Sempre più spesso capita di sentire notizie riguardo l’introduzione di cuccioli dall’estero e della loro vendita illegale. A giugno, ha fatto rumore l’operazione dei Carabinieri forestali denominata Crudelia Demon, che tra diversi illeciti ha scongiurato il traffico internazionale di alcuni cani.
Oltre a queste grandi operazioni, tante altre piccole importazioni illegali nel nostro Paese sono state sventate. Ultimo esempio è il caso di due donne russe colte all’aeroporto di Bologna nell’atto di introdurre sei cuccioli, quattro cani e due gatti, destinati alla vendita. Le due donne dichiaravano che fossero i loro animali da compagnia, mentre si trattava, in realtà, di un tentativo di traffico illecito con l’obiettivo di rivenderli sul mercato dei cuccioli.
Questi sono solo alcuni degli interventi andati a buon fine che hanno permesso il sequestro degli animali e l’applicazione delle sanzioni ai colpevoli. Nella realtà dei fatti, però, tantissime altre importazioni passano totalmente inosservate, e i loro responsabili impuniti.
Che cos'è il traffico illecito di cuccioli?
Il traffico illecito è una pratica illegale che prevede l’introduzione nel nostro Paese di animali da compagnia, specialmente cuccioli, da paesi esteri dove la “produzione” degli animali avviene a costi minimi e il cui ricavato proviene dagli alti prezzi che il “consumatore” è disposto a pagare.
I cuccioli che rientrano, loro malgrado, in questo fenomeno molto spesso non appartengono realmente ad una razza, garantita e tutelata dal pedigree. Hanno spesso le caratteristiche morfologiche tipiche o simili ma senza nessuna garanzia in termini, per esempio, di qualità della genetica legata ad alcune malattie ereditarie tipiche della razza.
I cuccioli vengono “prodotti” (mi permetto di utilizzare questo termine perché rappresenta la realtà dei fatti in questo malaffare) in condizioni di scarsissimo benessere animale. I riproduttori, e ancor più le fattrici, vengono tenuti in condizioni disumane, in spazi angusti, con l’unico scopo di sopravvivere per poter garantire la nascita di cucciolate per il mercato.
Sono condizioni per cui la vita di un individuo vale zero. I controlli sanitari e le profilassi per le malattie trasmissibile del cane sono spesso non praticati, influenzando lo stato di salute degli animali. Esiste un altissimo tasso di mortalità, lungo tutta la filiera, a partire dalla nascita fino al momento del trasporto e dell’arrivo nella nuova casa. Spesso, una volta acquistati e già introdotti nella nuova famiglia, alcuni cuccioli muoiono a causa di malattie non diagnosticate, spesso in fase di incubazione.
La “produzione” di questi individui nei paesi d’origine vale di solito decine di euro. Se pensiamo che, in seguito, sul mercato italiano, questi animali vengono venduti a prezzi altissimi nell’ordine delle migliaia di euro, possiamo immaginare i profitti smisurati e il perché la vita di un individuo non è quindi considerata poi così importante.
Per attraversare i confini geografici, i cucciolo vengono trasportati nelle maniere più svariate. Classiche sono le immagini di decine di cagnolini stipati nel bagagliaio di una macchina, o in scatoloni, spesso con qualche individuo schiacciato o deceduto durante il viaggio.
Ad oggi, però, i trasportatori si sono anche specializzati e riescono a camuffare molto bene i cuccioli nelle condizioni più svariate e a volte i trasporti sono un po' più adeguati in furgoni quasi decenti, ma ciò non vuol dire che l’introduzione nel paese destinatario sia lecita, poiché avviene eludendo i controlli documentali e sanitari ufficiali.
Traffico di cuccioli: cosa dicono le normative
La normativa di riferimento per la movimentazione internazionale degli animali da compagnia è il Regolamento UE 576 del 2013. Nello specifico del traffico illecito vige invece la Legge 201 del 2010. Conosciamo già quest’ultima Legge, perché ha introdotto anche le modifiche al Codice penale in materia di maltrattamento e uccisione di animali.
I principali punti previsti dalle normative sono l’obbligo dell’identificazione individuale mediante microchip e delle necessarie certificazioni sanitarie e dei documenti ufficiali, come il passaporto individuale.
Gli animali che viaggiano tra paesi hanno anche l’obbligo della vaccinazione antirabbica. La normativa italiana prevede che l’animale abbia almeno dodici settimane di età al momento in cui il vaccino è inoculato, la cui somministrazione deve comunque essere successiva alla inoculazione del microchip. Devono inoltre essere trascorsi almeno 21 giorni dal completamento del protocollo di vaccinazione per poter essere introdotti in Italia. In questo senso, l’Italia è uno dei Paesi con le regole più restrittive.
Il passaporto individuale è rilasciato da un veterinario abilitato dall’autorità competente e deve riportare i dati del proprietario, i dati anagrafici e segnaletici dell’animale, il numero del microchip e l’attestazione della vaccinazione antirabbica effettuata nei tempi stabiliti.
Nei casi, quindi, di movimentazioni a fini commerciali, gli animali devono essere muniti di certificazione sanitaria rilasciata da un veterinario autorizzato 48 ora prima della partenza, attestante la buona salute e l’idoneità ad affrontare il trasporto attestante la data e l’ora di partenza, il numero e la tipologia di animali, e tutti i numeri di microchip.
Le sanzioni previste sono la reclusione da tre mesi a un anno e la multa da 3.000 a 15.000 euro per chiunque, con il fine di ricavare profitto, trasporta, cede o riceve animali che non compiano questi requisiti. La pena è inoltre aumentata se gli animali hanno inoltre un’età inferiore alle dodici settimane.
Gli altri reati ascrivibili alla pratica del traffico illecito di cuccioli
Altre fattispecie di reato possono essere ascrivibili a tale condotta. Tra questi possiamo citare il maltrattamento animale per ciò che concerne l’inadeguatezza delle condizioni di detenzione e trasporto durante lunghi viaggi, senza pausa e in spazi ristretti, senza possibilità di accedere a cibo, acqua e aria a sufficienza, con conseguenze spesso mortali. Vi può quindi essere l’aggravante del reato di uccisione di animali, in quanto molti arrivano già privi di vita a destinazione.
I cuccioli vengono, inoltre, spesso trasportati e introdotti nel paese di destinazione in età precoce, prima quindi delle 12 settimane previste per legge. Ciò implica che siano separati prematuramente dalla madre, privandoli così di un adeguato corredo anticorpale, ma generando anche potenziali problemi a livello comportamentale, dovuti al distacco precoce.
Vi è spesso alterazione di documenti ufficiali, con riferimento tanto all’età che ai dati di inoculazione del vaccino. Accanto al reato di traffico illecito si accompagna facilmente la frode in commercio e la truffa: la vendita di cuccioli a prezzi elevati come se fossero di razza, ma al contrario non accompagnati dal pedigree, obbligatorio per legge in caso di vendita. In alcuni casi si possono avere condanne per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito truffa.
L’importante ruolo dell’acquirente
L'inconsapevole (non sempre inconsapevole) acquirente è spesso vittima diretta di tale fenomeno ma anche parzialmente responsabile. Acquistare animali su un mercato non controllato, come il mercato online, può comportare il concorso al traffico illecito di cani e gatti.
Per questo motivo, e per tutelare il benessere degli animali, è importante affidarsi sempre ad allevatori di fiducia, che abbiano cura del benessere e della salute animale, tutelando anche il consumatore.