Il Tar di Trento ha sospeso l'abbattimento dell'orsa ritenuta responsabile dell’incidente avvenuto tra il plantigrado e un turista francese nel comune di Dro, nella Valle dei Laghi. A seguito dell’incontro ravvicinato l’uomo è stato portato in ospedale in elisoccorso dove hanno riscontrato ferite agli arti con una prognosi di 20 giorni.
Immediatamente il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato l'ordinanza di abbattimento per l'orsa sospettata di aver provocato l'incidente. Il provvedimento però è arrivato prima del riconoscimento genetico dell'orsa, che si ipotizza essere KJ1, ma la cui identità non è ancora stata accertata dagli esperti della Fondazione Edmund Much incaricati di analizzare i campioni genetici.
Il provvedimento della Provincia però è stato immediatamente bloccato dalle associazioni di tutela animale che si sono rivolte alla giustizia amministrativa. Tra queste la Leal, che ha visto accettato il proprio ricorso dalla presidente del Tar, Alessandra Farina, proprio in ragione della mancata identificazione del plantigrado effettivamente coinvolto: «L’esame della richiesta cautelare ante causam appare giustificata e meritevole di accoglimento sussistendo l’eccezionale gravità e urgenza di sospendere temporaneamente […] il provvedimento nella parte in cui dispone l’immediato abbattimento dell’orso, senza alcuna possibile alternativa e allo stato senza un accertamento definitivo dell’effettiva riconducibilità dell’aggressione all’orsa nominata KJ1, stante l’evidente irrimediabilità di una sua eventuale esecuzione nelle more della proposizione del ricorso».
Una decisione accolta positivamente da Gian Marco Prampolini, presidente Leal, che ha chiesto di "commissariare" la gestione degli orsi: «La soddisfazione di aver bloccato un’esecuzione fuori da ogni logica rafforza la posizione di LEAL che rimane coerente con quanto già affermato in passato: la gestione degli orsi trentini va trasferita al Ministero dell’Ambiente in quanto la provincia di Trento ha dimostrato la gestione fallimentare e antiscientifica del patrimonio faunistico locale. Nel caso particolare degli orsi ricordiamo che sono una specie che gode di super protezioni a livello nazionale ed europeo e devono rimanere sul territorio in cui si trovano grazie a opportuni piani e regole di rispetto e pacifica convivenza».
Il Tar ha sottolineato inoltre l'assenza di alternative all'abbattimento da parte della Provincia, come già era successo per l'orsa JJ4, nel caso della morte di Andrea Papi. Come era stato per JJ4, anche per l'orsa di Dro, le organizzazioni animaliste hanno proposto una soluzione: «Il rifugio “Millions of friend” in Romania, quello che si era reso disponibile ad accogliere l’orsa JJ4, è pronto ad accogliere Kj1. Li abbiamo sentiti questa mattina e hanno risposto positivamente con entusiasmo, perché l’orsa deve essere salvata!», ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della Lav.
Grazie a questa alternativa, realizzabile interamente a spese della Lav e non dei contribuenti trentini, secondo gli attivisti «viene quindi a cadere ogni motivazione formale utilizzata da Fugatti per sostenere la necessità di uccidere l’orsa, perché il trasferimento in Romania le garantirà la vita». «L’Ordinanza del presidente Fugatti che ne dispone l’uccisione è quindi inutile ed eseguirla comunque, essendoci un’alternativa concreta che la Provincia ha il dovere di vagliare, può integrare il reato di uccisione di animale non necessitata prevista dal Codice penale», hanno dichiarato dalla Lav.