Quando si incontra un animale selvatico, una delle azioni più spontanee che potrebbe venire in mente di fare è quella di dargli da mangiare per aiutarlo o anche solo avvicinarlo. Nell'immaginario generale, nutrire gli animali è una buona azione che magari può sfociare in una fiducia da parte di questi nei confronti dell'uomo nella speranza che "finalmente" si possa abbattere quella barriera che separa gli esseri umani dagli altri animali. Il problema sta nel fatto che alimentare gli animali selvatici quasi sempre non porta buone conseguenze a quest'ultimi e uno studio riguardante gli squali balena pubblicato sulla rivista Biological Conversation ne è la prova.
Da qualche anno a questa parte una delle più grandi attrazioni turistiche di alcune zone del mondo consiste nel nuotare con gli squali balena (Rhincodon typus). Questi sono i più grandi pesci esistenti al mondo e, nonostante le dimensioni e le leggende che si narrano sul loro conto, sono totalmente innocui per l'essere umano in quanto si nutrono quasi esclusivamente di plancton, anche se non disdegnano piccole forme di vita nectonica, come calamaretti o piccolissimi pesci. Farsi un bagno con questi giganti del mare è un'esperienza mozzafiato che "va di moda" e che attira migliaia di turisti. Oslob, nelle Filippine, ospita uno dei siti turistici più grandi del mondo e gli operatori utilizzano da 150 kg a 400 kg di cibo per attirare questi animali nella pittoresca località in modo tale che possano essere ammirati in tutto il loro splendore.
Il problema, però, è che da 12 anni a questa parte, periodo corrispondente con l'inizio dell'alimentazione da parte dell'uomo degli squali, questi animali hanno modificato il loro comportamento, cominciando ad aggregarsi sempre più spesso e soprattutto sono diventati sempre meno timorosi alle imbarcazioni e al contatto umano. «Dotando 16 squali balena di piccoli accelerometri abbiamo scoperto che i loro movimenti quotidiani e il conseguente tasso metabolico sono aumentati fino al 55% in risposta alla loro ricerca di cibo nel sito turistico», ha spiegato Christine, ricercatrice della Flinders University Honors. Barry che attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca. presso l'Università di Murdoch, Washington.
Attualmente non è chiaro in che modo tale attività turistica possa danneggiare precisamente questa specie, ma poiché non sono ancora note le conseguenze a lungo termine, è bene riflettere e modificare tale pratica in quanto comunque altera il normale comportamento degli squali. «Mentre il turismo naturalistico ha molti vantaggi, comprese le opportunità educative e di conservazione, dobbiamo essere consapevoli di una serie di possibili effetti negativi sul movimento e sull'attività degli animali presi di mira dal turismo stesso». Inoltre, poiché le attività turistiche legate agli squali balena sono fondamentali per l'economia locale di Oslob, è bene che vengano svolte nel migliore dei modi rispettando questi animali e non mettendo a rischio la loro salute.
Questo, purtroppo, rappresenta solo l'ennesimo caso in cui l'uomo sfrutta la natura senza farsi troppi problemi. In un mondo in cui l'interesse economico spesso prevale sulla conservazione e il rispetto per gli altri animali, è fondamentale riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni. Dobbiamo ricordare che la bellezza e l'unicità della fauna selvatica non dovrebbero essere messe a repentaglio per il nostro divertimento o profitto. È necessario adottare pratiche sostenibili che rispettino il naturale comportamento degli animali e che siano in armonia con gli ecosistemi. Solo allora potremo sperare di creare un equilibrio tra le attività umane e la preservazione della biodiversità, garantendo un futuro migliore per tutte le specie che condividono il nostro pianeta.