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20 Gennaio 2022
17:05

Il suo umano muore e lui viene abbandonato in un terreno: salvato dalle guardie zoofile

Un anziano cane da caccia è rimasto chiuso in un terreno alla periferia di Roma dopo che il suo umano è morto e il figlio ha smesso di occuparsene. Dopo essere stato salvato, un operatore del canile della Muratella ha deciso di adottarlo.

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Rinchiuso in un terreno alla periferia di Roma con soltanto un secchio di acqua piovana a disposizione, senza cibo né riparo dal freddo, condannato a morte certa anche a causa dell'età ormai avanzata. Sono le condizioni in cui le guardie zoofile APG NOA della Capitale hanno trovato un cane da caccia che oggi, grazie a un custode del canile della Muratella, ha la possibilità di vivere il resto dei suoi giorni al caldo, accolto in una nuova casa e da una nuova famiglia.

La storia la raccontano proprio le guardie zoofile. Era il 27 dicembre quando hanno ricevuto una segnalazione urgente relativa alla presenza di un cane in un terreno recintato. Il cancello non si può aprire, e l’unico modo per dargli cibo è passarlo dalle maglie della rete di ferro: alcuni residenti della zona provano a prendersene cura, spiega chi ha segnalato, ma le condizioni dell’animale sono ormai disperate. Gli operatori si precipitano sul posto e lo vedono sdraiato in mezzo all’erba incolta, magrissimo e con il respiro affannoso. Con la promessa di un po’ di cibo riescono a fatica ad attirarlo vicino alla rete e leggono il microchip: all’anagrafe canina è registrato, ma il telefono abbinato risulta staccato. Ed è qui che la situazione si svela in tutta la sua drammaticità.

«Iniziamo a fare delle indagini nei magazzini e officine presenti in zona e ci riferiscono che il proprietario è morto e che del cane se ne occupava il figlio che veniva qualche volta  a portargli da mangiare – spiegano le guardie zoofile – Purtroppo a seguito di alcune problematiche il figlio non risulta accudire più il cane da qualche tempo. La cosa strana è che il cancello non era apribile in quanto incastrato. Il povero cane mangia attraverso una apertura in cui vicini ed altre persone di buon cuore mettono del cibo.  Chiamiamo immediatamente il 112 che ci dirotta alla polizia municipale. Ci danno la disponibilità di un’auto appena possibile. Dopo qualche ora arrivano e ci comunicano che il terreno è del Comune di Roma, per cui possiamo procedere ad entrare».

«Il canile non era il suo destino»

Il cane viene quindi recuperato da quel fazzoletto di terra abbandonato a se stesso, proprio come lui, e portato alla Muratella. Il referto medico veterinario è drammatico: «Un cane cachettico con tono muscolare quasi inesistente. Piaghe nella parte posteriore. Evidenti difficoltà di deambulazione. Non sappiamo quanto tempo di vita avrà davanti a sé. Ovviamente il cane è stato posto sotto sequestro, ma evidentemente il canile non era il suo destino. Aveva già sofferto troppo».

cane abbandonato
Credit: Guardie Zoofile APG NOA

Un operatore del canile si innamora di lui e chiede di portarlo adottare per fargli vivere l’ultima parte della sua vita circondato dall’affetto: «Facciamo immediatamente un cambio custodia e le foto parlano da sole – continuano le guardie zoofile, condividendo uno scatto del cane nella sua nuova casa – Ovviamente il servizio non termina così. Abbiamo accertato le responsabilità di questo abbandono e denunciato alla procura della Repubblica chi ha causato tutto questo dolore. Un grazie di cuore a chi ha segnalato. Un grazie ancora più grande a chi ha deciso di dare amore a chi amore non ha mai ricevuto».

Nel nostro codice penale l'abbandono di animali è disciplinato  dall’articolo 727, che lo punisce con l'arresto fino ad un anno o in alternativa (quindi non in aggiunta) l'ammenda che va da 1.000 a 10.000 euro: pene che per le associazioni che si battono per i diritti degli animali sono ancora troppo leggere, e che alcuni progetti di legge ancora in discussione hanno in programma di inasprimento facendo salire la pena della detenzione almeno da uno a tre anni.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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