Ancora una vittoria delle associazioni animaliste che si battono contro ordinanze regionali finalizzate a prolungare i periodi di caccia. Questa volta a vincere davanti al Tar è stata la Lac, la Lega per l'Abolizione della Caccia, che si è opposta alla delibera con cui la giunta regionale del Veneto ha disposto la riapertura della caccia dal 24 al 31 gennaio a tre specie di anatre selvatiche: alzavola, codone e germano reale.
La delibera di giunta numero 55, approvata martedì 23 gennaio e pubblicata sull'albo regionale poche ore dopo, è stata sospesa già all'indomani dalla pubblicazione stessa con un decreto cautelare della IV Sezione del tribunale amministrativo del Veneto, dopo un ricorso praticamente immediato presentato dall'avvocato della Lac, Claudio Linzola.
Già a fine dicembre una sentenza del Tar del Veneto aveva, tra l'altro, anticipato di dieci giorni la data di chiusura della stagione venatoria in relazione a sei specie di uccelli acquatici, spostandola dal 31 gennaio al 20 gennaio 2024. La giunta regionale aveva quindi approvato la delibera che la riapriva, senza però acquisire – come da prassi – il parere consultivo obbligatorio dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Su questo si è basato il ricorso della Lac, e al Tar non è rimasto altro da fare che sospendere il provvedimento.
«Ora ci sarà maggiore tranquillità per l'avifauna acquatica svernante nelle zone umide di questa regione, dopo la selezione naturale invernale e la forte pressione venatoria a cui è stata sottoposta – sottolineano dalla Lac – continueremo la battaglia giudiziaria per una maggiore tutela della biodiversità del Veneto e per il rispetto dei pareri scientifici indipendenti, valutando ora anche una istanza alla Procura della Corte dei Conti per il danno erariale causato dall'inottemperanza alla pronuncia del Tar Veneto n. 1990 dello scorso 28 dicembre da parte di amministratori e dirigenza regionale».
Si tratta del secondo provvedimento in questo senso adottato da un Tar nel giro di poche settimane. A metà febbraio il Tar della Basilicata ha sospeso la delibera con cui la giunta regionale ha disposto il prolungamento della caccia ai tordi e alla beccaccia, accogliendo il ricorso presentato da Earth ODV. I giudici hanno disposto una sospensione cautelare del provvedimento, che consentiva di sparare a queste specie sino al 31 gennaio. Anche in questo caso il presidente della prima sezione del Tribunale Amministrativo, Fabio Donadono, ha specificato che «la modifica della stagione venatoria risulta adottata senza il preventivo parere dell’Ispra», obbligatorio in base all’art. 18 della legge n. 157 del 1992 ed all’art. 30 della legge regionale n. 2 del 1995.