Il TAR Sicilia ha accolto il ricorso delle associazioni (ENPA, LAC, Legambiente Sicilia, LNDC, LIPU e WWF Italia) e ha sospeso la caccia alla tortora selvatica e al coniglio per la prossima stagione venatoria, in quanto non sono state rispettate dalla Regione le prescrizioni stabilite per limitare il prelievo venatorio di queste due specie. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo ha inoltre sospeso l'anticipazione dell'apertura della caccia prevista per il primo settembre e dell'addestramento cani da agosto. La caccia inizierà quindi non prima del 18 settembre.
«Il provvedimento è molto importante tanto per la Sicilia, dove le tortore selvatiche, in migrazione verso l'Africa, continuano a transitare anche in ottobre, quanto in generale per tutto il paese, come premessa a quanto dovrebbe accadere in ogni parte d'Italia» – dichiara a Kodami Danilo Selvaggi, direttore generale della LIPU, che assieme a tante altre associazioni ambientaliste e animaliste il mese scorso avevano già inviato alle Regioni una lettera-diffida per chiedere che venissero rispettate le indicazioni dell'UE per la caccia agli uccelli.
Con la recente chiusura del nuovo documento europeo dei Key Concepts, un testo scientifico messo a punto a livello comunitario per aiutare gli Stati Membri ad applicare la Direttiva Uccelli, l'Europa ha infatti comunicato le nuove date di inizio della migrazione primaverile in Italia e chiesto il "prelievo zero" per la tortora selvatica, da anni al centro delle battaglie effettuate a suon di ricorsi tra associazioni, Regioni e mondo venatorio.
Tuttavia, nel presentare i nuovi calendari venatori, diverse Regioni non hanno tenuto conto delle nuove indicazioni comunitarie, inserendo ugualmente la tortora selvatica tra le specie cacciabili e lasciando invariate le date di apertura: «Ciò che accaduto in Sicilia dovrà accadere in tutte quelle Regioni italiane che, sulla base di un debolissimo piano di gestione nazionale, prevedono per la prossima stagione venatoria la caccia alla tortora persino in preapertura – prosegue Danilo Selvaggi – Un fatto molto grave e irresponsabile, figlio di una persistente sudditanza regionale verso il mondo venatorio, contro il quale si muoveranno i ricorsi della LIPU e delle altre organizzazioni».
Per diverse specie di uccelli la migrazione primaverile sta infatti avvenendo sempre più in anticipo rispetto al passato, pertanto in considerazione del rigoroso divieto di abbattere gli uccelli in questa delicata fase biologica, sancito da Direttiva Uccelli e legge italiana, è dunque indispensabile che le Regioni emanino calendari venatori rivisti e adeguati a queste nuove date.
Come evidenziano tutti gli studi scientifici più recenti, compresa la nuova Lista Rossa degli Uccelli Europei, la tortora selvatica e altre specie specie da sempre oggetto di prelievo venatorio stanno subendo un forte calo numerico in tutta Europa. Pratiche agricoli intensive, perdita di habitat e massiccio uso di erbicidi stanno riducendo la disponibilità di cibo e siti riproduttivi, pertanto la tortora selvatica viene considerata Vulnerabile nella Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione.
«In effetti, la tortora selvatica è una specie in forte sofferenza, al punto che la Commissione europea, raccogliendo i risultati di un modello scientifico di recentissima realizzazione, cui hanno contribuito anche i dati della LIPU, ha chiesto la moratoria generale della caccia lungo entrambe le grandi rotte migratorie europee, ovest ed est» – conclude Danilo Selvaggi.
Ora le associazioni si aspettano che anche per le altre regioni saranno accolti i ricorsi presentati e come aveva già anticipato a Kodami Giovanni Albarella della LIPU, quella imminente sarà l'ennesima stagione di caccia all'insegna dei ricorsi perché, come accaduto in passato, le istituzioni non sembrano volere compiere alcun passo indietro.