Il concetto di “ribellione” come lo intendiamo noi, esteso al cane domestico, è da associare comprendendo le caratteristiche etologiche che caratterizzano una specie dall'altra. Ci sono del resto tanti cani che sono sistematicamente maltrattati – soggetti tenuti a catena, fattrici obbligate a partorire per motivi di business, individui ripetutamente picchiati e torturati – che continuano a rimanere con la persona che li vessa costantemente.
Quindi, principalmente e a prescindere da casi così estremi, quando ti chiedi se il tuo cane si ribella quando ad esempio ti ringhia la domanda corretta da porsi è: che cosa non va nel mio rapporto con lui?
Se invece ipotizzi questa domanda ad esempio relativamente al fatto che in passeggiata si impunta e non vuole continuare o distrugge l’arredamento di casa quando sei uscito, anche in questo caso la domanda in fondo rimane la stessa: cosa c’è che non va nella relazione e con quel comportamento cosa ti sta dicendo? Cosa sta esprimendo?
A seconda dunque di cosa accade nell'esatto momento che fa generare in te questo dubbio avrai compreso che la risposta è differente e in questo articolo analizziamo un'ipotesi di base, ovvero quando attraverso il ringhio il cane ti avvisa che c’è qualcosa nel tuo comportamento che non gli piace.
Se il cane ringhia si sta davvero ribellando?
Se il tuo cane ringhia nei tuoi confronti o nei confronti di qualcun altro sta dicendo che la situazione in cui si trova non è per lui piacevole e attraverso il ringhio sta facendo qualcosa di molto importante: sta avvisando che non vuole arrivare a una “rissa” ma chiede di mantenere le distanze. Si può parlare di ribellione?
Analizziamo prima di tutto cosa vuol dire per noi umani la parola “ribellione” e se possiamo mutuarla per i cani. Secondo il vocabolario De Mauro questa è la definizione corretta:
il ribellarsi a un’autorità costituita; insurrezione, rivolta: ribellione di un popolo, di una città; sedare, reprimere una ribellione estens., rifiuto di obbedienza e sottomissione; atteggiamento di protesta: ribellione al padre, alle convenzioni sociali
Bene, proviamo ora a fare un esempio pratico in cui il cane potrebbe ringhiare: sta mangiando tranquillo e voi con arroganza, per “dimostrare il vostro potere”, decidete di avvicinarvi e togliergli la ciotola da sotto la bocca. Fido si gira e vi ringhia contro.
È ribellione? Sicuramente possiamo dire che è una reazione ad un sopruso e da questo punto di vista allora possiamo associare la reazione che avrebbe un umano a quella di un cane che si ribella e dice: “Ma che cosa stai facendo?” attraverso quel suono che, ricordiamo ancora una volta come spesso abbiamo fatto già con Kodami, alla fin dei conti rappresenta un atto di gentilezza e ancora di non belligeranza.
Con il ringhio, infatti, nel nostro caso in esame il tuo cane ha consciamente deciso di non “girarsi e morderti” ma di avvertirti che quel tuo comportamento è fuori luogo e poco rispettoso. Sia chiaro, questo esempio è sinonimo di una relazione già scorretta: non c’è alcun motivo per cui un essere umano debba comportarsi in questo modo per avere “il comando” sul proprio compagno canino.
La reiterazione di questi atteggiamenti da parte degli umani, oltretutto, non è nemmeno vero che porti il cane a “ribellarsi” per quello che accennavo all’inizio: molti soggetti si privano anche di una reazione per il profondo e innato senso di affiliazione che hanno anche con i loro aguzzini o perché hanno un carattere mite o, ancora, perché sono stati così tante volte puniti fisicamente da avere un vero e proprio terrore nei confronti della persona di riferimento.
Perché si comporta così
In generale, dunque, e uscendo dall’esempio fatto, quando un cane ringhia più che ribellarsi sta comunicando: sta provando ancora a mediare e a farti capire che non va bene ciò che sta succedendo.
Sia chiaro: ci sono soggetti e soggetti e situazioni in cui gli “errori” degli esseri umani sono fatti senza intenzioni malevole ma solo per ignoranza e dall’altra parte ci possono anche essere cani con profili comportamentali più complessi, con eventuali disturbi del comportamento (che solo un veterinario esperto in comportamento può diagnosticare) che portano – sempre ad esempio – a derive su motivazioni come la possessiva o la predatoria o la territoriale. Comunque, anche in questi casi, il ringhio è un avvertimento e dunque va rispettato e compreso per evitare che vi sia una escalation.
Cosa devi fare
Abbiamo focalizzato l’attenzione solo sul ringhio ma, come accennavo, ci sono diverse situazioni in cui tu puoi avere la sensazione che il tuo cane si stia “ribellando”. In ogni caso possiamo tradurre questa parola con un comportamento che a te non sta bene, che ti fa domandare appunto perché il tuo compagno canino non vuole fare qualcosa che, evidentemente, per te è importante.
Ecco, ancora una volta devi girare la domanda e chiederti non perché a te non sta bene ma perché lei o lui non abbia voglia di assecondare ciò che gli stai chiedendo di fare e reagisce con un comportamento avverso.
A seconda dunque dell’atteggiamento che Fido ha, ti consiglio di valutare di avvalerti della consulenza di un educatore (in caso di cucciolo o adoloscente) o istruttore cinofilo (nel caso di un soggetto adulto) e di spiegare bene in quali occasioni ritieni che il tuo cane si stia rivoltando nei tuoi confronti.
Sicuramente la descrizione del contesto e della routine che avete aiuterà l’esperto a discriminare le ragioni per cui il cane di famiglia reagisce in quel determinato modo e aiuterà te a comprendere se ci sono delle fratture nella vostra relazione che non necessariamente sono gravi.
Spesso, infatti, al di là dei casi che abbiamo citato, basta cambiare qualcosa nel rapporto o sapere come rivolgersi al cane di famiglia per ottenere anche in poco tempo risultati sorprendenti che nascono dalla conciliazione delle necessità dell’umano e dell’altro animale perché non si vivano più situazioni che con la ribellione hanno poco a che fare e in cui, in fondo, Fido per primo ci ha fatto presente che qualcosa non andava per il verso giusto.