Alleanza fra la Provincia autonoma di Trento e il Dipartimento francese dell'Ariège per la gestione dei grandi carnivori. Il 7 marzo, nella sede di Trentino Marketing, la delegazione dei Pirenei guidata dal direttore generale servizi Francis Dejean ha incontrato l’assessore provinciale alle Foreste, Caccia e Pesca Roberto Failoni.
L'invito di Failoni alla delegazione francese era quello di trovare «una strategia comune al fine di promuovere una revisione della direttiva europea in materia» di grandi carnivori. Forti della revisione di status del lupo chiesta proprio dalla Commissione Europea, il Trentino insieme al dipartimento francese vuole provare a fare lo stesso per l'orso bruno.
L’Ariege, come il Trentino, è un territorio nel quale l’orso bruno proveniente dalla Slovenia è stato reintrodotto, come ha ricordato Christine Téqui, presidente della Provincia dell’Ariege in vista dell'incontro: «Questa reintroduzione, avvenuta quasi trent'anni fa, divide la popolazione e crea gravi difficoltà per un gran numero di attività praticate in questi territori e, in particolare, per la pastorizia. Siamo consapevoli dei problemi che la presenza dell'orso provoca anche in Trentino; la tragedia vissuta dal vostro territorio ci ha sconvolto». Il riferimento di Téqui è alla vicenda di Andrea Papi, il 26enne della Val di Sole che il 5 aprile 2023 ha perso la vita dopo aver incontrato l'orsa JJ4 mentre camminava nei boschi sopra la sua casa di Caldes. All'incontro tra la delegazione dei Pirenei e quella trentina erano presenti infatti anche esponenti del comitato Insieme per Andrea Papi e della famiglia del giovane.
Inevitabilmente al centro del dibattito c'è stata anche la nuova legge recentemente approvata dal Consiglio provinciale di Trento, e subito ribattezzata "Ammazza-orsi" dai suoi detrattori. Per Failoni, la nuova norma garantirà «la sicurezza delle persone e prevenire ulteriori gravi danni alle colture, agli allevamenti e all’apicoltura, attraverso l’abbattimento degli esemplari problematici e pericolosi pur garantendo la conservazione della specie». La legge, di cui il primo firmatario è stato proprio Failoni, è andata a modificare quella provinciale dell'11 luglio 2018, n. 9 relativa alle misure di prevenzione e d'intervento previste per i grandi carnivori, al fine di permettere l'abbattimento fino a 8 orsi all'anno.
«I predatori rappresentano una presenza che condiziona la vita delle popolazioni delle terre alte in entrambi i territori, dove i plantigradi sono stati reintrodotti nell’ambito di due distinti progetti europei», ha fatto sapere la Provincia rimarcando le analogie tra Trentino e Ariège.
I tecnici provinciali hanno messo in luce le diverse iniziative di gestione dei grandi carnivori presenti e in particolare degli orsi che, secondo l’ultimo monitoraggio genetico, sono pari a un centinaio di adulti. La Provincia autonoma di Trento ha fatto sapere di fornire «in comodato d’uso gratuito le recinzioni elettriche e finanzia l’acquisto di cani da guardiania a difesa del bestiame. Sono inoltre in fase avanzata di sostituzione i bidoni anti-orso nei centri abitati dei territori a più alta presenza di plantigradi, mentre proseguono attraverso diversi canali le iniziative di comunicazione e informazione». In realtà, come emerge dalle testimonianze della minoranza e anche degli esperti, proprio le attività di prevenzione sul territorio e di informazione ai cittadini sono venute a mancare a seguito del progetto di ripopolamento degli orsi in Trentino.
Di fronte alla presenza di esemplari problematici – è stato spiegato – l’Amministrazione segue quanto previsto dal Pacobace (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali), con il radiocollaraggio, le dissuasioni e infine la rimozione. Proprio in tema di abbattimento e captivazione degli orsi confidenti, la Provincia ritiene che le due misure siano equivalenti. Sarà la Corte di giustizia europea a pronunciarsi in merito.
«La situazione che voi state vivendo è del tutto simile a quella che stiamo affrontando noi nel Dipartimento di Ariège – ha spiegato il direttore generale servizi Francis Dejean – Grazie a questo incontro abbiamo potuto approfondire l’esperienza locale di gestione e di tutela delle attività economiche e sociali nei territori del Trentino. Faremo tesoro di quanto abbiamo appreso qui, mettendo in cantiere le necessarie azioni per informare e proteggere. La creazione di una sinergia tra le regioni che vivono queste problematiche è estremamente importante».
All'incontro hanno preso parte anche il dirigente del Servizio Faunistico Alessandro Brugnoli, la dirigente dell’Umse supporto in materia di foreste e difesa del suolo Ilaria Viola e dalla digital communication manager di Trentino Marketing, Chiara De Pol.