Non solo la barriera corallina australiana, ma anche i coralli "nostrani" che abitano nel Mediterraneo rischiano di estinguersi, per colpa del surriscaldamento del mare indotto dal cambiamento climatico. Lo dice un nuovo studio, elaborato da alcuni ricercatori dell’Università di Barcellona e della "School of Aquatic and Fishery Sciences" dell’Università di Washington – Seattle.
In realtà in passato sono stati pubblicati già diverse ricerche che avvalorano questa tesi, ma quest'ultimo articolo conferma definitivamente la brutta situazione, mostrando come la sopravvivenza dei coralli del Mediterraneo oggi è dipesa molto anche dal numero e dalla frequenza delle ondate di calore che colpiscono gli habitat in cui risiedono queste creature durante l'estate.
Andando nello specifico, i ricercatori hanno accertato come l’impatto di un improvviso aumento delle temperature possa essere letale per due specie chiave del Mediterraneo: il corallo rosso (Corallium rubrum) e la gorgonia bianca (Eunicella singolare), responsabili nella costruzione ed edificazione delle barriere coralline nel nostro mare.
Il calore però come agisce su questi organismi? Quando la temperatura dell'acqua sale improvvisamente, l'eccesso di energia riduce drasticamente la sopravvivenza delle larve del corallo e la dispersione delle larve natanti nelle gorgonie, condannando il mare a vedersi ridurre il numero potenziale di futuri organismi costruttori. Inoltre il calore induce anche le alghe ad allontanarsi dai coralli, facendone morire di fame buon parte e favorendo il fenomeno noto dello sbiancamento.
Considerando perciò come la sopravvivenza delle popolazioni locali può essere gravemente compromessa anche solo dall'incremento della frequenza e dell’intensità delle ondate di caldo, si può comprendere come i coralli del mediterraneo, simili anche in questo ai loro cugini australiani, siano ulteriormente messi seriamente in pericolo dalle attività "secondarie" dell'uomo. Difatti è ormai scientificamente comprovata la correlazione di molte attività non legate alla pesca (trasporti, turismo selvaggio, ancoraggio degli yatch) con la moria dei coralli in tutto il mondo.
C'è da notare anche come il Mediterraneo stia diventando fra le regioni del mondo quella che si surriscalda più velocemente, con un tasso di riscaldamento tra le 3 e le 6 volte superiore a quello degli altri oceani su scala globale, dovrebbe indurre le persone a chiedersi se sia giusto continuare ad optare o meno per i carburanti fossili e se sia necessario cambiare alcuni dei nostri comportamenti.
Una minaccia che è possibile arginare
Per comprendere gli effetti sulle popolazioni viventi di corallo nel Mediterraneo, i ricercatori hanno raccolto 10 colonie di gorgonie e 10 colonie di corallo rosso nel Parc natural del cap de Creus, presso Girona. Hanno quindi monitorato la sopravvivenza delle larve a varie temperature dentro a un laboratorio. Quello che hanno scoperto è che a 24° C – la temperatura osservata nell'acqua di mare durante le ondate di caldo mediterraneo degli ultimi anni – mentre le larve di gorgonie non subiscono danni significativi, la sopravvivenza delle larve di corallo rosso viene drasticamente ridotta. Oltre alla sopravvivenza delle larve, sono stati valutati anche tanti altri aspetti importanti per la salute della specie, come il tasso di insediamento in un territorio, il tasso di sopravvivenza, la biomassa larvale e il consumo di energia delle larve durante il loro viaggio che li porta a scegliere e a insediarsi in un nuovo territorio.
Probabilmente in futuro, quando si prospetteranno bolle di calore che supereranno i 29 gradi centigradi, sarà la gorgonia tra le due a potersi vantare di essere una specie vincente, in quanto rispetto al corallo rosso tale specie ha mostrato già una elevata resistenza termica che è assente invece nelle altre forme di celenterati. Questo potrebbe indurla nel tempo a soppiantare completamente il corallo rosso, ma questo dato però non ci deve far supporre che sia illogico o sbagliato tentare di salvaguardare i coralli dall'estinzione, in quanto senza di essi anche la gorgonia ne soffrirebbe, perdendo un alleato importante per l'edificazione della barriera corallina e uno dei migliori sistemi difensivi, che contribuisce a non far erodere le coste. Tra l'altro la minaccia del corallo è ulteriormente aggravata dall'uso intensivo che se ne fa all'interno dell’industria della gioielleria, che già in passato, durante il secolo scorso, ha quasi condannato la specie all'estinzione a seguito dell'esagerate richieste nel mercato interno.
Tale consumo eccessivo di corallo è stato limitato da molteplici leggi e dagli standard di vendita europei, ma si può dire che seppur il mercato sia cambiato e tratti il corallo rosso con più rispetto rispetto al passato, questo non vuol dire che non esistono mercati e industrie del corallo illegali, soprattutto nel versante meridionale e africano del Mediterraneo.
Su questo gli autori dello studio sono categorici. «Il nostro studio fornisce dati empirici che possono essere utilizzati per proiettare le dinamiche della popolazione e la demografia degli ottocoralli, in scenari futuri di mercato e di cambiamento climatico globale basati su modelli. Queste simulazioni possono essere utilizzate per progettare misure per preservare queste specie endemiche dall'eccessiva moria prodotta dalle svariate cause. Inoltre quelle biologiche potrebbero essere molto più complesse di quanto si pensasse in origine e originarsi sulle scelte adottate nei vari territori.»
I ricercatori però non offrono solo notizie negative. Sembra infatti che alcune specie di coralli potrebbe sopravvivere ai cambiamenti in atto. Inoltre i risultati di questa lunga analisi hanno mostrato come la sopravvivenza delle larve di coralli e gorgonie allo stress termico dipenda anche molto dal giorno di rilascio. «Considerare il giorno del rilascio delle larve da parte delle colonie madri sarà fondamentale per prevedere meglio il successo e la vitalità delle future popolazioni». Se riuscissimo dunque a conoscere il giorno del rilascio e a tutelare maggiormente le aree coinvolte da questo fenomeno nelle settimane precedenti, potremmo ottenere condizioni ambientali favorevoli (divieto di navigazione nell'area, per esempio) che contribuiscano a migliorare la chance di sopravvivenza della specie.
Nuove ricerche attendono forse così di essere compiute, in quanto è necessario conoscere molto meglio tutte le colonie presenti nel Mediterraneo per sapere dove e quando agire e garantire un supporto alle future generazioni di corallo.