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27 Agosto 2023
12:00

Il tursiope (Tursiops truncatus)

Il tursiope è un cetaceo odontoceto della famiglia dei Delfinidi. È diffuso a livello globale e abita anche le acque che circondano l'Italia.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il tursiope (Tursiops truncatus) è un cetaceo odontoceto della famiglia dei Delfinidi. Si tratta di una del cetaceo più conosciuto e studiato e spesso è presente nei delfinari e in altre condizioni di cattività, anche perché è facilmente addestrabile. Trattandosi di un animale diffuso a livello globale che tende a frequentare le aree costiere, non è raro osservarlo anche in natura.

In inglese viene chiamato Bottlenose Dolphin, ovvero letteralmente "delfino dal naso di bottiglia", per via della curiosa forma del suo muso.

Come è fatto il tursiope

Il tursiope ha un corpo fusiforme che, grazie all'idrodinamicità, permette di nuotare molto velocemente e raggiungere addirittura i 30 chilometri orari.

La pinna dorsale è alta, curva e posizionata vicino al centro del dorso. Il colore del corpo è tipicamente nero con i fianchi grigio chiaro e il ventre bianco, che a volte può avere una leggera sfumatura rosa. Il muso ha una forma allungata, che ricorda quella di una bottiglia.

Alla nascita misura da 84 a 140 centimetri e pesa tra i 14 e i 20 chili. I maschi adulti, invece, raggiungono i 240/390 centimetri e pesano fino a circa 300 chili. Le femmine sono più piccole del 10% e di solito non superano i tre metri e i 270 chili. La loro dimensione è più simile a quella dei delfini comuni (Delphinus delphis).

Esattamente come le stenelle e i globicefali, i tursiopi fanno parte del sottordine degli odontoceti, anche detti cetacei dentati e sono quindi dotati di una lunga fila di denti sia sulla mascella superiore che su quella inferiore.

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Habitat e distribuzione

Il tursiope è un cetaceo diffuso a livello globale (fatta eccezione delle fredde acque dei poli) e, sebbene si tratti di una specie che abita per lo più la zona costiera, lo si può trovare anche in altri habitat, come le acque delle lagune parzialmente chiuse, ma anche acque profonde che circondano isole e arcipelaghi. Raramente, è possibile avvistarlo anche in aree pelagiche, ovvero in mare aperto.

Per quanto riguarda la diffusione nei mari italiani, la IUCN ritiene che il numero sia di circa 10 mila individui, presenti nel Mar Ligure, nel Mar Tirreno e nel canale di Sicilia. Interessante è il fatto che nel Mare Adriatico (in particolare nella parte settentrionale) il tursiope sia l'unico cetaceo regolarmente presente.

Abitudini

I tursiopi sono noti per alcuni particolari comportamenti di facile osservazione. Il più famoso è quello del bow riding, che consiste nel seguire le onde prodotte dalle imbarcazioni. In uno studio pubblicato nel 2009 viene descritta come un'abitudine condivisa con altri cetacei (come Delphinus delphis e Stenella coeruleoalba), fin dai tempi dell'antica Grecia.

Vi è poi lo strand feeding, che è invece una strategia di foraggiamento che consiste nello spiaggiarsi volontariamente per catturare i pesci intrappolati sulla riva. Questo comportamento è stato descritto in uno studio condotto nella baia di Guayaquil, in Ecuador, pubblicato nel 2013, ma era già stato osservato a partire dagli anni Novanta.

Questa specie è capace di rilevare ciò che avviene sott'acqua grazie all'ecolocalizzazione, che permette agli individui di comunicare e di interagire con i propri simili e ha un funzionamento simile a quello dell'eco nell'aria.

Il tursiope emette una serie di suoni, noti come click o impulsi sonori, attraverso un organo situato nella parte superiore della testa, chiamato melone.

Questi suoni si spostano in acqua, dove si possono propagare molto più velocemente e, quando incontrano una preda o un ostacolo, vengono riflessi per poi tornare indietro. Di questi aspetti, su Kodami, abbiamo parlato anche in un video interamente dedicato ai delfini. 

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I tursiopi, e più in generale le specie appartenenti alla famiglia dei Delfinidi, vengono spesso considerati animali particolarmente intelligenti e, in effetti, comportamenti quali lo strand feeding e il bow riding richiedono ottime doti di problem solving. Ciò nonostante, è bene sottolineare come la misurazione delle intelligenze rappresenti, in realtà, un'umanizzazione delle altre specie e questo argomento viene ancora spesso dibattuto in ambito scientifico.

