I mufloni dell'Isola del Giglio sono salvi, almeno per il momento. Poche ore fa il Tar di Firenze infatti ha confermato la sospensione dell'ordinanza di abbattimento degli ultimi dieci esemplari rimasti.
I giudici del tribunale amministrativo hanno accolto i rilievi presentati dalle associazioni ENPA, LNDC Animal Protection, VITADACANI e Rete dei Santuari, rappresentate dagli avvocati Michele Pezone e Herbert Simone, contro la Regione Toscana, il Ministero dell’Ambiente, l’Ispra e l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Raggiunto da Kodami, Pezone spiega: «La legge tutela il muflone sardo come specie particolarmente protetta e questo status non può valere solo in Sardegna. Anche se i mufloni vengono spostati altrove restano comunque specie da tutelare, si tratta di un principio che non ha solo valenza territoriale».
A ciò si aggiunge un altro aspetto che rende gli individui presenti sulla piccola isola toscana ancora più rari. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Diversity" nel 2022 ha riconosciuto l'unicità genetica dei mufloni del Giglio. Secondo i ricercatori, il dna dei mufloni del Giglio è riconducibile alla popolazione sarda ancestrale, dovrebbero quindi essere addirittura preservati, non eliminati.
«Questi mufloni sono portatori di un patrimonio genetico preziosissimo – sottolinea Pezone – Per questo siamo ancora più soddisfatti di essere riusciti a intervenire in una vicenda che sembrava irrimediabilmente compromessa».
Le uccisioni sono infatti iniziate nel 2021 nell'ambito del progetto LIFE LetsGo Giglio finanziato con circa un milione e seicentomila euro di fondi europei e nazionali. Il progetto, ha come scopo quello di proteggere il fragile ecosistema dell'Arcipelago Toscano attraverso l'eradicazione delle 3 specie animali invasive presenti sulla piccola isola: la tartaruga Trachemys scripta, il coniglio selvatico, e ovviamente il muflone. L'abbattimento è stato motivato proprio dall’avere considerato questa specie “invasiva” unicamente perché importata dalla Sardegna al Giglio e quindi non autoctona dell’Isola.
«Occorre riflettere su questi progetti LIFE di eradicazione che nascono dal presupposto che le specie aliene siano sempre invasive, mentre invece servono studi scientifici che dimostrino i danni ad ambiente e agricoltura elaborati per il singolo caso – aggiunge l'avvocato – Nel caso dei mufloni del Giglio sono stati utilizzati dati non pertinenti per giustificare l'eradicazione, i danni all'ecosistema dell'isola non sono stati usati studio condotti ad hoc, ma ne sono stati presentati altri relativi alle Hawaii o a specie affini ai mufloni, come le capre».
I mufloni dell'Isola del Giglio sono salvi, almeno fino al 4 luglio quando è prevista l'udienza di merito al Tar di Firenze.