Probabilmente l'avrete notato anche voi passeggiando in città, in molti dei nostri centri urbani sono già migliaia gli interventi di restauro o recupero degli edifici dovuti al Superbonus 110%, la mega-destrazione fiscale disciplinata dal Decreto Rilancio. C'è però un aspetto fondamentale che sembra essere stato completamente dimenticato dalle norme che regolamentano questi interventi, in teoria finalizzati anche a rendere energeticamente più efficienti e green gli edifici: la biodiversità urbana.
Tra naturalisti e biologi c'è forte preoccupazione per il destino di tutti quei piccoli animali che vivono e nidificano nei centri urbani, come pipistrelli, gechi e soprattutto uccelli. Cantieri, impalcature e restauri potrebbero avere un impatto negativo enorme sulle popolazioni di questi animali.
Perché i restauri sono un pericolo per gli animali
Le nostre città ospitano buona parte di quella che viene definita biodiversità urbana e cioè l'insieme di tutte quelle forme di vita che si sono adattate a vivere nei centri urbani e nelle metropoli, considerati ormai veri e propri ecosistemi urbani. Cavità, fori, spazi fra le tegole, sottotetti, cornicioni e cassettoni danno riparo e offrono preziosi siti di nidificazione a tantissimi piccoli animali, come pipistrelli, gechi, rondini, rondoni, rapaci, insetti e tantissimi altri animali. Molti di questi vivono quasi esclusivamente in città e svolgono perciò un ruolo fondamentale all'interno dell'ecosistema urbano dove cibandosi di insetti, invertebrati, roditori e piccioni contribuiscono a tenere sotto controllo molte di quelle specie considerate problematiche.
Per questi animali la stagione riproduttiva primaverile è ormai alle porte ma impalcature, teli protettivi e operai a lavoro potrebbero impedire l'accesso ai siti di nidificazione, disturbando o mandando in fumo completamente la riproduzione. Inoltre gli interventi di restauro potrebbero causare la distruzione di vecchi nidi di rondini e balestrucci, uccelli che tornano dall'Africa ogni anno per nidificare nello stesso sito, e soprattutto la chiusura permanente di cavità e fori di vitale importanza per la nidificazione di molte specie, alcune anche a rischio estinzione. C'è perciò il rischio concreto che le popolazioni di molte di queste specie vengano decimate dai tanti lavori di restauro.
Cosa possiamo fare
Molte associazioni nazionali e locali che da anni si occupano di tutelare la biodiversità urbana stanno invitando proprietari, progettisti e responsabili di cantiere a prestare attenzione agli interventi e a consultare esperti e gruppi locali per cercare possibili soluzioni da mettere in pratica per non impedire la nidificazione alle specie minacciate.
Questo può avvenire per esempio con riduzione mirate dei fori negli edifici, oppure installando rifugi o nidi artificiali come le batbox o le cassette nido per sostituire le vecchie cavità perse, oppure ancora garantendo nidi provvisori sui ponteggi durante i lavori, quando questi avvengono durante la stagione riproduttiva.
L'associazione Monumenti Vivi, fondata da ornitologi e zoologi che studiano e tutelano la biodiversità urbana, mette a disposizione di tutti alcune linee guida, casi studio, buone pratiche e documenti tecnici per fornire soluzioni efficaci che possano proteggere i nidi di rondoni e altri animali sia su edifici storici che moderni. Bisogna inoltre ricordare che la distruzione di nidi e l'uccisione di specie animali è vietata dalla legge 157/92, e che il Codice Penale punisce il maltrattamento e l'uccisione (art. 544 bis/ter, art. 727), e che molti Comuni tutelano con regolamenti e ordinanze la vita di rondini e rondoni vietando interventi di ristrutturazione nel periodo di nidificazione.
Considerando poi che animali, biodiversità ed ecosistemi sono stati definitivamente inseriti nella Costituzione abbiamo il dovere e soprattutto l'occasione per dimostrare finalmente che qualcosa sta cambiando, e che abbiamo davvero a cuore animali e biodiversità, non solo sulla carta. Speriamo quindi che tutte le parti in causa causa cooperino attivamente per tutelare la vita degli animali selvatici, salvaguardando la biodiversità e adottando soluzioni efficaci che garantiscano il più possibile una convivenza responsabile e consapevole per tutti, animali umani e non.