Il traffico illecito di animali selvatici cresce tra il 5 e il 7% all'anno, ed è il quarto più redditizio al mondo dopo il narcotraffico, il commercio di merci contraffatte e la tratta di esseri umani. A giocare un ruolo fondamentale per l'incremento di questo commercio fortemente attenzionato dall'Interpol sono le nuove tecnologie.
Secondo l'analisi fornita da Ismaël-Alexandre Costa, capo tecnico del Servizio di polizia giudiziaria dell'Ufficio francese della Biodiversità, è la mancanza di educazione al rispetto della natura che crea "trafficanti inconsapevoli". Le persone si trovano poi sulla Rete, su social network e forum : «Prima bisognava procurarsi libri e andare alle fiere per scoprire come acquistare un animale, mentre oggi basta rivolgersi ai forum per ottenere consigli. Questa maggiore accessibilità aumenta il rischio di essere coinvolti inconsapevolmente nella tratta», ha detto Costa al National Geographic.
Tra gli animali più ricercati sul mercato illegale ci sono piccoli primati come gli Ustitì, una scimmia a rischio di estinzione originaria del Brasile. Oppure il Tamarino imperatore, originario del Centro-Sud America.
Tra gli animali esotici e selvatici più richiesti ci sono poi rettili, pappagalli, ormai considerati alla stregua di "nuovi pets", e nell'ultimo anno anche la richiesta di scoiattoli del Giappone è in aumento, causando un grave problema agli scoiattoli rossi diffusi in Europa.
In Italia la nuova legge su importazione e detenzione di animali esotici non prevederà un divieto assoluto proprio per accogliere le esigenze di quanti vivono già con animali non convenzionali. Nella nuova normativa, al momento in fase di elaborazione, sarà presente una "lista positiva" di specie che potranno continuare ad essere accolte in casa senza restrizioni.
I trafficanti di animali selvatici però non sono interessati solo agli animali vivi, alcuni acquistano maggiore valore quando sono morti, come nel caso degli elefanti. Solo pochi mesi fa i Carabinieri hanno sequestrato zanne di avorio esposte in un albergo nel Palermitano. Oltre a questo, pelle e pelo vengono lavorati e trasformati in gioielli da rivendere al mercato globale. «Inoltre – ha sottolineato Costa – l'avorio alimenta alcune reti criminali, in particolare quelle terroristiche, ad esempio in Mali».
Anche la medicina asiatica sfrutta animali come gli Orsi dal collare, noti soprattutto come Orsi della Luna, chiusi nelle “fattorie della bile” dove migliaia di individui vengono sottoposti ad atroci sofferenze per l’estrazione della loro bile, sostanza considerata preziosa per la creazione di preparati e unguenti nella medicina tradizionale cinese.
Ma non sono solo gli esotici a essere presi nella morsa del traffico illecito, anche i selvatici autoctoni corrono un grave rischio. Come rilevato anche da WWF Italia, il bracconaggio e la pesca illegale mettono a rischio la biodiversità in Italia e in Europa.
A farne le spese sono i piccoli passeriformi in generale e il cardellino in particolare. Questi uccelli sono ricercati per il loro canto e a volte vengono incrociati con i canarini per aumentare le loro capacità vocali. «Le loro popolazioni sono già in calo a causa della distruzione degli ambienti naturali e dei cambiamenti climatici. Il traffico li rende ancora più vulnerabili», ha rilevato Costa.
In Belgio e in Olanda si svolgono concorsi di canto su strada. Alcuni possono anche essere mangiati, come nel caso di ricette tradizionali come "polenta e osei" e "spiedo bresciano", oggi tornate legali in Lombardia.
Anche le anguille cieche, cioè gli avannotti di anguilla, vengono pescate illegalmente lungo tutta la costa atlantica: dal Portogallo al Belgio. «Questo traffico ha la particolarità di essere destinato quasi interamente all'Asia, dove questi animali vengono mangiati in zuppa – ha riferito Costa – Solo durante l'inverno 2020-2021, la stagione in cui possono essere catturate, sono state effettuate 180 operazioni di Polizia giudiziaria relative alle anguille».
Come emerso dal monitoraggio dell'Interpol sulla Rete, con i social network gli scambi illegali si sono moltiplicati e hanno ampliato il loro raggio. La transnazionalità dei commerci illegali era emersa anche in relazione al traffico di cuccioli di cane, provenienti soprattutto dall'Est Europa.
«Le nostre operazioni sono diventate sempre più complesse, con ramificazioni nazionali e internazionali», ha concluso Costa.