"Il valore dell'attività venatoria in Italia". È questo il titolo dell'incontro che si terrà oggi al Senato per la presentazione da parte di Federcaccia. La Federazione presenterà oggi pomeriggio l'indagine realizzata dall'istituto Nomisma sulla caccia nel nostro Paese.
Nella sala del Senato della Repubblica di palazzo della Minerva saranno presentati i risultati della ricerca affidata da Federcaccia a Nomisma. Dopo l’introduzione del presidente nazionale dei cacciatori, Massimo Buconi, sarà presente ai saluti il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida. Il Ministro aveva già espresso posizioni favorevoli alle posizioni dei cacciatori nella caldissima estate della giungla elettorale, quando in un video messaggio aveva definito la caccia «un'attività nobile» e aveva ammesso di essere egli stesso «un cacciatore con licenza».
Non deve quindi stupire l'incontro organizzato questo pomeriggio nelle sale del Senato, dove insieme al fianco dei rappresentanti di Federcaccia siederanno alcune delle massime cariche del Governo. Interverranno infatti il senatore Patrizio La Pietra, sottosegretario Ministero dell’Agricoltura, e Claudio Barbaro, sottosegretario Ministero dell’Ambiente.
I risultati dell'indagine saranno presentati invece da Salvatore Giordano e Simona Ricchio di Nomisma. Seguirà una tavola rotonda che vedrà confrontarsi sui dati esposti Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Maria Siclari, direttrice generale dell'Ispra, Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna e benessere animale Legambiente.
Gli ultimi dati disponibili sul rapporto degli italiani con il mondo venatorio non lascia dubbi: secondo il più recente Rapporto Italia realizzato dall'Eurispes, il 76,1% degli italiani è contrario. Tra i sostenitori del Centrodestra e della Destra la percentuale i favorevoli a questa pratica crescono sensibilmente, passando dal 23,9% al 31,8% e al 36,3%. Le persone invece che si riconoscono nella Sinistra esprimono in misura minore il proprio consenso sulla caccia, soltanto nel 15,1% dei casi. Il dato di genere conferma la maggiore sensibilità delle donne rispetto alla tutela degli animali: le donne contrarie alla caccia rappresentano l’81,3%, mentre gli uomini il 71,1%.