video suggerito
video suggerito
12 Aprile 2023
11:54

Il velenoso drago blu avvistato in Spagna dopo secoli

Il velenoso drago blu è stato avvistato lungo le coste orientali della Spagna e non accadeva dall'inizio del 1700. Si tratta di un mollusco marino velenoso e potenzialmente pericoloso anche per gli umani, letale solo in casi estremi.

5.100 condivisioni
Immagine

I draghi sono tornati sulle coste spagnole, precisamente ad Alicante. Ma non non stiamo parlando delle mitologiche creature volanti sputa-fuoco, bensì dei misteriosi Glaucus atlanticus, molluschi nudibranchi lunghi appena 3 cm e conosciuti appunto come draghi blu. Diversi esemplari sono stati avvistati nelle acque che bagnano le spiagge di Orihuela, Torrevieja e Guardamar, lungo la costa orientale spagnola, cosa che non accadeva dall'inizio del 1700, quando il naturalista tedesco Johann Philipp Breyne avvistò e descrisse per la prima volta questo animale nel mare di Ibiza nel 1705.

Gli avvistamenti risalgono in realtà all'estate del 2021, ma solo recentemente sono stati pubblicati sulla rivista Mediterranean Marine Science. Si tratta di una notizia piuttosto importante, soprattutto perché questi animali sono molto più facili da avvistare in acque tropicali e negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano. Sono quindi molto rari nel Mediterraneo e attirano sempre parecchia attenzione sia perché sembrano arrivare da Pandora – il pianeta alieno dell'universo immaginario di Avatar – sia perché sono molluschi velenosi e potenzialmente pericolosi anche per noi umani.

Video thumbnail

Si nutrono infatti di meduse e cnidari, soprattutto sifonofori e organismi coloniali come la famosa e temutissima caravella portoghese e proprio causa della loro dieta sono in grado di immagazzinare le cellule urticanti di questi animali in apposite strutture chiamate cnidosacchi. Questo meccanismo fa sì che, appena si sfiori l'animale, lui rilasci in una volta sola tutto il veleno e le sostane urticanti raccolte, che però solo nei casi più rari ed estremi possono causare la morte. In ogni caso, utilizzano questa abilità solo per difendersi, per cui se non disturbati non rappresentano assolutamente un pericolo.

Ecco perché non dovreste toccarli in caso di avvistamento (cosa che invece è accaduta in un video diventato virale qualche tempo fa). Un'altra caratteristica interessante del drago blu è che l'animale è ermafrodito come molti altri molluschi, questo significa che tutti gli individui possiedono sia gli organi riproduttivi maschili che quelli femminili e in caso di accoppiamento la fecondazione è reciproca. Il drago blu è inoltre un organismo pelagico, ovvero che vive di solito in mare aperto piuttosto che lungo le coste, e passa buona parte del suo tempo galleggiando, ma a testa in giù, sfruttando sia la tensione superficiale dell'acqua che l'aria che immagazzina nello stomaco.

Immagine

Lo fa perché il colore blu li aiuta a camuffarsi con quello dell'acqua agli occhi dei predatori che osservano dall'alto, mentre il grigio gli permette di confondersi meglio con il colore del cielo, per nascondersi così anche dai predatori che invece osservano dal basso. Questa tecnica di difesa è chiamata "principio dell'ombra inversa" o legge di Thayer ed è molto comune in tantissimi organismi marini: più scuri nella parte superiore del corpo, più chiari invece in quella inferiore, come per esempio gli squali.

Tornando agli avvistamenti spagnoli, invece, non è ancora del tutto chiaro se siano da ricondurre al surriscaldamento globale oppure no. Ma considerando il processo di tropicalizzazione del Mediterraneo in corso e sempre più rapido, è molto probabile che in futuro questi avvistamenti – così come accaduto negli ultimi anni per molte altre specie marine tropicali – diventeranno sempre più frequenti anche lungo le nostre coste e nei nostri mari.

Avatar utente
Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social