero un certo grado di plasticità comportamentale per quanto concerne l’utilizzo del linguaggio vocale in specifici contesti come ad esempio il momenti di consegna del cibo.
L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di individuare l’eventuale presenza di vocalizzazioni al di fuori del repertorio innato e stereotipato del linguaggio vocale dei gorilla, un risultato che se confermato dimostrerebbe la capacità di saper dar origine a nuove vocalizzazioni innovative da parte dei gorilla.
Questa capacità d’innovazione sarebbe ascrivibile alla presenza delle capacità di apprendimento vocale nei gorilla anche senza l’eventuale dimostrazione di un processo di apprendimento per imitazione e trasmissione “culturale” di queste nuove forme innovative di linguaggio. Quest’ultima è infatti la caratteristica principale che definisce la capacità di apprendimento vocale nelle varie specie animali in cui essa è stata dimostrata.
I gorilla sono stati dunque sottoposti a 3 condizioni differenti:
Nella prima (solo cibo) ai gorilla veniva mostrata solo la presenza del cibo ad una distanza irraggiungibile per loro e senza la presenza del guardiano umano, nella seconda (solo guardiano) era invece presente il guardiano ma assente il cibo mentre nella terza e ultima (guardiano + cibo) erano presenti sia il guardiano che il cibo.
In questa maniera, misurando la frequenza e il tipo di vocalizzazioni che i gorilla emettevano durante tutte e 3 le condizioni è stato possibile valutare sia l’eventuale presenza di vocalizzazioni atipiche e potenzialmente innovative rispetto a quelle classiche e stereotipate già note del loro repertorio, sia l’eventuale associazione fra le eventuali innovazioni vocali e un preciso contesto di riferimento, dunque la loro possibile funzione in questo caso legate alla possibilità di richiamare l’attenzione del guardiano.
Le vocalizzazioni registrate durante gli esperimenti sono state sostanzialmente tre: una vocalizzazione tipicamente associata alla presenza del cibo (hum), un’altra costituita da una o due sillabe con una tonalità gutturale (grunt) e infine una nuova vocalizzazione denominata “snough”, una sorta di intermedio fra un colpo di tosse e uno starnuto.
Quest’ultima in particolare è stata una vera sorpresa dato che rispetto alle altre vocalizzazioni riscontrate (hum e grunt) era del tutto nuova e non faceva parte del repertorio vocale dei gorilla, lasciando dunque ipotizzare che si trattasse di una vocalizzazione del tutto innovativa.
Queste vocalizzazioni hanno mostrato inoltre una frequenza nettamente maggiore nella terza condizione (guardiano + cibo) rispetto alle altre due, dimostrando dunque come i gorilla le utilizzino in maniera condizionale specialmente nel momento in cui sono presenti insieme sia l’umano di riferimento sia il cibo e come dunque la loro funzione sia associata presumibilmente alla cattura dell’attenzione del guardiano in modo tale da incentivarlo a risolvere per i gorilla il problema dell’accesso al cibo irraggiungibile per questi ultimi.
Questa vocalizzazione innovativa, a metà fra un colpo di tosse e uno starnuto, sembra dunque essere un segnale elaborato ex-novo dai gorilla con la funzione specifica di catturare l’attenzione dei guardiano umani per ottenere il cibo.
Non solo, lo “snough” è risultato essere una vocalizzazione prodotta solo delle femmine imparentate fra loro di questo gruppo di gorilla, un indizio che potrebbe far pensare al fatto che questa nuova “parola” possa essere non solo stata inventata ex novo da alcuni gorilla, ma che possa essere stata poi imitata e appresa dalle altre femmine di gorilla che magari hanno avuto una probabilità maggiore di ascoltarla e osservarne le conseguenze rispetto agli altri gorilla, visto il legame di parentela e dunque sociale che le accomuna.
Insieme questi risultati dimostrano sia la plasticità vocale dei gorilla e la loro effettiva capacità di elaborare ex novo nuove vocalizzazioni da utilizzare e associare a specifici contesti ambientali di riferimento, sia la possibilità che queste nuove vocalizzazioni possano poi diffondersi dagli individui “inventori” agli altri tramite un processo di apprendimento sociale per imitazione, risultati che indicherebbero la presenza di una forma di apprendimento vocale in questa specie.
Se ulteriormente confermati, insieme questi risultati potrebbero darci indizi importanti anche circa il processo di evoluzione del linguaggio nella nostra specie e delle capacità che ne sono alla base visti anche i risultati similari riscontrati fra scimpanzé, oranghi e gorilla, permettendoci dunque di ricostruire il possibile percorso evolutivo in comune di queste capacità cognitive nel gruppo degli ominidi.