Alimentazione

La dieta del tursiope è varia e si differenzia in base alle regioni del mondo. In generale questa specie può nutrirsi di un'ampia gamma di pesci e calamari, con una particolare preferenza per gli sciaenidi, gli scombridi e i mugilidi.

All'interno di una stessa popolazione possono dare l'impressione di essere generalisti per quanto riguarda le prede, ma gli individui possono mostrare un certo grado di specializzazione alimentare.

I principali predatori dei tursiopi sono gli squali leuca (Carcharhinus leucas) e altre specie appartenenti alla stessa famiglia.

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Riproduzione

I tursiopi sono animali poligami. Quando i maschi individuano una femmina in estro, la separano dal suo territorio e a volte la affiancano per impedire l'accesso ad altri maschi nei paraggi. Questo processo può durare alcune settimane e in alcune popolazioni vede la creazione di alleanze tra maschi, in modo da favorire lo spostamento delle femmine. In altri casi, invece, i maschi agiscono da soli e non si spostano dal proprio territorio, ma piuttosto cercano di fare avvicinare la femmina.

Durante il corteggiamento il maschio assume una particolare postura con la schiena inarcata, accarezza e strofina il muso contro la femmina e può anche battere rumorosamente le mascelle. L'accoppiamento avviene poi "pancia a pancia", con entrambi gli animali rivolti nella stessa direzione, ma secondo quanto descritto sul sito del museo di Zoologia del Michigan, può avvenire anche con i due corpi posizionati in modo differente.

Le femmine raggiungono la maturità sessuale tra i 5 e i 10 anni e i maschi tra gli 8 e i 13 anni. La gestazione dura circa 12 mesi e ogni gravidanza produce un solo piccolo, che verrà allattato dalla femmina fino a circa 18/20 mesi.

Le nascite possono avvenire in qualsiasi periodo dell'anno, ma vi è un picco durante i mesi più caldi.

Il tursiope, inoltre, è noto anche per la frequenza con cui si ibrida con altre specie. In uno studio del Centro di statistica ecologica, ambientale e della conservazione, dell'Università di Cape Town, viene riportato un dato molto interessante che riguarda la possibilità del tursiope di ibridarsi addirittura con specie appartenenti a sei generi diversi.

Conservazione e rapporto con gli esseri umani

Sebbene il tursiope sia diffuso a livello globale, la popolazione mediterranea è stata classificata dalla IUCN come vulnerabile e presenta inoltre un trend demografico in continua diminuzione. Secondo quanto descritto in uno studio pubblicato nel 2021 sulla presenza della specie nelle acque del Montenegro, la specie sta affrontando ancora un gran numero di minacce antropiche, quali l'aumento del traffico marino (in particolare nell'Adriatico), ma anche della pesca accidentale, del sovra sfruttamento delle aree costiere e della contaminazione delle acque.

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Alcuni soggetti appartenenti a questa specie hanno raggiunto una particolare notorietà a livello locale o addirittura globale.

Flipper

È stato il protagonista di una serie televisiva americana andata in onda dal 1964 al 1967 e creata da Jack Cowden e Ricou Browning. L'addestratore dei cinque soggetti utilizzati durante le riprese si chiamava Ric O'Barry e, in seguito a questa esperienza, ha intrapreso un percorso di volontariato nella lotta contro la cattura dei delfini.

Filippo

Filippo era un tursiope che abitò il golfo di Manfredonia dal 1997 al 2004. Il suo nome è stato scelto proprio per italianizzare quello di Flipper. Il primo contatto del tursiope con gli umani avvenne nel settembre del 1997, quando incontrò un gruppo di sub.

Negli anni successivi il suo comportamento particolarmente confidente nei confronti dell'uomo venne studiato dall’I.C.R.A.M. (Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare) e i ricercatori consigliarono di divulgare tale notizia sia a livello nazionale che internazionale, per fare in modo che la comunità si sentisse coinvolta con la presenza dell'animale e, quindi, fosse spinta a tutelarlo.

Monkey Mia

Monkey Mia è una zona dell'Australia occidentale, nei pressi di Shark Bay, dove vivono circa 2 mila tursiopi che, a partire dagli anni Settanta, hanno preso l'abitudine di nuotare fino a riva per ricevere il cibo dall'uomo. Nell'ottica di conservare la specie, il sito dell'area naturale protetta informa che al momento vengono nutrite solo cinque femmine adulte, le quali vengono identificate grazie ai dettagli presenti sulle pinne dorsali.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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