La caccia a tutti gli uccelli acquatici finisce qui e la Regione Veneto subisce un'amara sconfitta, almeno per ora, riguardo al calendario venatorio che aveva programmato per la stagione 2022/23.
Il Tar ha infatti stabilito che la chiusura della caccia agli uccelli acquatici «debba essere fissata al 20 gennaio anziché al 30 gennaio» come aveva a suo tempo deliberato la Giunta regionale con una «decisione presa illecitamente» secondo i giudici. Di conseguenza, la chiusura dell’attività venatoria a questo punto «va applicata con carattere di retroattività a partire dal giorno di emanazione della sentenza del Tribunale amministrativo regionale». Vale a dire che da venerdì scorso, con un accorciamento di 10 giorni della finestra temporale.
La sentenza ha fatto arrabbiare molto le varie associazioni venatorie sparse per il territorio, mentre ha fatto esultare le associazioni animaliste e in particolare Lac, la Lega per l’Abolizione della Caccia, autrice della causa intentata contro la Regione Veneto.
A indurre il Tar ad accogliere il ricorso dei legali è stato in particolare il report redatto dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in cui si sostiene l'importanza fondamentale di salvaguardare l'ultima decade di gennaio dalla caccia, in quanto caratterizzata dal transito in Veneto degli animali destinati al rientro.
I giudici per la loro decisione hanno ritenuta fondata la motivazione addotta dalla Lega, ovvero «il gravissimo disturbo che gli spari e la presenza umana, arrecano a tutte le altre specie non cacciabili, cioè protette, che frequentano le stesse zone di quelle cacciabili».
Di conseguenza il Tar, pur riservandosi la decisione di merito alla camera di consiglio fissata per il 23 febbraio, ha accolto l'istanza di misure cautelari provvisorie e cioè di sospendere la caccia immediatamente.
Le specie di uccelli che erano a rischio e che invece potranno tirare “un sospiro di sollievo” sono 12 in tutto e si tratta di: Porciglione, Frullino, Folaga, Beccaccino, Gallinella d’Acqua, Germano reale, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Fischione, Codone, Marzaiola.
Naturalmente c’è chi non è d’accordo, i cacciatori in primis, ma anche il mondo politico è diviso tra chi pensa che la Regione Veneto debba stare dalla parte della caccia e dei cacciatori e chi, sul fronte opposto, ritiene che quella dell’istituzione sia una vittoria importantissima per chi ama la natura e per la fauna selvatica che evita di produrre un danno ambientale irreparabile.
La vittoria fa il paio con un’analoga sentenza ottenuta presso il Tar Emilia-Romagna per effetto della quale, tra l’altro, ora in tutto il delta del Po, in entrambe le regioni, non si possono cacciare nell’ultima decade di gennaio tutti gli uccelli acquatici.